Riforma calcio, Marcheschi (FdI): “Decreto Dignità non ha ridotto la ludopatia ma ha prodotto più scommesse clandestine”

“E’ il frutto dello sforzo di un anno della Commissione. Compito del Governo sarà quello di portare a termine questo lavoro”. Così il senatore della Lega Roberto Marti ha aperto la conferenza stampa di presentazione della risoluzione della riforma del calcio.

“Si tratta di un atto molto importante. Si tratta di un indirizzo al Governo di uno dei settori più importanti di questo Paese. La normativa sul calcio era fatta da interventi spot, non aveva una visione di insieme. Abbiamo percepito il grido che arrivava dal mondo del calcio, che ha grande impatto sociale ed economico e che aveva evidenziato diverse criticità. I risultati economici hanno mostrato oltre 4 miliardi di perdita del calcio. L’atto odierno è una visione complessiva delle necessità e delle possibilità che ha la politica per sostenere un settore, quello del calcio italiano”. Ha sottolineato il relatore del provvedimento Paolo Marcheschi (FdI). 

“Abbiamo raccolto e messo insieme proposte, anche in contraddizione tra loro. Un atto parlamentare è una novità assoluta, questa mattina siamo arrivati all’espressione di voto, con consenso quasi unanime. Molti dei temi trattati sono conosciuti ai più. Il mondo del calcio non è stato tuttavia in grado di realizzarli. Tra le necessità di cui ha bisogno il calcio per la sostenibilità c’è quello dei ricavi dai biglietti, gli stadi sono inadeguati. Sono necessari quindi gli interventi sulle infrastrutture e sugli impianti. E’ un’esigenza nazionale, ogni euro speso nello sport produce un euro e venti in ricchezza.

Abbiamo accennato anche al tema dei diritti televisivi.

Poi un nodo molto contestato, strumentalmente. Nessuno è a favore della ludopatia, vogliamo tutti contrastare questa piaga. Ma noi legislatori dobbiamo prendere atto su cosa ha funzionato e cosa no. Non abbiamo preso di mira il Decreto Dignità. Questo provvedimento non ha tuttavia ridotto la ludopatia ma ha prodotto più scommesse clandestine. Le scommesse legali non lasciano però alcun contributo al settore del calcio. Abbiamo inserito anche l’ex quota Totocalcio, quando di scommesse c’era solo il Totocalcio una parte andava al Coni e agli organizzatori degli eventi. Tuttavia quell’introito al mondo del calcio è venuto a mancare. Chiediamo soldi agli scommettitori per investire sul calcio. Se le società di betting vorranno sponsorizzare, in una contrattazione privata, una parte di quanto ricevuto dovrà essere reinvestito in progetti di contrasto alla ludopatia. Ci sono poi misure per i giovani, i vivai e il calcio femminile”, ha sottolineato.

cdn/AGIMEG