“BASTA! Il Governo, tra le misure che sta predisponendo per sostenere il rilancio delle attività economiche del nostro Paese, sembra intenzionato a distruggere definitivamente il lavoro di migliaia di piccole aziende, che da anni lavorano nell’ambito delle concessioni dello Stato per la raccolta di giochi e scommesse”. Inizia così l’iniziativa di protesta promossa da Agire, associazione che riunisce molti operatori di scommesse. “Questa sarebbe, infatti, la diretta ed unica conseguenza della proposta che prevede di inserire una nuova tassa dello 0,75% sulla raccolta delle scommesse sportive per alimentare il “Fondo per il rilancio del sistema sportivo nazionale”.
Se venisse effettivamente applicata, il settore delle scommesse sarebbe oggi l’unico in Italia a subire un aumento fiscale durante un periodo di profonda crisi economica, con il paradosso, tra l’altro, che questo fondo andrebbe a finanziare i professionisti del calcio.
Abbiamo taciuto sinora senza invocare aperture anticipate rispetto ad altri settori, pur sapendo che le nostre attività sono idonee per dimensioni ed organizzazione, pronte al rispetto di tutte le previsioni di sicurezza e al distanziamento sociale previsto dal Governo.
Non abbiamo informazioni su quando potremo tornare a lavorare, le nostre sale sono chiuse dai primi giorni di marzo, i nostri collaboratori sono in cassa integrazione, stiamo lottando per sopravvivere ed il Governo pensa, come “aiuto”, di donarci un aumento delle imposte!
Ora non possiamo più tacere e siamo pronti a qualsiasi azione per salvaguardare il nostro lavoro, i nostri collaboratori e le loro famiglie”. Ecco quindi come si materializzerà la protesta: “da domani facciamo sentire la nostra voce, mobilitandoci fino a quando questa assurda proposta non sarà ritirata! Alle 18 attiviamo gli allarmi delle nostre sale, contro chi pensa che ci siano attività economiche di serie A ed altre di serie B. Ci aspettiamo la partecipazione di tutti gli operatori, senza eccezioni, che vogliono far sentire concretamente la loro protesta per l’ennesima situazione di disagio che ci vede coinvolti”. lp/AGIMEG