Scommesse, Garrisi (ceo Stanleybet) ad Agimeg: “Adm moltiplica le occasioni di scontro. Il vero ‘guardiano’ sulle prossime gare sarà la Corte di Giustizia Europea”

“Non esiste alcun obbligo per le autorità di mandare preventivamente alla Commissione Europea un bando di gara per le concessioni delle scommesse, obbligo che riguarda prevalentemente materie di comunicazione della società dell’informazione. Quindi, potrebbe eventualmente interessare un bando per le scommesse online, ma di sicuro non il bando previsto dalla Legge di Stabilità, da tenersi entro il 30 settembre 2018, bando per l’assegnazione di concessioni terrestri che la Stanley attende con grande interesse”.
Così Giovanni Garrisi, ceo di Stanleybet, replica alle affermazioni fatte ad Agimeg da Maurizio Ughi sui diversi ruoli della Commissione Europea, in occasione della sua decisione di archiviare le procedure d’infrazione che riguardano il gioco d’azzardo.
“In ogni caso, anche quando la Commissione Europea fosse interpellata e non avesse nulla da ridire in merito a decisioni nazionali che le vengono sottoposte, la Corte di Giustizia Europea può sempre esprimersi su qualsiasi materia quando viene chiamata in causa da un giudice nazionale. E questo può riguardare procedimenti amministrativi, civili, penali o tributari”.
“È proprio dal lato tributario”, prosegue il ceo di Stanley, “che ci attendiamo il prossimo rinvio incidentale alla Corte di Giustizia, o da una commissione tributaria provinciale o dal superiore organo regionale. È solo questione di tempo, non credo che per ottenere un rinvio alla Corte di Giustizia dal lato tributario dovremo aspettare di essere di fronte alla Corte di ultima istanza (la Cassazione) dove poi il rinvio sarebbe obbligatorio. In un certo senso Adm, moltiplicando a dismisura le occasioni di scontro, ci sta dando un aiuto, certo senza rendersene conto. L’Italia è uno Stato di diritto e noi abbiamo ragione proprio ‘in diritto’. Sono certo che mentre il contenzioso nella sua globalita’ durera’, nei suoi profili risarcitori, molti anni, la vicenda tributaria di per se stessa si concluderà, in diritto, molto presto”.
Garrisi si dice d’accordo con Ughi, invece, quando sostiene che spetta comunque ai giudici nazionali giudicare la conformità di una norma. “Ma la decisione deve ricalcare le linee guida stabilite dalla Corte di Giustizia”.
Ma alla fine, questa archiviazione decisa dalla Commissione degli esposti ricevuti dai paesi membri avrà un effetto pratico sulle prossime gare?
“No, perché la Commissione non è mai stata realmente efficace” risponde Garrisi “e ha sempre confermato nelle sue decisioni, la natura prevalentemente ‘politica’ del suo ruolo di “Guardiano del Trattato”. Il guardiano ‘giurisdizionale’ del Trattato non è la Commissione ma la Corte di Giustizia, che non ha natura politica ed entra solo nel merito giuridico. La Commissione però riacquista la possibilità di un contributo di natura giurisdizionale quando i suoi funzionari, rappresentando la Commissione come ‘parte’ nei procedimenti di fronte alla Corte di Giustizia, contribuiscono alle osservazioni scritte o partecipano alle udienze di dibattimento. Nei casi Gambelli, Placanica, Costa Cifone, Laezza, la Commissione ha dato sempre un contributo giuridico non indifferente ai relativi procedimenti. “Insomma i cittadini Italiani” conclude Garrisi “possono essere tranquilli. Se la prossima gara non sarà regolare, il loro “giudice a Berlino” non sarà a Bruxelles (sede della Commissione) ma a Lussemburgo (sede della Corte di Giustizia)”. gpm/AGIMEG