dai nostri inviati a Rimini – “Così come è formulata oggi, la scommessa ippica è perdente. L’errore è stato quello di creare tanti ippodromi, ma spesso senza qualità in termini di corse. Così facendo gli introiti delle gare più importanti vengono ‘spalmati’ su troppi circuiti, a discapito del settore e degli allevatori, che invece rappresentano il cuore dell’intero sistema”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Giuseppe Giove, Amministratore Unico delle Agenzie ippiche Giove, nel corso dell’Enada di Rimini. “Purtroppo viviamo la concorrenza di giochi che, come ad esempio le scommesse virtuali sull’ippica, hanno un payout molto più elevato, di almeno una decina di punti percentuali rispetto a quello che possono fornire le scommesse ippiche tradizionali. Serve puntare a un innalzamento di questa quota per rendere il prodotto ippico più accattivante, oltre a investire maggiormente sulla qualità, a scapito della quantità di corse”. La disamina di Giove tocca anche le scommesse sportive, schiacciate fra concorrenza illegale e contrasto da parte delle stesse istituzioni: “Nel mercato operano soggetti illegittimi, che non rispondono alle nostre stesse regole e per questo sono in grado di fornire un prodotto più ricco per il giocatore. Serve un bando di gara unico che faccia chiarezza in materia e che non danneggi chi da anni lavora rispettando le regole. Allo stesso tempo, la stretta del Governo e dei Comuni sul gioco, in particolare in tema di distanze minime, rischia di portare al collasso l’intero sistema attraverso una politica restrittiva che rischia di lasciare il campo libero a chi opera illegalmente”, ha concluso Giove. cr/AGIMEG