“I tempi sono ormai maturi per vedere Stanleybet entrare nel mercato regolamentato italiano dalla porta principale”. Questa in estrema sintesi la risposta che arriva dall’ufficio legale della compagnia di Liverpool in merito alla domanda di Agimeg su come stanno vivendo l’attuale situazione italiana. “Il mancato accordo tra Stato e Regioni in materia di gioco non deve bloccare o rallentare ulteriormente, secondo noi, il percorso intrapreso da Stanleybet per entrare nel mercato regolamentato italiano. Sembra che non ci opporremo ad una proroga delle attuali concessioni, ma l’Europa difficilmente accetterebbe che il sistema non tenga conto, insieme alla proroga per i concessionari, di altri due tipi di operatori: i nuovi entranti e i discriminati. Per i nuovi entranti la definizione è facile: non devono avere mai operato precedentemente sul mercato italiano e dovrebbero rispondere a requisiti di eccellenza, conseguiti in altri paesi europei, su betting e gaming. Per i discriminati il punto chiave è proprio la definizione. Che cosa è un operatore ‘discriminato’? Discriminato da cosa? Si tratta di una definizione importantissima perché deve servire come perimetro per definire ‘chi’ può entrare”. Fin qui la posizione dell’Ufficio legale. Ma Giovanni Garrisi, Executive Chairman della compagnia non nasconde ad Agimeg le sue perplessità. “Il problema di una corretta definizione dell’operatore ‘discriminato’ non è tanto quello che riguarda quello o quelli a cui sarà permesso entrare ma questa definizione deve reggere legalmente per definire chi, invece, non ha il diritto di entrare! Insomma non ci deve essere la sorpresa che la norma sia mal orchestrata e generi di conseguenza nuovi tipi di discriminazione. La Stanley non potrebbe accettare una norma che, se mal formulata o comunque non corretta, permetterebbe alla Stanley di entrare lasciando però il fianco a nuove legittime aspettative di altri operatori esclusi. Sono convinto – prosegue Garrisi – che anche i maggiori concessionari la pensano così. Il sistema che uscirà dalla legge di Stabilita di fine anno dovrà essere un sistema perfettamente legittimo e legalmente inattaccabile. Altrimenti se sarà generato il pasticcio di un nuovo sistema illegittimo secondo le leggi dell’Unione, la Stanley deciderà, legittimamente, di non entrare. Dopo 3 gare in 15 anni dichiarate tutte illegittime per motivi diversi da sentenze della Corte di Giustizia, lo Stato non può permettersi un altro errore. Ecco perché è di importanza capitale che questo processo avvenga attraverso delle consultazioni, magari utilizzando lo strumento della ‘transazione’, di cui ci sono già precedenti riguardanti altri settori. E’ nostro interesse – ha concluso Garrisi – mettere la nostra esperienza tecnico legale al servizio dello Stato. Non è interesse dello Stato rifiutarla”. lp/AGIMEG