Il suo compito, da giocatore, era quello di impedire le marcature degli avversari, oggi come politico il suo impegno è perché il calcioscommesse venga sconfitto. Oggi Giovanni Galli, ex portiere della Nazionale italiana di calcio, ma anche numero uno per anni di Milan, Napoli, Parma e Lucchese ed ex direttore sportivo delFoggia, ha fatto della lotta al calcioscommesse uno dei suoi principali obiettivi come politico. Galli infatti nel marzo 2009 propone, per il Popolo della Libertà, la sua candidatura a sindaco di Firenze. Attualmente riveste la carica di consigliere comunale ed è candidato alle Elezioni europee con Forza Italia. Ecco un’esclusiva intervista rilasciata ad Agimeg.
Si è candidato alle europee impegnandosi, se eletto, a lottare contro il calcio scommesse. Cosa intende fare a Bruxelles e Strasburgo ?
Con il Trattato di Lisbona anche lo sport è diventato, per alcuni aspetti, materia comunitaria. Mi riferisco in particolare al valore educativo dello sport, dobbiamo insegnare ai giovani a non farsi prendere dal gioco compulsivo, a credere e propugnare uno sport pulito. Ma non solo, la lotta al match-fixing deve essere anche sviluppata a livello di armonizzazione di norme europee: non è possibile che in diversi Stati membri non esista ancora il delitto di manipolazione sportiva. Noi dobbiamo agire nel Parlamento perché la Commissione faccia pressione sugli Stati che non hanno ancora questa fattispecie di reato, ma non solo, chiedere maggior coordinamento poliziale, spingere per la creazione di una Agenzia contro la manipolazione sportiva, di norme di allerta e verifica…
Perché la lotta al calcio scommesse e meno incisiva di quella al doping
Perché il match-fixing è come il doping, è un virus che ha ormai colpito quasi tutti i campionati europei ma su cui c’è molta meno attenzione di quella che c’è sul doping. Oltretutto è più semplice trovare un dopato che far emergere una combine ed anche quando si lancia l’allarme, poi devi avere dalla tua le squadre, le federazioni e gli organi inquirenti perché l’allarme non rimanga fine a sé stesso. In questo contesto è opportuno vigilare attentamente sull’operato e laddove necessario farsi avallare anche da società preposte al controllo di tali fenomeni, come fa per esempio anche Federbet con i suoi rapporti.
Si è mai accorto di combine nella sua carriera ?
No assolutamente, no, anzi se mi fossi accorto avrei segnalato il caso.
Quali sono secondo lei i migliori strumenti per combattere il match-fixing ?
Sicuramente ci vuole una maggiore presa di coscienza e questa può venire solo attaccando il virus alla radice, ossia scoprendo e denunciando subito i tentativi di manipolazione sportiva e non attendere mesi o anni, una volta che siano partite le indagini della magistratura, sempre che ci siano le possibilità di lanciarle. Su questo punto credo che il sistema di allerta precoce messo in atto da società di controllo, come per esempio quello promosso anche da Federbet, sia un ottimo strumento in mano alle squadre ed alle federazioni, come quella spagnola, che hanno deciso di prendere di petto il problema. Ma poi questo non basta, bisogna che le polizie abbiano strumenti di indagine e poi, una volta riscontrato l’illecito, che la giustizia sportiva e quella ordinaria, emanino pene adeguate. Non può essere, com’è successo in Italia, che la giustizia sportiva dia pene ridicole a giocatori, come Mauri, su cui non ci sono dubbi riguardo alla loro partecipazione a combine. lp/AGIMEG