In vigore da oggi l’obbligo per tutti i lavoratori – dunque anche per quelli del settore del gioco pubblico – del Green Pass sul luogo di lavoro. Una misura accolta favorevolmente dalle associazioni del comparto, che hanno evidenziato come l’obbligo del certificato verde, valido per i clienti, fosse esteso anche ai lavoratori. Tra l’altro, il Green Pass è stato lo strumento che ha permesso a sale giochi, sale scommesse e bingo di poter riaprire dopo i lunghi mesi di chiusura imposti dal Governo per fronteggiare la pandemia
“Abbiamo sempre auspicato che sul tema vi fosse chiarezza. Come è giusto l’obbligo del Green Pass per i clienti, allo stesso modo è giusto che chi lavora in attività aperte al pubblico, come una sala bingo, abbia l’obbligo di avere il certificato vaccinale”, ha detto ad Agimeg Italo Marcotti, Presidente Federbingo, in merito all’entrata in vigore da oggi dell’obbligo del certificato verde per tutti i lavoratori, anche per quelli ai tavoli delle sale bingo. “E’ una questione di buon senso, oltre che di sanità pubblica. Salutiamo quindi favorevolmente l’entrata in vigore dell’obbligo di esibire il Green Pass anche per i lavoratori”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Domenico Distante, presidente Sapar: “L’obbligo del Green Pass per tutti i lavoratori, anche per quelli del comparto giochi, mi sembra più che giusto. Non dimentichiamoci mai di quando eravamo chiusi. Con il Green Pass abbiamo potuto riaprire le nostre sale, è giusto che così come devono averlo i clienti, lo debbano avere anche i lavoratori del settore, che sono coloro che devono chiedere ai clienti di mostrare il possesso del certificato verde”, ha detto. “Ritengo tuttavia che alcune norme debbano ancora essere chiarite: un lavoratore della mia azienda deve avere il Green Pass, se non lo ha incorre in sanzioni sia lui sia l’azienda, mentre se in ufficio viene un amico, dunque non un lavoratore, non è chiaro se debba essere richiesto. Si lascia ancora troppo all’interpretazione, comunque il fatto che sia stato reso obbligatorio anche per i lavoratori è giusto”.
“I totoricevitori erano già preparati e quindi sono stati immediatamente pronti ad eseguire i controlli sul Green Pass ai propri lavoratori dopo averlo fatto per i clienti. Di certo questa misura non è arrivata a sorpresa e questo ha consentito di prepararsi per tempo. Io piuttosto vorrei sapere come sia andata nel settore pubblico questa prima giornata di obbligo di Green Pass. Per quanto ci riguarda non c’è stata nessuna criticità”, ha invece affermato Stefano Sbordoni, Segretario Generale Utis.
“Noi eravamo già predisposti su questa linea nelle nostre attività ed infatti la gran parte dei lavoratori aveva già fatto il vaccino negli scorsi mesi. Sono veramente pochi quelli del nostro settore che non lo hanno ancora fatto. Il nostro settore non può permettersi di andare contro questa misura, altrimenti l’opinione pubblica si opporrebbe ancora di più al nostro comparto che già non gode di un’alta reputazione”. Lo ha detto Antonia Campanella, coordinatrice comitato Donne in Gioco, commentando l’entrata in vigore dell’obbligo del Green Pass per i lavoratori del gioco pubblico. “Abbiamo subìto i controlli costanti dal primo giorno che era entrato in vigore l’obbligo per la clientela, quindi sostanzialmente per noi non cambierà nulla. Credo che dopo tutti i mesi di chiusura che il settore del gioco ha subìto siamo disposti a tutto pur di continuare a lavorare. Di sicuro è inspiegabile questo muro che ha eretto il Governo, perché i dati della vaccinazione sono più che buoni e quindi si potrebbe essere più morbidi sotto questo punto di vista”. lp/AGIMEG