“L’analisi di Maurizio Ughi appare pienamente condivisibile. C’e’ il rischio che lo Stato manchi l’appuntamento con una reale riforma dei giochi consegnando a Stanley e ai Concessionari l’incubo per tutti, Stato incluso, di altri 9 anni di contenzioso – riporta una nota della Stanleybet – Lo dicono molteplici segnali che arrivano dal mercato. Ad esempio il convegno per la presentazione del libro di Chiara Sambaldi, noto avvocato di settore, mediamente non molto fortunato di fronte a casi Stanley, dove viene perorata l’intensificazione delle sanzioni per la legge 401. In modo, scopre il valoroso legale, che siano possibili anche le intercettazioni telefoniche. Pensa l’avvocato Sambaldi, dall’alto della sua competenza, che una legge che va disapplicata nel caso di CTD Stanley riacquisti dignita’ solo perche’ se ne aumentano le sanzioni? Due cose sono sicure: 1) che la legge continuera’ ad essere disapplicata anche con sanzioni piu’ alte: se e’ sbagliata quando si applica a Stanley, e’ sbagliata e basta; 2) aumenteranno i danni collaterali, questo si, e quindi anche il livello dei risarcimenti chiesti da Stanley ai poveri funzionari mandati allo sbaraglio contro i suoi CTD. Vi e’ poi la storia comica dell’imposta unica: la Stanley ha detto fin dall’inizio che mentre e’ dovuta da tutti gli altri CTD, non e’ dovuta dai CTD Stanley. E, dopo che il tasso di vittorie Stanley alle commissioni provinciali tributarie ha ora superato il 33% (il che e’ clamoroso per una vicenda tributaria), arrivano anche i rinvii alla Corte di Giustizia e alla Corte Costituzionale, rispettivamente dalla Commissione Tributaria Regionale della Lombardia, organo di appelllo, e dalla Commissione provinciale di Rieti. Quindi si comincia a capire che la resa dei conti e’ vicina e il sospetto che Stanley avesse ragione comincia a serpeggiare a tutti i livelli. Anche tra i funzionari pubblici AAMS che la Stanley aveva avvertito, e poi chiamato a giudizio, circa la necessita’ di interrompere quasiasi pretesa contro i propri CTD in materia di imposta unica. Nello stesso senso anche recenti provvedimenti giudiziari ai quali Stanley non ritiene opportuno dare pubblicita’ ma che rafforzeranno in giudizio la fondatezza della sua pretesa risarcitoria verso i funzionari AAMS. Naturalmente si assiste alle dichiarazioni belliche dei vari avvocati ‘di parte’, spesso di parte perdente, ma ben consapevoli che la continuazione del contenzioso contro Stanley si accompagna a ricche parcelle, che anziche’ riconoscere la necessita’ di voltare pagina continuano a fomentare gli operatori credendo che il loro presunto salvacondotto professionale li metta al riparo da ogni rischio. Vedremo. La Stanley nel presente contesto di radicalizzazione dello scontro, non consentira’, a nessun livello, la violazione della legge. Vi e’ poi la categoria degli ‘avvocati esperti del settore’ come Stefano Sbordoni che ammette, in una lunga intervista [alla testata Totoguida Scommesse] che “Se le tesi delle Commissioni Tributarie (dalla Lombardia a quella di Rieti) dovessero essere accolte, si rischia che tutti i condoni previsti a partire dalla stabilita’ 2015 possano essere dichiarati illegittimi, infierendo una nuova ferita al sistema concessorio.” Con la possibilita’, prosegue l’Avvocato Sbordoni, “…. che la nuova rete del 2016, possa rischiare di convivere ancora una volta con una rete parallela….”.Insomma la situazione e’ chiara: il contenzioso contro Stanley, se mantenuto, porta ad altri 9 anni di rete parallela. Stanley non vuole questo e certamente neanche i concessionari piu’ avveduti. Se il governo pensa di poter disciplinare il settore con la legge delega ma senza cercare l’accordo di Stanley e dei Concessionari, ormai stremati da 15 anni di battaglie, fa un clamoroso buco nell’acqua. Quindi ben venga la coraggiosa uscita di Maurizio Ughi, nemico storico Stanley ma sempre stimato per la sua coerenza e la sua intelligenza, di consigliare allo Stato di raggiungere un accordo transattivo con Stanley. Certo, forse la parola ‘transattivo’ non e’ appropiata ma la direzione e’quella giusta: cominciare a parlarsi. Per questo ci permettiamo di proporre al Ministero dell’Economia l’apertura di un tavolo ufficiale di analisi della situazione tra Stanley, i rappresentanti dei Concessionari e lo stesso Ministero dell’Economia” – conclude quindi la nota di Stanleybet – Al fine di cercare la reciproca comprensione in grado di mettere fine a 15 anni di contenzioso e avviare il sistema Concessorio, reso piu’ moderno ed adeguato ai tempi, verso un futuro di stabilita’. Non e’ forse quello che vorremmo tutti?”