dal nostro inviato – “Sono arrivato alla presidenza di Federgioco dopo essere stato prima consigliere e poi vicepresidente. Inoltre rappresento l’Italia all’interno dell’Eca, la European Casino Association”. Così Olmo Romeo ad Agimeg subito dopo l’elezione a presidente di Federgioco nel corso della riunione svoltasi questa mattina al Casinò di Sanremo. Proprio a proposito del confronto con il resto d’Europa, Romeo ha sottolineato la unicità del caso italiano, dove i casino sono tutti in mano pubblica mentre nel resto d’Europa questo tipo di attività viene svolta da imprese completamente private. “Partecipare a un organismo associativo europeo – ha detto ancora Romeo – significa anche confrontarsi con gli altri Paesi in vista di quello che credo sia inevitabile e auspicabile, ovvero un regolamento comune europeo”.
A livello politico, in attesa che si formi un nuovo Governo, Romeo ha dichiarato: “Non temiamo un nuovo governo ma piuttosto mi spaventa non avere degli interlocutori. Spero proprio che ci sia un Governo il prima possibile indipendentemente dal colore e dai componenti. Non ci possiamo permettere dei momenti di vuoto legislativo. Si può certamente partire dal documento di riordino che era venuto fuori dalla conferenza unificata. Bisogna vedere se verrà applicato nella sua integrità o se invece verrà smembrato per essere applicato solo nei punti più facili da applicare. Di questo dovremmo parlare con il nostro nuovo referente al governo. E vedremo se sarà un Sottosegretario o direttamente il ministro”.
Dai Comuni che chiedono di ridurre il gioco e in alcuni casi di vietarlo del tutto, arriva spesso anche la richiesta di aumentare il numero di casinò. Non c’è una contraddizione? “No, perché passa il modello virtuoso del casino che di per sé non solo è tutelato, ma va a garantire il giocatore e la legalità. Soprattutto per gli aspetti sanitari, ovvero riguardanti il gioco patologico. Noi riusciamo a fare tutto questo grazie ad una auto-regolamentazione interna. Lo stesso Ministero della Salute ha inserito il gioco patologico tra le dipendenze che devono essere curate dai Sert al pari di quelle da alcol e droga. Come Federgioco siamo aperti a qualunque confronto proprio partendo da quel documento della conferenza unificata e avendo come interlocutori non solo i nostri interlocutori storici, come il Ministero delle Finanze e dell’Interno, ma anche il Ministero della Salute”.
Sull’attuale situazione economica delle quattro case da gioco italiane, Romeo ha detto ancora ad Agimeg che “sicuramente i conti dei casinò vedono una riduzione degli introiti e delle presenze, ma stiamo lavorando con una ottimizzazione delle risorse e la riduzione delle spese. Naturalmente questo aspetto non può non essere messo in relazione con il problema della diffusione incontrollata del gioco sul territorio, che finisce con il drenare le risorse delle quattro case da gioco italiane che erano fino a qualche tempo fa l’unico luogo deputato all’azzardo. Si tratta di una concorrenza con regole non uniformi. Perché le norme delle macchine presenti sul territorio sono diverse da quelle che regolano l’accesso ai casinò e con costi del personale completamente diversi. Differenze che riguardano anche i costi del personale”.
Il neo presidente di Federgioco si è soffermato poi a parlare anche di criptovalute, affermando che “le criptovalute e tutte le novità che si prospettano in questo mondo saranno il nostro modo per reagire alle trasformazioni del mercato”, ma anche di gioco online. “Sicuramente la concorrenza del gioco online è un problema soprattutto perché essendo un settore che non esiste fisicamente è molto più difficile da controllare. Serve insegnare ai giovani che il gioco deve essere un’occasione di divertimento e non una potenziale fonte di problemi”. gpm/AGIMEG