Garrisi (CEO Stanleybet): “Rivoluzioneremo il mercato delle scommesse sportive con l’intelligenza artificiale. La regolamentazione esasperata in Europa crea grossi problemi a lavorare nel settore del gioco”

“Il mio recente inserimento nella Hall of Fame dello Sport Betting di SBC mi riempie di responsabilità, specie nei confronti dei giovani che guardano a me e sperano di ricevere i consigli giusti da parte mia. Cerco di spiegare a tutti loro che è tutto nelle loro mani, però devono lavorare duro e studiare molto. L’industria del gioco d’azzardo è in confusione poiché sta affrontando un momento in cui l’opinione pubblica è contro di essa perché ritenuta come la colpevole della rovina di alcune famiglie, in particolare il settore delle slot. L’industria, a mio modo di vedere, non è stata in grado di reagire perché piuttosto che essere uniti e provare ai regolatori e ai governi che il gioco è una componente essenziale per gli esseri umani c’è troppa divisione al suo interno e ognuno cerca di trovare la soluzione singolarmente”. E’ quanto afferma il CEO di Stanleybet, Giovanni Garrisi, in un’intervista a Focus gaming News. “L’industria del gioco deve trovare un nuovo modo per sviluppare e rinnovare l’esperienza di gioco e renderla sempre migliore, anche e soprattutto grazie all’intelligenza artificiale. I regolatori e i regolamenti sono importanti – prosegue Garrisi -, ma stiamo passando da una totale assenza di restrizioni ad un esasperazione di regole in Europa. Non c’è solo un problema regolatorio, ma anche giuridico proprio a causa di questa ossessione di regolare il settore che rende quasi impossibile lavorare in questo mondo. La priorità di Stanleybet, durante l’espandersi della pandemia, è stata quella di creare un modello matematico di crescita del virus raggiungendo la facile conclusione di un futuro non roseo riuscendo ad avere la esatta previsione della curva dei contagi in Italia. Al momento – spiega Garrisi – il nostro progetto principale è l’intelligenza artificiale che, secondo me, ci permetterà di offrire ai consumatori un’esperienza diversa. Noi vogliamo che in futuro i computer riescano a comprendere le necessità dei giocatori dallo sguardo o dal tono di voce per essere in grado di offrire esattamente quello che il cliente si aspetta. Stiamo sviluppando un bot che riesca a sembrare un essere umano e non un software, ma ovviamente c’è tanta strada da fare. Il nostro bot si chiama “Alicia” ed è un ologramma e nelle nostre intenzioni sarà la prima cassiera virtuale nei negozi di scommesse e i primi test saranno effettuati nelle nostre agenzia in Olanda. Spero che ciò possa accadere in un anno dal nostro ritorno effettivo nei nostri uffici, sperando che la pandemia passi in fretta. I computer sono molto stupidi, riescono a fare alcune cose molto velocemente ma gli esseri umani sono sicuramente più intelligenti. Quindi, la vera sfida è quella di riuscire a far fare ad un software milioni o addirittura miliardi di combinazioni rapide che possano riuscire a compararlo ad un essere umano. Ma cosa accadrà quando ci riusciremo? Assolutamente niente, perché alla fin dei conti il computer avrà sempre bisogno del nostro controllo. Credo che ciò sia un aspetto molto interessante sotto molti punti di vista, non solo quello dello sviluppo dell’industria del gioco. Il Covid-19 – conclude Garrisi – è come la terza guerra mondiale. In Italia siamo a pochi giorni dal collasso degli ospedali. Il problema è che nel disastro che stiamo vivendo c’è stata una cattiva gestione che ha reso ancora più instabile il nostro sistema. Questo non è solo un problema dei singoli Stati, ma coinvolge tutti”. ac/AGIMEG