dai nostri inviati – “Ciò che è emerso è che la regolamentazione è sempre un valore, quindi quando si parla di sedersi ad un tavolo per stabilire delle regole chiare e condivise, è sempre qualcosa di positivo. Sicuramente il settore del gioco rimane un settore critico dove ci sono i minori da tutelare, dove c’è una campagna informativa sempre da monitorare, promuovere ed incrementare sempre di più e quindi è delicato ed è anche giusto che sia cura degli stessi operatori, che operano nella legalità, di farsi carico di combattere la dipendenza patologica, gli eccessi, di proteggere le categorie più deboli”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Carla Ruocco (M5S), presidente della Commissione Finanze della Camera, a margine dell’Assemblea che si è tenuta in Confindustria. “Dire che regolamentare il settore significa in qualche modo rendere più appetibile l’irregolarità o far sì che il sommerso aumenti, è qualcosa che deve essere assolutamente fugata e smentita. Il sistema di regole non deve essere visto come un incentivo all’illegalità. Assolutamente no. Il punto di vista deve essere opposto: più regole chiare ci sono, più posso implementare i controlli affinché l’illegalità, con sanzioni pesanti, venga combattuta. Già con il decreto Dignità si è dato il via all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di avvalersi della tecnologia del sistema dello smart, il sistema di controllo per intercettare l’illegalità. Un sistema quindi che genera un monitoraggio”. “Tra i vari punti critici che sono stati analizzati in questo dibattito, c’è il disagio di avere più regolamentazioni diverse a seconda del territorio”. E sull’autonomia che rivendicano comuni e regioni, “emerge l’esigenza di avere regole condivise anche a livello territoriale. Non quindi un sistema di regole frammentario che cambia da regione a regione perché questo farebbe sì che una parte del gioco illegale possa spostarsi. Penso che ci debba essere una visione strategica dello Stato”. Gli operatori sono “sotto attacco” dal punto di vista della reputazione? “La criticità del gioco patologico c’è, quindi se c’è un attacco non bisogna vedere l’effetto quanto piuttosto interrogarsi e cercare di fugare qualunque dubbio, di tutelare maggiormente le categorie protette, di fare una campagna informativa capillare all’interno delle scuole, tra i minori. Questo è lo Stato visto anche in senso più ampio: dare più strutture sociali ai minori, creare interessi che vadano al di là dei giochi, dei telefonini, del gioco online, dare altri input”. Gli operatori lamentano di non aver trovato in questo Governo un ascolto. “Come presidente della Commissione Finanze ho svolto il mio ruolo appieno e lo Smart è stato proprio presentato in Commissione, così come la legge Delega, uscita proprio dalla Commissione Finanze. Un incontro con gli operatori è sicuramente propedeutico ad un lavoro che deve essere sempre di stimolo anche verso il Governo e tutte le altre istituzioni dello Stato”. Pensa che si debba allontanare le persone dal gioco o dal gioco patologico? “Prima di una certa età diffido molto e sono sempre dell’avviso che le cose vadano conosciute, se ne debba parlare e che la scuola debba essere sempre un attore in campo”. gpm/AGIMEG