300 mila euro per ogni mese di ritardo. È il risarcimento del danno che Obiettivo 2016 chiede, in un ricorso depositato da poche ore al Tar Lazio, all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per non aver pubblicato il bando per 15mila punti scommesse, previsto dalla legge di Stabilità, entro il 30 giugno 2016. La mancata pubblicazione della gara, in attesa dell’accordo Stato-Regioni, rappresenta un “illegittimo ostacolo all’ingresso nel mercato” e un “perpetrare dell’assetto discriminatorio” esistente. Nel giugno scorso, l’Agenzia ha chiesto agli operatori di estendere le garanzie per versamenti delle imposte e vincite dei giocatori, oltre a un impegno formale a partecipare alla gara. Negli ultimi anni, Obiettivo 2016 ha poi deciso di “operare direttamente nel segmento dell’offerta di scommesse verso l’utente finale, dotandosi di risorse economiche e organizzative idonee a svolgere tale attività” e la data del 30 giugno 2016 rappresentava la fine del “contenzioso sulla reclamata ‘normalizzazione’ del mercato del gioco lecito”. Al momento, invece, persiste “il duplice regime di operatività delle imprese nel mercato italiano dell’offerta delle scommesse”: da un lato il mercato regolamentato dei concessionari di Stato, dall’altro una sorta di ‘free market’ degli operatori transfrontalieri, in cui si opera senza vincoli di sorta, senza controlli, senza oneri tributari. L’Agenzia “ha arbitrariamente e senza giustificazione procrastinato l’avvio di un nuovo ciclo concessorio” che doveva realizzare “per legge”. Non esiste, infatti, secondo la legge di stabilità, “una diretta e necessaria consecuzione” tra la ridefinizione dei criteri distributivi dei punti vendita e la sostituzione dei rapporti concessori in scadenza. Una situazione che, per Obiettivo 2016, corrisponde non solo “all’ennesimo rinvio dei propri programmi imprenditoriali, ma anche nell’amplificata incertezza del quadro regolatorio che continuerà ad essere esposto alla possibilità di censura da parte degli operatori transfrontalieri”. Il ritardo, tra l’altro, rappresenta uno “svantaggio competitivo” per Obiettivo 2016, dato dal perdurare delle imprese già attive nella raccolta di gioco che “beneficeranno della possibilità di difendere per un tempo ulteriore il proprio posizionamento di mercato”. lp/AGIMEG