Risso (Pres. FIT): “Dopo aumenti di tasse, costi e restrizioni, se verrà diminuito l’aggio su Lotto e Gratta e Vinci, moltissimi tabaccai e le relative famiglie non potranno più andare avanti”

E’ un forte grido d’allarme quello che lancia Giovanni Risso, presidente della Federazione Italiana Tabaccai, in merito a possibili ulteriori interventi a danno delle rete dei tabaccai. In una intervista Risso ricorda gli aumenti di tassazione, le restrizioni e gli obblighi ai che la rete dei tabaccai ha già subito negli ultimi anni. Su tutto questo pende adesso la spada di Damocle di una possibile diminuzione dell’aggio su Lotto e Gratta e Vinci, intervento proposto in un emendamento al DL Fiscale. Il presidente della FIT mette quindi in evidenza come un intervento di questo tipo possa avere conseguenze drammatiche su migliaia di negozi a conduzione familiare.

Presidente Risso, tra DL Fiscale e Legge di Bilancio in questi ultimi giorni si parla ripetutamente di interventi in materia di gioco, che idea si è fatto in proposito?

Purtroppo il gioco, così come il tabacco, sono sempre nel centro del mirino, una sorta di “cassetto” dal quale attingere costantemente risorse. È un problema che ci troviamo ad affrontare ad ogni manovra, anche se ritengo che negli ultimi tempi si sia superato il limite.

Cosa intende di preciso?

Le tabaccherie non sono altro che piccole aziende a conduzione familiare, seppur alle stesse viene costantemente riservato un trattamento diverso rispetto alle altre imprese. Aumenti di tassazioni e continua criminalizzazione del settore, perlopiù portata avanti con dati sommari e processi demagogici, ne minano la sopravvivenza. E come se non bastasse, c’è anche chi ipotizza una riduzione degli aggi su Lotto e Gratta e Vinci.

Si riferisce al recente emendamento presentato al DL Fiscale?

Si, proprio a quello. Resto sorpreso che non si riesca proprio a comprendere che la riduzione dell’aggio dall’8% al 6,9% su Lotto e Gratta e Vinci non rappresenterebbe la perdita di poco più di un punto percentuale, bensì per i tabaccai significherebbe rinunciare a quasi il 15% del compenso. Sfido qualunque impresa a restare in piedi con una tale riduzione di entrate da un giorno all’altro su un comparto di importanza vitale, com’è quello del gioco per i tabaccai.

Crede davvero che la categoria sia in difficoltà?

Non lo dico io, lo certificano i dati. Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito ad una contrazione del consumo di tabacco di circa il 20%, a cui si somma il costante incremento della tassazione del gioco, le restrizioni di ogni genere a livello locale, l’obbligo di accettazione della moneta elettronica, l’aumento dei costi di gestione. Senza dimenticare che con la previsione introdotta nel DL fiscale a noi tabaccai che già paghiamo la concessione statale ci chiederanno anche un ulteriore contributo per l’iscrizione al registro degli operatori di gioco. Molti di noi saranno costretti a chiudere ed in molti l’hanno già fatto. lp/AGIMEG