Scommesse, Bausano (AD Goldbet): “Assolutamente positiva l’adesione alla Sanatoria. Per combattere i ctd dobbiamo poter proporre un’offerta di gioco equiparabile alla loro”

A più di 11 mesi dall’entrata in vigore della Legge di Stabilità 2015, mentre si parla di riapertura dei termini, è già tempo di bilanci  per i soggetti che hanno aderito alla c.d. “procedura di regolarizzazione fiscale” ed iniziano ad emergere numeri e risultati molto positivi. Non tutti i bookmakers vi hanno aderito. A fronte di tale opportunità di “regolarizzazione”, solo tre (e tra questi Goldbet), per un totale di circa duemila e duecento ex CTD, hanno scelto tale strada, mentre gli altri continuano ad esercitare l’attività senza le previste autorizzazioni. Mancano meno di dieci giorni dal pagamento della seconda ed ultima rata dell’imposta unica dovuta per i periodi anteriori a quello del 2015, all’esito del quale si perfezionerà la procedura. Qualche settimana fa c’è chi ha parlato di “flop”. Lo abbiamo chiesto a Paola Bausano, Managing Director di Goldbet in Italia, che conta sul territorio 985 Punti di Raccolta regolarizzanti.

 

La decisione di aderire alla c.d. “procedura di regolarizzazione fiscale” è stata davvero così difficile per un bookmaker estero presente sul mercato privo di concessione statale?

«Abbiamo affrontato questa sfida sapendo di giocare una partita molto complessa. Ci ha spinto molto la necessità di competere ed entrare a pieno titolo in un mercato regolamentato, perseguendo obiettivi di interesse generale attraverso l’incanalamento delle attività di gioco entro il circuito controllato dallo Stato.

A mio avviso i risultati per lo Stato ed i Monopoli sono stati ottimi sotto diversi profili:

-profilo di legalità:  ad oggi circa il 70% della Rete ha già ottenuto la licenza ex art. 88 Tulps

-profilo economico: solo nel 2015, tra imposta unica pregressa, imposta unica corrente, canone di gestione, Goldbet ha versato decine e decine di milioni di euro.

Quindi non crediamo affatto che sia stato un flop.

 

Quali sono stati i risultati  per Goldbet?

«Positivi sotto diversi profili. Goldbet, dopo aver aderito alla procedura, è diventata una grande realtà nel settore delle scommesse in Italia. Qui ha aperto una stabile organizzazione, assumendo ad oggi oltre 100 dipendenti. Abbiamo lanciato il sito Goldbet.it ed abbiamo già raggiunto ad ottobre una raccolta online sulle scommesse sportive a quota fissa di oltre 9 milioni di euro.

 

Un settore sufficientemente competitivo, quello delle scommesse in Italia?

«È necessaria una regolamentazione del mercato, attraverso un’offerta di prodotti omogenea e variegata, secondo gli standard europei, in modo da garantire che sia sostenibile e competitiva, a tutela prima di tutto della sicurezza del giocatore e poi degli operatori presenti sul mercato.  Per combattere i CTD non regolarizzati è necessaria con urgenza una offerta equiparata in termini di palinsesto e modalità di gioco, altrimenti la regolarizzazione allora si che si tramuterà in un flop. Per combattere  i CTD abbiamo bisogno di una offerta equiparata e di combattere ad armi pari. Ad oggi ci sono diversi paletti che non ci permetteranno una sostenibilità a lungo termine. Questo vale anche per i concessionari. Basti pensare al successo del palinsesto complementare in termini di raccolta ed emersione, quindi la strada giusta è’ questa!».

 

Il tono della discussione in Italia si è alzato soprattutto sul tema della riapertura dei termini per altri bookmaker esteri. Cosa ne pensa?

«Non siamo contrari alla riapertura dei termini per creare ulteriori condizioni di maggior e sano equilibrio tra gli operatori».

 

Solo l’Italia sembra avere un rapporto tanto complesso con il gioco? Mi riferisco in particolare alle varie Leggi Regionali che tanto stanno preoccupando l’intero settore.

«Noi, più di tutti, oggi conosciamo la situazione nel paese, poiché stiamo affrontando quotidianamente lo scottante tema delle Leggi Regionali avendo applicato per 985 licenze 88 Tulps, e posso dire che è un lavoro difficile e oneroso sotto tutti i punti di vista. Qualche giorno fa abbiamo ottenuto una sentenza favorevole dal TAR LOMBARDIA che ha stabilito che i limiti distanziometrici introdotti dalla L.R. n. 8/2013 vanno riferiti alla sola nuova installazione di apparecchi da intrattenimento e non anche alle sale scommesse. Ma siamo convinti che non è questa la via d’uscita, a nessuno piace ottenere risultati a suon di sentenze. E’ necessario adottare una pratica efficace: buona parte degli introiti erariali provenienti dal gioco a mio avviso dovranno avere una destinazione di scopo, verso obiettivi prefissati di pubblica utilità come scuola, sanità, welfare. Bisogna coinvolgere nel dibattito Regioni e Comuni, sostenendoli nei loro obiettivi sociali. In prossimità della gara, un cambio di direzione appare sempre più necessario».

 

Il sottosegretario Baretta sembrava esserci riuscito con la legge delega?

«II Sottosegretario Baretta, in un contesto complicato, sembrava esserci riuscito. Ma il punto non può essere semplicemente stabilire se lo Stato abbia o meno una riserva definitiva su queste attività. Questa può essere una questione giuridica, peraltro già abbastanza chiara. È indispensabile dialogare con tutti i soggetti coinvolti, istituzioni nazionali, enti locali e concessionari, per un quadro regolatorio condiviso, e ciò assolutamente prima della gara». ff/AGIMEG