“Vedere che circa un terzo dei punti privi di concessione italiana abbia aderito alla Sanatoria prevista dalla Legge di Stabilità è un fatto positivo, ma comunque tardivo per quelle che erano e restano le problematiche dei concessionari autorizzati – così ha commentato ad Agimeg la conclusione della prima parte della Sanatoria Giorgio Sandi, presidente ed ad di Snai -. Rimane infatti comunque il problema di oltre 4.000 punti operanti e privi di autorizzazione, ma soprattutto è necessario che dalla Sanatoria nasca anche il risarcimento per i danni subiti, in questi anni, dai concessionari autorizzati. Di fatto oggi i più importanti operatori che hanno aderito al condono si trovano sul territorio una rete di punti autorizzati che neanche Snai può vantare. Insomma sono state costruite per anni grandi reti non autorizzate e adesso possono lavorare alla luce del sole dopo non aver adempiuto per anni alle stesse regole alle quali noi siamo assoggettati. Noi di fatto non potevamo aprire altri punti, mentre altri l’hanno potuto fare ed oggi continuano ad avvantaggiarsene. Per questo mi aspetto – ha sottolineato Sandi – che nei prossimi interventi normativi trovino spazio provvedimenti che prevedano il risarcimento dei danni che abbiamo subito, risarcimento che potrebbe avvenire sulle tempistiche delle concessioni o sugli oneri concessori”. Ma le contraddizioni, in materia di giochi, della Legge di Stabilità potrebbero fare il bis con la prossima Delega Fiscale. “Il grosso errore della Sanatoria – ha concluso Sandi – è stato il mancato confronto con noi concessionari e da quello che sta accadendo con la Delega Fiscale, si rischia un clamoroso bis di interventi sbagliati frutto di una mancata condivisione di chi il mercato lo vive quotidianamente”.