Operazione Doppio Gioco, GdF Catania ad Agimeg: “Sul territorio italiano 887 agenzie di scommesse che operavano in maniera illecita, poiché legate a società maltese”

“L’attività di indagine nasce da un approfondimento di una operazione di segnalazione sospetta. Questa segnalazione è stata emessa da un intermediario finanziario, una banca, con riferimento ad un soggetto sottoposto ad indagine. La segnalazione di operazione sospetta viene fatta da intermediari finanziari quando la tipologia di operazione non è congrua con il profilo del soggetto che la effettua. Questa attività di segnalazione è prevista dalla disciplina antiriciclaggio. Da qui è nata un’attività di indagine molto ampia che ha riguardato il settore della raccolta delle scommesse. Raccolta illecita perché gestita da una società che aveva sede a Malta e quindi operava secondo la legislazione maltese, ma in realtà svolgeva la sua attività nell’ambito del territorio italiano sia come raccolta online sia come raccolta delle scommesse in presenza, che venivano effettuate in agenzie disseminate sul territorio nazionale. Parliamo di 887 agenzie”. E’ quanto ha illustrato ad Agimeg la Guardia di Finanza di Catania in merito all’operazione antimafia Doppio Gioco. “Attività, quindi, non autorizzata secondo la legislazione italiana che ha permesso di evidenziare un rilevante importo di volume di scommesse, per circa 700 milioni di euro. E di evidenziare un sistema piramidale di scommesse sul territorio nazionale con al vertice un bookmaker e poi variamente distribuito sul territorio soggetti a questi sottoposto: master che avevano una competenza per ambito regionale, poi degli agenti commerciali e delle agenzie che raccoglievano scommesse da banco o online perché collegate con i computer al sito internet gestito dalla società maltese e che hanno permesso la contestazione fiscale nel complesso, tra imposta sulla raccolta da gioco e il reddito delle società, per circa 60 milioni di euro, truffa aggravata ai danni dello Stato, oltre ad evidenziare il favorire il clan mafioso Santapaola-Ercolano negli interessi della criminalità organizzata, perché alcuni soggetti erano riconducibili a tale associazione di tipo mafioso”, ha evidenziato la finanza. “Le agenzie operavano in maniera illecita perché non autorizzate ad operare sul territorio italiano essendo legate esclusivamente a questo vincolo con la società maltese, che non è autorizzata ad operare sul territorio dello Stato. Non avevano l’autorizzazione per poter effettuare la raccolta materiale della scommessa. Infatti, presso le agenzie si può soltanto aprire e ricaricare il conto gioco ma non si possono accettare i soldi sulla puntata, cosa che loro in realtà facevano”, conclude. cdn/AGIMEG