Scommesse illegali: ecco la relazione completa della Direzione Investigativa Antimafia sulle tutte le operazioni del primo semestre 2022

Il Ministro dell’Interno ha presentato alla Camera dei Deputati la Relazione sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia del primo semestre del 2022.

“L’analisi dei fenomeni delittuosi e l’esame delle operazioni di contrasto concluse dalle Forze dell’ordine, con riferimento al primo semestre del 2022, confermano la tendenza rilevata ormai da diversi anni circa il generale inabissamento dell’azione delle consorterie più strutturate che hanno raggiunto un più basso profilo di esposizione e, come tale, particolarmente insidioso proprio in ragione dell’apparente e meno evidente pericolosità. Tale atteggiamento risulta sempre più diffuso in tutte le matrici mafiose in considerazione del vantaggio loro derivante dalla mimetizzazione nel tessuto sociale e dalla conseguente possibilità di continuare a condurre i propri affari illeciti in condizioni di relativa tranquillità senza destare le attenzioni degli inquirenti”, si legge nel testo.

CRIMINALITÀ ORGANIZZATA SICILIANA

La criminalità organizzata siciliana continua ad annoverare, tra le principali fonti di guadagno il traffico di stupefacenti, la gestione del giro di scommesse on line, le estorsioni declinate in tutte le loro forme e, con particolare riferimento alla zona di Palermo, la ricettazione e il riciclaggio di metalli preziosi – provento di rapine e furti – mediante la complicità di imprese commerciali del tipo “compro oro”.

I principali interessi criminali delle mafie siciliane si confermano il traffico di stupefacenti, le estorsioni e l’usura, il gioco e le scommesse online, attività tuttora molto remunerative.

Un settore particolarmente appetibile a cosa nostra, che garantisce elevatissimi profitti a fronte di rischi molto modesti, è costituito dal settore dei giochi e delle scommesse online. In tale ambito, le attività di contrasto eseguite anche sul piano patrimoniale dalla Magistratura e dalle Forze di polizia hanno evidenziato una tendenza dei principali gruppi mafiosi a garantirsi la gestione, diretta o indiretta, di concessionarie di giochi e di sale scommesse, anche imponendo in maniera più rudimentale la sola installazione di slot machine in bar o tabaccherie, garantendosi una particolare forma di controllo del territorio, funzionale anche al riciclaggio dei capitali illecitamente accumulati.

Provincia di Palermo

Cosa nostra palermitana persegue un ampio spettro di interessi criminali sebbene tra le principali fonti di guadagno delle famiglie si confermano tuttora il traffico di sostanze stupefacenti e le estorsioni. Seguono le scommesse on line e le attività di riciclaggio accompagnate da diverse forme di infiltrazione dell’economia legale.

Altra attività investigativa degna di nota, ulteriore sviluppo dell’operazione “Stirpe e tentacoli” (2021), è quella conclusa il 17 maggio 2022 con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 31 soggetti ritenuti affiliati al mandamento di Ciaculli. L’indagine ha disvelato un canale di approvvigionamento di droga con la Calabria, mettendo in luce anche oltre 50 episodi estorsivi commessi in danno di imprenditori e commercianti e mai denunciati verosimilmente per il timore di ritorsioni. I sodali esercitavano il serrato controllo di una vasta area agricola grazie all’imposizione della c.d. “sensalerìa” “…o meglio dell’imposizione del pagamento ingiustificato di una somma di denaro ogni qual volta venga venduto un immobile nella zona di competenza…”, della “guardianìa” e della illecita distribuzione di acqua sottratta da una conduttura pubblica e rivenduta agli agricoltori. Dalla lettura del provvedimento, infatti, si evince che “…oltre agli introiti derivanti dalla vendita della risorsa idrica, vi erano anche quelli della cosiddetta “guardiania”: essa consiste nel pagamento di una somma di denaro da parte dei proprietari terrieri, quantificata in 8 euro per ogni tomaia (tomolo) di terra”. Nel medesimo contesto sono state sequestrate alcune attività commerciali e due società per scommesse on-line, a conferma di come alle tradizionali attività criminali di tipo parassitario si affianchi una più moderna gestione delle risorse illecite mediante il ricorso al gioco on-line, settore in cui negli ultimi decenni cosa nostra ha acquisito una notevole dimestichezza con tali “nuove opportunità” per riciclare e moltiplicare il proprio patrimonio. Anche l’inchiesta “Intero mandamento”, conclusa il 25 maggio 2022 con l’esecuzione di un’ordinanza cautelare emessa nei confronti di 9 affiliati al mandamento Noce-Cruillas, ha ulteriormente confermato come le principali fonti di lucro della consorteria mafiosa risultino le estorsioni “a tappeto” in danno di qualsivoglia impresa economica, la gestione delle piazze di spaccio e delle attività illecite connesse alle scommesse on-line, tutte poste in essere grazie ad un diffuso controllo del territorio. L’indagine, in particolare, ha disvelato la piena operatività della consorteria come detto nel “…settore delle scommesse e dei siti internet illegali da distribuire nelle agenzie operanti nella sua zona di influenza”.

I medesimi interessi criminali risultano perseguiti anche nel mandamento di Villagrazia-Santa Maria di Gesù come confermato il 14 giugno 2022 dall’operazione “Navel”, con l’esecuzione di un’ordinanza cautelare nei confronti di 24 affiliati al mandamento in argomento, ritenuti responsabili di estorsione, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e di rapina. Nel medesimo contesto è stato eseguito il sequestro preventivo di società e imprese individuali. L’inchiesta ha documentato anche le manifestazioni più tradizionali del potere mafioso esercitato nel territorio, dall’attività estorsiva alla gestione del traffico degli stupefacenti, dall’intestazione fittizia di beni e partecipazioni occulte nelle società, alla organizzazione delle feste rionali nei quartieri del mandamento e, ancora, dalla risoluzione di problematiche (non solo economiche) delle famiglie dei detenuti e la gestione dei dissidi familiari, all’infiltrazione nel settore dei giochi e delle scommesse. Gli accertamenti giudiziari hanno, inoltre, fatto emergere “a carico degli uomini d’onore una pluralità di condotte di intestazione fittizia di beni, con cui gli affiliati mafiosi hanno celato la loro titolarità e la gestione concreta di più attività economiche redditizie, con disponibilità di esercizi commerciali e di partecipazioni societarie occulte”. Il provvedimento ha quindi confermato la perdurante centralità di questa articolazione mafiosa mantenutasi salda nel tempo nonostante i numerosi momenti di crisi registrati in seno a cosa nostra. Ciò costituisce inequivoco indice del radicato humus mafioso che permea il territorio di Villagrazia-Santa Maria di Gesù, nonché della capacità della consorteria di esprimere personalità forti e autorevoli nel pieno rispetto delle tradizionali regole dell’organizzazione.

Provincia di Trapani

Il 22 aprile 2022, in Castelvetrano (TP), la DIA ha confiscato 2 immobili, 4 veicoli, una ditta operante nel settore dell’erogazione di servizi internet, 2 quote societarie e rapporti finanziari, per un valore complessivo di circa 300 mila euro, in pregiudizio di un imprenditore attivo nel settore dei giochi on-line e ritenuto “vicino” alla consorteria mafiosa locale, con l’appoggio della quale si era garantito l’espansione aziendale nell’intero territorio della Sicilia occidentale. Il provvedimento consolida quasi specularmente il sequestro eseguito nei confronti del medesimo nel maggio 2020, contestualmente all’applicazione della misura personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per la durata di tre anni e mezzo sulla scorta della proposta di applicazione di misura di prevenzione formulata dalla DIA, in forma congiunta con la Procura di Palermo, il 18 novembre 2019.

È da ritenersi, inoltre, che cosa nostra trapanese continui a mantenere alto l’interesse nel settore del gaming, straordinario strumento per il riciclaggio dei capitali illeciti. Nel semestre in esame non si registrano in questo ambito operazioni di polizia giudiziaria ma sul versante processuale sono intervenute importanti condanne con riferimento alle operazioni “Anno Zero” e “Mafiabet”. Che la raccolta abusiva di scommesse sia riconducibile anche a cosa nostra trapanese, è comprovato anche dagli esiti dell’operazione “Game Over II” conclusa dalla Polizia di Stato nel precedente semestre. Quest’ultima operazione, seppur incentrata sulle consorterie palermitane, ha visto indagati, tra gli altri, un elemento ritenuto contiguo al mandamento di Castelvetrano ed un altro già emerso in precedenti indagini avviate sempre sulle scommesse on-line nel trapanese.

Provincia di Caltanissetta

Sul versante del contrasto ai patrimoni illeciti nella disponibilità delle organizzazioni mafiose, anche nel primo semestre 2022, la DIA ha sviluppato significative attività che l’11 aprile 2022 a Caltanissetta hanno portato al sequestro di due immobili, quattro veicoli, quote di società operanti nel settore delle scommesse, numerosi rapporti finanziari, due centri estetici e una società di commercio di autoveicoli, per un valore complessivo di un milione di euro, a carico di due fratelli pregiudicati e ritenuti “vicini” alla famiglia mafiosa di Caltanissetta. Il provvedimento è scaturito dalla proposta di applicazione di misura di prevenzione formulata dal Direttore della DIA il 20 aprile 2021.

Provincia di Agrigento

L’11 gennaio 2022, nell’ambito dell’operazione “Nautilus” condotta in provincia di Agrigento, di Salerno e in altre zone del territorio nazionale, i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di un sodalizio criminale composto da soggetti indagati per associazione di tipo mafioso ed attivo “…in materia di giochi e scommesse illegali, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego di denaro provento di delitto in attività economiche, autoriciclaggio. A tal fine agivano ognuno consapevole di far parte di un sodalizio criminale, dell’apporto fornito allo stesso dalla propria e dall’altrui condotta nonché del beneficio che ognuno dava all’attività dell’associazione o traeva dall’operatività di questa…”. Tra questi un agrigentino che “…operava mediante la gestione della rete clandestina … omissis, distribuita prevalentemente in Sicilia e in Calabria, associata alla più ampia piattaforma di gaming on-line del …omissis…”. L’indagine ha fatto luce anche su una serie indeterminata di delitti in materia di giochi e scommesse illegali con l’aggravante, per taluni di questi reati, di aver agevolato il clan camorristico dei “Casalesi”.

Provincia di Catania

Appare opportuno segnalare, inoltre, la confisca eseguita il 23 gennaio 2022 nell’ambito dell’indagine “Doppio Gioco” (2021) che ha interessato quote societarie, del valore di circa 160 milioni di euro, riconducibili a 2 imprenditori pugliesi coinvolti nella succitata operazione e responsabili, tra l’altro, di aver agevolato gli interessi illeciti della famiglia SANTAPAOLA-ECOLANO. Anche la famiglia MAZZEI, radicata nel cuore del capoluogo etneo, dispone di articolazioni attive a Bronte, Maletto, Maniace e, a Scicli (RG), tramite il gruppo dei MORMINA. L’organizzazione appare allo stato depotenziata dalle operazioni delle Forze di Polizia e dalle condanne inflitte nel corso degli ultimi anni. Alla stregua degli altri consessi criminali, tale consorteria oltre ad essere attivamente inserita nel settore degli stupefacenti, delle estorsioni, delle scommesse illegali e dei rifiuti, sembrerebbe aver allargato i propri interessi anche a nuovi business quale ad esempio il traffico di prodotti petroliferi.

Degna di nota è la storica contrapposizione tra il clan CAPPELLO e i CURSOTI sfociata l’8 agosto 2020 nel grave fatto di sangue consumato nel quartiere popolare di Librino le cui indagini, confluite nell’operazione “Centauri” dell’aprile 2021, hanno permesso di disvelarne le dinamiche e di individuare i responsabili colpendo i vertici delle due fazioni coinvolte. In tale contesto territoriale i CURSOTI si affermerebbero per le attività estorsive, le rapine, il gioco d’azzardo e il traffico di droga. Particolarmente violenti e inclini all’uso delle armi sono divisi in due frange, quella dei CURSOTI catanesi e quella dei CURSOTI milanesi, questi ultimi maggiormente attivi nel panorama criminale intrattenendo rapporti anche con sodalizi dell’ennese.

Provincia di Siracusa

Accanto alle tradizionali organizzazioni criminali ne coesistono altre che, pur non potendo qualificarle “di tipo mafioso”, rivestono una rilevanza nel panorama criminale provinciale con interessi che continuano a manifestarsi nei tradizionali settori del traffico e dello spaccio di stupefacenti, delle estorsioni, del gioco d’azzardo e dell’usura. Quest’ultimo ambito si conferma tra le forme delittuose più ricorrenti talvolta connesso con lo “sfruttamento” della ludopatia favorita dal sistema delle piattaforme on-line di gioco e scommesse. Al riguardo, una recente indagine ha consentito di disarticolare un’associazione transnazionale, operante ad Augusta (SR) e con propaggini a Catania e Malta, il cui “core business” era incentrato nell’esercizio abusivo del gioco e delle scommesse on-line tramite siti internet non registrati in Italia. I capi dell’organizzazione, fungendo da raccordo tra due distinti gruppi per la gestione dei siti illegali di scommesse ed avvalendosi del rapporto con gestori nazionali ed esteri, riuscivano ad ottenere il credito necessario per l’esercizio del gioco senza anticipare denaro, fidelizzando così i giocatori e assumendo credito, anche usurario, nei loro confronti. Inoltre, nonostante l’imponente giro d’affari, alcuni partecipi all’associazione criminale, mediante dichiarazioni mendaci e senza avere i requisiti prescritti, percepivano anche il reddito di cittadinanza.

Provincia di Messina

La gestione del gioco d’azzardo, unitamente alla capacità di alcune organizzazioni mafiose messinesi di espandersi nell’illecito accaparramento di finanziamenti pubblici destinati al settore agro-pastorale, evidenziano l’evoluzione di talune consorterie e la spiccata capacità di affiancare, ai reati tradizionali dell’associazione mafiosa, abilità imprenditoriali nella gestione di attività criminali particolarmente remunerative.

Invariata risulterebbe la ripartizione delle aree d’influenza dei gruppi messinesi. Nella parte settentrionale della provincia continuerebbe ad operare la c.d. “famiglia barcellonese” che include i gruppi dei “Barcellonesi”, dei “Mazzarroti”, di “Milazzo” e di “Terme Vigliatore”. Si tratta di un sodalizio fortemente radicato che ha evidenziato nel tempo una marcata capacità di riorganizzazione, confermata nel semestre dagli esiti di 3 convergenti attività investigative concluse dai Carabinieri il 22 febbraio 2022 con l’esecuzione di complessive 86 misure cautelari personali e reali. Particolare rilevanza assume la prima indagine, denominata “Alleanza”, per la ricostruzione della struttura e degli assetti della famiglia mafiosa barcellonese, egemone sulla fascia tirrenica della provincia peloritana. Nel delineare i nuovi assetti del sodalizio mafioso in parola, l’attività ha disvelato l’intento di costituire un’unica regia per la gestione delle attività delittuose con la disponibilità di armi, per il monopolio delle attività criminali nel territorio quali le estorsioni anche in danno di locali notturni, per il controllo del business della prostituzione e dello spaccio di stupefacenti, per la gestione di bische clandestine ove promuovere il gioco d’azzardo e, non ultimo, per l’infiltrazione dell’economia legale, in particolare, nel settore dell’ortofrutta in cui la consorteria si sarebbe inserita tramite imprese fittiziamente intestate a terzi.

Quello di “Giostra”, contesto criminale in cui nel passato si sono registrati violenti episodi delittuosi, è in continua evoluzione nonostante le numerose ed incisive attività di contrasto eseguite. Nel dicembre 2019, l’indagine “Predominio” aveva messo in luce la nascita di un nuovo clan mafioso (facente capo a due ex collaboratori di giustizia) e, successivamente, l’operazione “Plaza” del febbraio 2021 aveva comprovato l’operatività del clan nel controllo di alcune attività economiche. In particolare, proprio i due ex collaboratori di giustizia, eludendo le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, avrebbero attribuito fittiziamente la titolarità di un esercizio pubblico, di fatto nella loro disponibilità, ad un compiacente prestanome. L’inchiesta aveva evidenziato altresì una serie indeterminata di delitti contro la persona e il patrimonio, nonché l’acquisizione, in modo diretto o indiretto, della gestione o comunque del controllo di attività economiche specie nel settore delle sale giochi. La zona centro del capoluogo rimarrebbe appannaggio di diverse entità criminali che cooperano fra loro, evitando, per quanto possibile, azioni conflittuali. Nel quartiere “Provinciale” risulterebbe egemone il clan LO DUCA attivo nelle estorsioni con la c.d. “messa a posto” e nel traffico di sostanze stupefacenti. L’operazione “Provinciale” del 2021 aveva posto in luce l’esistenza di un’associazione di tipo mafioso composta da “…tre gruppi associativi stanziati in diverse parti centrali della città che cooperano tra loro, invece di fronteggiarsi, secondo un patto tacito di pace reciproca: un gruppo, facente capo a …omissis…, è stanziato nel territorio di Provinciale, un altro gruppo, facente capo a …omissis…, coesiste nel territorio di Provinciale (e, in particolare, nel rione denominato “Fondo Pugliatti”, ndr), e un terzo gruppo, facente capo a …omissis…, opera nella zona di Maregrosso”. Tale attività investigativa pertanto se, da un lato, confermava la presenza “dominante” del clan LO DUCA nel quartiere “Provinciale” grazie al controllo delle estorsioni e del traffico di sostanze stupefacenti proveniente da Reggio Calabria, dall’altro, documentava l’operatività nella stessa zona delle altre consorterie precedentemente indicate: una quella operante nel rione “Maregrosso” che avrebbe gestito il controllo della sicurezza nei locali notturni e il traffico di sostanze stupefacenti; l’altra, egemone nella zona denominata “Fondo Pugliatti”, che avrebbe tratto ingenti profitti dal settore dei giochi e delle scommesse mediante una società intestata fittiziamente intestata a terzi. Il capo di quest’ultimo clan si sarebbe reso responsabile anche del reato di scambio elettorale politico-mafioso per aver fornito sostegno ad un candidato alle locali elezioni amministrative tenutesi a Messina il 10 giugno 2018. Nel rione “Mangialupi” del centro cittadino peloritano risulterebbe attivo l’omonimo clan rappresentato da storiche famiglie e dedito soprattutto al traffico di stupefacenti per il cui approvvigionamento si rivolgerebbe ai confinanti clan calabresi. Pregresse indagini hanno confermato il suo interesse anche per il settore delle scommesse clandestine e del gioco d’azzardo.

Nel capoluogo peloritano risulterebbe operativa una “cellula” di cosa nostra catanese, riconducibile ai ROMEO-SANTAPAOLA, in grado di coesistere con altri clan a competenza rionale orientati prevalentemente al traffico di stupefacenti e alla gestione di scommesse clandestine.

PROVINCIA DI CASERTA

Le indagini concluse nel semestre hanno evidenziato anche un rinnovato interesse dei sodalizi nella gestione delle piattaforme dei giochi on line e delle scommesse illegali, nonché nell’infiltrazione nel sistema del recupero degli oli esausti mediante forme di illecita concorrenza nel peculiare mercato.

CRIMINALITÀ ORGANIZZATA PUGLIESE

I clan della sacra corona unita, anche nel Salento, farebbero sistematico ricorso a pratiche estorsive e più comunemente definite c.d. “metodo mafioso ambientale”. Il gruppo ROMANO di Brindisi avrebbe puntato di recente anche a monopolizzare la gestione delle slot machine, esercitando in tal modo una forma di controllo del territorio e riuscendo contestualmente a moltiplicare i propri profitti illeciti. Nel settore delle illegali scommesse online, l’indagine “Nautilus” dei Carabinieri ha evidenziato il ruolo di un pregiudicato di spicco della sacra corona unita brindisina dedito “anche ad altri affari illeciti fra i quali quelli connessi alla gestione delle slot machine, dei videopoker e dei giochi elettronici in generale e delle scommesse online”.

L’instancabile fiuto per gli affari orienta le attività criminali delle mafie pugliesi anche in direzione di altre forme di guadagno quali il contrabbando di sigarette e, come accennato, la gestione del gioco e delle scommesse on-line, non tralasciando gli appetibili settori della gestione dei rifiuti e del turismo. In ordine al contrabbando di TLE, pur non rappresentando il business principale della malavita organizzata, esso sembrerebbe suscitare ancora un particolare interesse in quanto rimane una delle voci di bilancio criminale molto remunerativa. Per quanto riguarda la presenza di organizzazioni straniere nel territorio pugliese, oltre ai gruppi albanesi attivi nel narcotraffico, è significativo l’operato della criminalità organizzata composta da cittadini dell’Est (in primis albanesi e rumeni) per le attività di supporto o direttamente coinvolti in attività predatorie.

Provincia di Foggia

A Stornara (FG), invece, è stanziato il gruppo MASCIAVÈ, “vicino” alla criminalità organizzata di Cerignola e dedito principalmente allo spaccio di sostanze stupefacenti, alle estorsioni ed allo smaltimento illecito di rifiuti. In quel territorio il sodalizio ha già da tempo raggiunto una capacità delinquenziale del tutto autonoma applicando il meccanismo della protezioneestorsione che, oltre a essere uno dei canali di arricchimento del gruppo, costituisce un efficace strumento per affermare il controllo del territorio esteso ai Comuni limitrofi ultraregionali. Sotto questo profilo, il monitoraggio di alcuni appartenenti al clan ha permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza compendiati in un’operazione eseguita dalla Polizia di Stato l’8 giugno 2022138, i cui esiti hanno disvelato il coinvolgimento degli affiliati nel settore dei giochi e delle scommesse on line, nonché la loro partecipazione all’assalto ad uno sportello automatico di una banca consumato nel 2019 a Bari.

Provincia di Brindisi

Nel periodo analizzato proprio la consorteria dei ROMANO, a forte connotazione familiare, ha subito un duro colpo a seguito dell’operazione “Nexus” conclusa dai Carabinieri il 21 giugno 2022. Le relative risultanze investigative avrebbero documentato una serie di estorsioni consumate nel capoluogo brindisino ai danni di imprenditori locali e “finalizzate al controllo del territorio rispetto a obiettivi tipicamente perseguiti dalla sacra corona unita”. Sarebbe altresì emerso il ruolo apicale di un soggetto che avrebbe coordinato tutte le azioni criminali dall’interno del carcere ove era detenuto avvalendosi del suo nucleo familiare per garantirsi un efficiente sistema di comunicazioni verso l’esterno. “Lo stesso, infatti, oltre a comunicare a mezzo telefono (con cellulare avente utenza dedicata o durante i colloqui telefonici autorizzati dalla Casa Circondariale), si avvaleva anche dell’utilizzo di manoscritti da lui appositamente redatti, in gergo denominati pizzini (gli stessi venivano convenzionalmente denominati dagli indagati lettere o sfoglie o cartoline)”. L’attività estorsiva era riferibile anche agli incassi provenienti dagli apparecchi elettronici del gioco online, “circostanza questa che rappresenta un ulteriore tradizionale indice sintomatico dell’appartenenza alla sacra corona unita”. Questa attività criminale sarebbe stata talmente radicata da continuare ininterrottamente anche dopo l’arresto di un altro soggetto, noto narcotrafficante, “che era normalmente incaricato a ricevere il denaro oggetto dell’attività estorsiva con cadenza mensile”.

CRIMINALITÀ ORGANIZZATA LUCANA

Anche nel capoluogo si registrano sottoscrizioni di Protocolli di legalità nel più ampio contesto di strategie adottate al fine di prevenire e contrastare ogni forma di illegalità e corruttela e per frenare le mire espansionistiche nei settori economici, pubblici e privati, da parte della criminalità organizzata. Nel senso, risultano numerose le interdittive che, nel semestre, il Prefetto di Potenza ha inteso emettere nei confronti di soggetti operanti nel settore dei giochi e delle scommesse online, di aziende edili ed agricole, nonché di società di servizi per la somministrazione di alimenti e bevande.

Provincia di Potenza

Nel capoluogo potentino le influenze dei clan di camorra sono state documentate nell’indagine “Nautilus” conclusa dai Carabinieri l’11 gennaio 2022. Gli specifici elementi probatori hanno documentato come il complesso sistema illecito “diffuso su tutto il territorio nazionale e con operatività transnazionale” avrebbe permesso di riciclare il denaro illecitamente accumulato dalla camorra tramite le scommesse illegali e il gioco d’azzardo avvalendosi di un soggetto potentino, esperto nel settore del gioco illegale nonché punto di riferimento professionale per il gruppo dei CASALESI in quanto depositario di uno specifico know how in materia.

LAZIO

Nell’area di Roma nord si concentrerebbero gli interessi del gruppo NICITRA che avrebbe assunto il controllo della distribuzione illegale di videopoker e la gestione di altre apparecchiature elettroniche per il gioco d’azzardo.

Nel territorio di Frosinone la contiguità territoriale con le province campane ha senz’altro favorito soprattutto la camorra e, in particolare, Cassino e zone limitrofe risentono principalmente dell’incidenza di questi clan. Nell’area sarebbero infatti predominanti gli interessi riconducibili ai CASALESI, agli ESPOSITO di Sessa Aurunca (CE), ai BELFORTE di Marcianise (CE), nonché a personaggi legati ai clan napoletani LICCIARDI, DI LAURO, MAZZARELLA, GIONTA di Torre Annunziata, che hanno realizzato anche attività di riciclaggio mediante la gestione di locali di gioco e scommesse. Diversi latitanti, nel corso del tempo, hanno infatti cercato rifugio in questi luoghi come documentato dagli arresti, eseguiti nel recente passato, di esponenti di spicco legati ai clan AMATO-PAGANO, POLVERINO e ai CASALESI. Anche in questo territorio il traffico di stupefacenti continua a rappresentare la più importante attività per la criminalità organizzata, seguita da usura, estorsioni e riciclaggio realizzato anche nell’ambito del settore dei giochi e delle scommesse illegali.

La criminalità cinese continua a mantenere elevata la sua capacità di protezione da possibili ingerenze esterne fondata essenzialmente sulla spiccata capacità di intimidazione e sul rigoroso rispetto di regole di omertà, divenute ormai parte integrante della subcultura criminale diffusa anche in questi ambienti malavitosi. Fra i reati tipici di questa matrice orientale si evidenziano la contraffazione, la falsificazione documentale, lo sfruttamento della prostituzione, le estorsioni, l’usura e le rapine commesse in danno di connazionali, le scommesse clandestine, lo spaccio di cannabis e di metanfetamine (in particolare, il c.d. “shaboo”), il riciclaggio, il trasferimento fraudolento di valori con numerose operazioni frazionate o “sotto soglia” al fine di aggirare le stringenti normative in materia di antiriciclaggio e altri reati tributari con il frequente ricorso all’emissione di fatture per operazioni finanziarie inesistenti.

CRIMINALITÀ CINESE

Oltre alla Toscana, ove i sodalizi cinesi si sono sviluppati parallelamente agli ormai storici insediamenti attivi nel distretto tessile di Prato, risultano molto presenti anche in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Campania e nel Lazio. Le evidenze investigative hanno dimostrato che, all’interno di tali comunità etniche, si riscontra anche la commissione di reati quali estorsioni e rapine in danno dei connazionali, mentre le attività illecite verso l’esterno si rinvengono nella contraffazione di marchi, nel traffico e spaccio di metamfetamine, nel traffico illecito di rifiuti, nella gestione di giochi e scommesse clandestine e nella commissione di reati economico-finanziari con cui è frequente la costituzione di società c.d. “apri e chiudi”

CRIMINALITÀ ROMENA

Nel semestre in esame sono emersi collegamenti tra la criminalità locale e quella romena con particolare riferimento allo sfruttamento della prostituzione. In tale contesto, un’operazione di polizia ha fatto emergere come l’indagata associazione romena sia stata il vero motore propulsivo del traffico di donne e dello sfruttamento della loro prostituzione (riuscendo a carpire la fiducia delle donne reclutate e costringendole poi a prostituirsi e a versare all’organizzazione tutti i proventi del meretricio), mentre i coindagati italiani hanno avuto un ruolo esclusivamente marginale, fornendo supporto logistico ed operativo al sodalizio. Dall’analisi dei fenomeni criminali, non è invece emerso il coinvolgimento di sodalizi mafiosi autoctoni che permangono non interessati, almeno direttamente, alla gestione del business della prostituzione. In taluni ambiti territoriali, la consolidata presenza di famiglie di origine rom e di comunità Sinti sarebbe riconducibile alla consumazione di condotte illecite prevalentemente finalizzate allo spaccio di stupefacenti, all’usura, al gioco d’azzardo, alle truffe, alle estorsioni e al riciclaggio.

CRIMINALITÀ ALBANESE

Un sodalizio composto da 20 soggetti (10 albanesi, 9 italiani e 1 romeno) è stato colpito da una misura cautelare il 24 gennaio 2022 eseguita dai Carabinieri e dalla Guardia di finanza di Chieti. Le attività investigative hanno documentato il traffico di ingenti quantità di sostanze stupefacenti, nonché numerose attività estorsive attuate anche in forma violenta e con l’uso delle armi, nell’area di Vasto. Lo stupefacente veniva approvvigionato in Calabria da esponenti delle “ndrine” di Vibo Valentia, nonché in Emilia Romagna, Puglia e Abruzzo per poi essere immesso nelle piazze di spaccio da una moltitudine di soggetti di nazionalità albanese ed italiana. L’attività investigativa ha consentito di documentare anche la gestione di attività commerciali (bar, negozi di ortofrutta, concessionarie di automobili, videolottery, sale slot e servizi di scommesse) grazie ai proventi illeciti, nonché l’operatività del gruppo nel “controllo” dei servizi di sicurezza imposti ai gestori dei locali notturni lungo la costa meridionale abruzzese e dell’alto Molise tramite pratiche estorsive aggravate dal metodo mafioso. Inoltre, venivano documentati alcuni attentati incendiari e danneggiamenti posti in essere tra le fazioni che si contendevano l’egemonia per la gestione del servizio di “security” e in particolare, dalla componente albanese. Congiuntamente alle misure cautelari personali è stato anche sequestrato un bar che costituiva la principale base operativa del sodalizio criminale.

CRIMINALITÀ ORGANIZZATA ITALIANA ALL’ESTERO E RELAZIONI INTERNAZIONALI

L’utilizzo sempre maggiore della tecnologia ha consentito, altresì, ad imprenditori riconducibili alle organizzazioni criminali, operativi nel settore del gioco d’azzardo e delle scommesse, il c.d. gaming e betting, di costituire società “cartiere” con sede legale nei paradisi fiscali, atte a far nascere un mercato parallelo a quello legale finalizzato a realizzare smisurate forme di guadagno e, nel contempo, a riciclare cospicue quantità di denaro.

GERMANIA

Cosa nostra grazie alla presenza di numerosi immigrati di origine siciliana, è riuscita a imporsi nel florido mercato delle attività illegali soprattutto mediante soggetti provenienti dall’agrigentino attivi nel settore dello spaccio di sostanze stupefacenti e degli appalti. Al riguardo, recenti attività investigative hanno portato alla luce gli interessi del clan RINZIVILLO di Gela (CL) nei settori del narcotraffico e del riciclaggio, nonché la presenza di alcuni esponenti riconducibili alla famiglia SANTAPAOLA-ERCOLANO che riciclavano i proventi dei giochi on line nell’acquisito di terreni, fabbricati e società.

Il 24 marzo 2022, nel prosieguo delle attività investigative che nel marzo dello scorso anno avevano consentito di accertare gli interessi della famiglia catanese dei SANTAPAOLAERCOLANO nel settore delle scommesse nel territorio nazionale ed europeo (Germania, Polonia e Malta), il Tribunale di Catania ha disposto la confisca relativa al patrimonio di 2 soggetti che avevano riciclato i proventi dell’evasione fiscale, tramite una società maltese, nell’acquisto di terreni, fabbricati e società in Italia e in Germania.

AUSTRIA

Sebbene non siano emersi riscontri circa la presenza di organizzazioni mafiose italiane radicate nel territorio, le recenti operazioni “Galassia” e “Game Over” hanno consentito di mappare la presenza dei gruppi criminali legati alla ‘ndrangheta e a cosa nostra che hanno diversificato i loro interessi criminali nei settori del riciclaggio di beni con investimenti immobiliari e con il reimpiego dei proventi illeciti nel settore delle scommesse.

ALBANIA

Il Paese è ancora vulnerabile al fenomeno del riciclaggio di denaro proveniente, principalmente, dal traffico degli stupefacenti e reimpiegato nei settori dell’edilizia e dell’imprenditoria in generale. L’Albania, caratterizzata da un’economia informale basata sul contante, è interessata dalla presenza di sodalizi malavitosi organizzati, collegati con altri assetti criminali operanti in tutta Europa ed in Sud America. La maggior parte delle case da gioco sono state chiuse e dichiarate illegali nel 2019, ad eccezione di quelle presenti nei resort di lusso e nelle case sottoposte a vigilanza dell’Agenzia sul gioco d’azzardo. Le scommesse on-line, sebbene illegali, verrebbero tuttavia praticate mediante l’utilizzo di piattaforme situate al di fuori dell’Albania. L’Unità di Informazione Finanziaria dell’Albania è componente del gruppo Egmont.

MALTA

Attività investigative condotte nel corso degli ultimi anni mostrano come tra le attività illecite più praticate vi sia quella legata al settore delle scommesse on line, in cui maggiormente attivi sono i clan della ‘ndrangheta. Si suppone che anche cosa nostra continui a mantenere alto l’interesse nel gaming, come emerso da alcune operazioni conclusesi nel corso del semestre in esame. Il 24 marzo 2022, nell’ambito di attività di indagine coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania, è stato eseguito un provvedimento di confisca relativo al patrimonio di 2 indagati per associazione per delinquere finalizzata alla raccolta di scommesse clandestine, con l’aggravante del reato transnazionale. Nel marzo dello scorso anno era stata eseguita un’operazione di polizia giudiziaria che aveva disvelato come alcuni soggetti, al fine di favorire gli interessi della famiglia SANTAPAOLAERCOLANO, avevano ideato in internet un’apposita piattaforma di gioco, non autorizzata a operare in Italia, attribuendone la proprietà a una società maltese. Alcune operazioni di polizia giudiziaria, concluse nel corso degli ultimi anni, testimoniano che la criminalità pugliese, al pari delle altre matrici mafiose, è interessata al mercato illecito del gaming i cui proventi hanno consentito l’acquisizione di partecipazioni societarie, disponibilità finanziarie, automezzi, imbarcazioni, accessori di lusso e immobili. Come avvenuto in passato il territorio maltese potrebbe continuare ad essere sfruttato dai clan soprattutto legati alla mafia per far trascorrere periodi di latitanza ai propri appartenenti.

CANADA

In Canada, la criminalità organizzata di origine italiana interessa prevalentemente le zone di Montreal (cosa nostra), Toronto e Thunder Bay (’ndrangheta), con interessi nel traffico di stupefacenti, nelle estorsioni, nell’usura, nel gioco d’azzardo, nel riciclaggio dei proventi illeciti e nell’infiltrazione nel settore degli appalti pubblici. Le citate organizzazioni si sono, nel tempo, profondamente radicate, assumendo posizioni di rilevo nella gestione degli affari criminali. La ’ndrangheta, in particolare, che si è consolidata in una vera e propria struttura gerarchicomafiosa, vanta contatti diretti con i maggiori produttori di droga e, avvalendosi di una pervasiva e ramificata presenza di affiliati in tutto il mondo, ha ormai assunto la leadership nel traffico internazionale di stupefacenti.

ROMANIA

La camorra opera prevalentemente nel settore delle scommesse on line e è apparsa la propensione a realizzare complesse attività di riciclaggio nel settore degli immobili e nell’ambito alimentare, grazie alla costituzione ad hoc di società commerciali.

Analisi e approfondimento delle segnalazioni di operazioni finanziarie sospette (SOS)

Nel semestre in disamina, all’esito del predetto processo di analisi massiva sono state selezionate, per i profili d’interesse della DIA in quanto suscettibili di sviluppi operativi, 11.144 SOS (circa il 15% delle 73.037 pervenute) 2.192 delle quali caratterizzate da profili di diretta attinenza alla criminalità mafiosa e 8.952 riconducibili ai c.d. reati spia. La classificazione delle SOS selezionate per i profili d’interesse della DIA in relazione alle categorie di soggetti obbligati ha evidenziato come la maggior parte delle segnalazioni (78% circa) risulti originata da intermediari bancari e finanziari. Gli altri operatori finanziari incidono, invece, per il 13% circa. Seguono, a notevole distanza, gli operatori di gioco e scommesse (4% circa), i professionisti (3% circa) e altri operatori non finanziari (2% circa).

CRIMINALITÀ ORGANIZZATA CALABRESE – Investigazioni preventive

il 24 gennaio 2022, a Milano e Roma, nell’ambito di attività coordinata dalla Procura di Reggio Calabria, è stato eseguito il sequestro di cospicue disponibilità finanziarie, nonché di quote societarie relative a 8 società attive nel campo informatico, delle scommesse e delle lotterie, per un valore complessivo di oltre 2 milioni di Euro, riconducibili ad un pluripregiudicato per reati predatori e gravemente indiziato di appartenere alla cosca ‘ndranghestista RASO-GULLACEALBANESE, attiva nel territorio della provincia di Reggio Calabria ma con ramificazioni anche al nord Italia. Il provvedimento è stato integrato, il 17 febbraio 2022, dall’ulteriore sequestro14 di 3 quote societarie, a Milano e a Catanzaro, del valore complessivo di 92.500 Euro.

CRIMINALITÀ ORGANIZZATA SICILIANA – Investigazioni preventive

Il 22 aprile 2022, a Castelvetrano (TP), è stata eseguita la confisca di 2 immobili, 4 veicoli, di una ditta operante nel settore dell’erogazione di servizi internet, 2 quote societarie nonché 7 rapporti finanziari, per un valore complessivo di oltre 270 mila Euro, in pregiudizio di un imprenditore del settore dei giochi online ed espressione della consorteria mafiosa locale con l’appoggio della quale si era garantito l’espansione dell’attività sull’intero territorio occidentale dell’Isola, introitando mediante lo scudo fornito da marchio legale, cospicui introiti discendenti dalla raccolta di scommesse illecite. Il provvedimento, che consolida quasi specularmente il sequestro operato a carico del medesimo nel maggio del 2020 e che ha altresì disposto l’applicazione della misura personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di 3 anni e 6 mesi, scaturisce dalla proposta di applicazione di misura di prevenzione formulata dalla DIA, in forma congiunta con la Procura di Palermo il 18 novembre 2019.

L’11 aprile 2022, a Caltanissetta, è stato eseguito il sequestro di 2 immobili, 4 veicoli, 3 quote relative a società operanti nel settore delle scommesse, nonché numerosi rapporti finanziari, 2 centri estetici e una società di commercio di autoveicoli, per un valore complessivo di 1 milione di Euro, a carico di due fratelli pluripregiudicati per reati contro la persona e il patrimonio, nonché per delitti concernenti le armi e gli stupefacenti, organici alla famiglia mafiosa di Caltanissetta. Il provvedimento scaturisce dalla proposta di applicazione di misura di prevenzione formulata dalla DIA il 20 aprile 2021.

INVESTIGAZIONI GIUDIZIARIE

Il 7 giugno 2022, il Centro Operativo DIA di Napoli, nell’ambito dell’operazione “Babele” ha eseguito 25 misure cautelari, di cui 17 in carcere ed 8 agli arresti domiciliari, emesse dal GIP presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – DDA. Gli indagati, ritenuti appartenenti al clan MALLARDO di Giugliano in Campania (NA), sono stati accusati dei reati di estorsione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, false attestazioni in atti destinati all’Autorità Giudiziaria, favoreggiamento personale, fittizia intestazione di beni, impiego di denaro di illecita provenienza, autoriciclaggio, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, tutti con l’aggravante dal metodo mafioso. Il sodalizio controllava, altresì, diversi gruppi satellite operativi sui territori limitrofi di San Nicola, della zona del Selcione, di Varcaturo-Lago Patria e dell’area cumana. Il principale indagato, già condannato alla pena di 30 anni di reclusione per omicidio, ha scontato, per un periodo, la pena in regime di detenzione domiciliare per ragioni di salute in un comune del Piemonte. Autorizzato a recarsi periodicamente a Giugliano in Campania per sottoporsi a cure mediche, durante i giorni di permanenza nel comune campano avrebbe assunto la reggenza del clan, organizzando summit con gli altri affiliati e gestendo i proventi delle attività illecite che confluivano in una cassa comune da utilizzare sia per il proprio sostentamento, sia per quello degli altri appartenenti detenuti e delle loro famiglie. Per la gestione degli affari illeciti, oltre ad avvalersi anche dei suoi familiari più stretti, tutti tratti in arresto, si è impegnato sia nella risoluzione di conflitti interni, gestendo in particolare rapporti con il gruppo scissionista delle “palazzine” di Giugliano sia nel consolidare gli storici rapporti del clan MALLARDO con i sodalizi napoletani CONTINI, LICCIARDI e BOSTI, tutti federati all’interno della c.d. ALLEANZA di SECONDIGLIANO. Dalle indagini sono, inoltre, emerse alcune fittizie intestazioni di beni, tra i quali un’agenzia di scommesse, tutti sottoposti a sequestro preventivo. cdn/AGIMEG