“Abbiamo sempre creduto che le differenze, se sapute intersecare bene, portate a sintesi, potessero davvero rappresentare un valore aggiunto. Ed oggi ne abbiamo la dimostrazione con l’avvio dei lavori della Sezione concessionari”.
E’ quanto ha dichiarato l’Avv. Isabella Rusciano, As.Tro Confindustria SIT, in occasione del convegno “Proiettare gli ADI nel futuro: sostenibilità, innovazione e fiscalità”, organizzato da As.Tro Confindustria SIT, Sezione Concessionari di Rete.
“Ci attendono tante sfide, forse la più importante è proprio quella del riordino. Quest’anno continuerà ad essere un anno cruciale per il comparto del gioco pubblico nel nostro Paese, in particolar modo per il comparto del gioco terrestre. Lo scorso anno abbiamo assistito alla definizione delle regole del gioco a distanza”, ha aggiunto.
“Sono state fatte delle scelte, il prezzo più alto è stato pagato principalmente dalle piccole e medie imprese. Ecco, oggi ci troviamo ad affrontare la sfida del riordino e l’auspicio è che non si ripercorra proprio la stessa strada seguita per il riordino online che un po’ ha lasciato indietro queste realtà. Il comparto del gioco terrestre è composto in larga parte da piccole e medie imprese che fino ad oggi hanno consentito la tenuta e la sopravvivenza del sistema gioco pubblico legale nel nostro Paese. A volte le intenzioni di un’azienda contano molto di più delle sue dimensioni. Esistono infatti aziende piccole che si pongono domande grandi, ma esistono anche aziende grandi che si pongono domande piccole”, ha detto.
“Crescere per un’azienda non è una questione puramente economica. Molto spesso è una questione di postura, di sguardo sul mondo. Qual è la postura delle aziende di gioco? Ecco, sono quelle aziende che hanno creduto e puntato sul processo di realizzazione e sono diventate presidio di legalità sui nostri territori. Sono quelle aziende che riconoscono perfettamente la delicatezza del prodotto che distribuiscono e quindi hanno investito sulla formazione dei propri operatori. Sono quelle aziende che creano occupazione vera, che sviluppano tecnologie che raccolgono proventi in nome e per conto dello Stato, perchè si sentono parte del sistema Paese e credo che come tale meritino di essere trattate”, ha aggiunto.
“Per definire la cornice normativa del riordino fisico occorre avere ben presente la realtà su cui le decisioni che scaturiranno andranno ad incidere. L’elemento principale da considerare è la necessità di rivedere i valori di gara così come sono stati individuati nel 2019. Il mondo che viviamo oggi, nel 2024, per certi versi rappresenta quasi un’altra epoca rispetto a cinque anni fa. Di queste evidenze un legislatore che abbia l’ambizione di riformare questo comparto non può non tenerne conto. Il riordino dovrebbe servire proprio a riportare questa circostanza verso un punto di caduta realistico e la ricerca di ciò non può che passare parametrando i costi delle nuove concessioni agli attuali valori dell’offerta di gioco”, ha sottolineato.
“Prima di continuare a parlare di distanziometro e limiti orari la cui efficacia è discutibile nell’epoca del Metaverso e dell’intelligenza artificiale, bisogna tornare alla realtà . Bisogna tornare allo stato di crisi, di difficoltà dell’intero segmento ADI. Da questo riordino dipende il futuro di migliaia di persone, di migliaia di lavoratori. Va quindi fatto con massima attenzione un’estrema cautela. La speranza è che questo riordino possa rappresentare l’occasione per proiettare verso il futuro il settore del gioco terrestre e non un pretesto per negarglielo il futuro”, ha concluso. cdn/AGIMEG