La Seconda Seizone della Corte di Giustizia emetterà a breve la sentenza sulla causa Politanò, con cui in sostanza la BetUniq punta a far dichiarare discriminatori i requisiti economici previsti nel bando Monti. Il bookmaker maltese – successivamente finito al centro dell’inchiesta Gambling – venne infatti escluso dalla gara perché presentò un’unica referenza bancaria, invece delle due richieste dal bando. Nei ricorsi che l’hanno portata di fronte alla CGE, la compagnia – che all’epoca della gara era stata costituita da circa un anno – ha sostenuto che il requisito della doppia referenza non fosse noto in anticipo, circostanza che ostacolò la partecipazione degli operatori più giovani. Inoltre, ha argomentato che esistessero altri strumenti per dimostrare l’affidabilità economica dei candidati. Una tesi che aveva convinto la Commissione Europea – intervenuta nella controversia con delle memorie – secondo cui la doppia referenza poteva tradursi in un ostacolo alla libertà di stabilimento. L’avvocato generale della Corte di Giustizia Nils Wahl, invece, nelle proprie conclusioni depositate lo scorso giugno ha sostenuto che la clausola fosse legittima: “Appare, per esempio, legittimo per gli Stati membri prevedere delle legislazioni che offrano più garanzie in settori particolarmente delicati come quello del gioco d’azzardo. Sarà quindi compito del giudice nazionale verificare, nel concreto, se le misure previste dallo Stato siano proporzionate o meno rispetto al perseguimento di questi obiettivi”. gr/AGIMEG