“L’indagine Ipsos presentata a luglio 2021 ha studiato il comportamento del consumatore attraverso una community on-line e una survey che ha coinvolto 4.000 individui: il gioco è trattato al pari degli altri consumi, fa parte dei bisogni fisiologici delle persone, per cui, nel momento in cui non è disponibile, si cercano delle soluzioni alternative. Questo atteggiamento è stato anche confermato dallo studio sugli attori della filiera distributiva presentato oggi, in cui sono state approfondite le conseguenze sul settore derivanti dal Covid con un focus dedicato all’andamento del gioco legale.
Ipsos ha svolto una raccolta dati e analisi focalizzata su 300 punti di vendita, Luiss Business School ha implementato dei modelli econometrici per individuare le determinanti dei comportamenti di gioco e delle scelte dei giocatori. Gli esercenti sono stati intervistati per una necessità di completezza, per restituire una fotografia dell’intera filiera; inoltre è utile comprendere il danno che l’illegalità causa agli esercenti”, afferma l’IPSOS commentando il Report sul gioco.
“Sono state condotte analisi statistiche basate su 2 set di dati: i dati raccolti da Ipsos sul target popolazione e i dati ADM sulla raccolta del gioco incrociati con i dati di spesa Istat. Sono quindi state individuate delle variabili che significativamente spiegano le abitudini di gioco, tra le quali la percezione di problematicità del gioco illegale, il reddito, l’età, l’avversione al rischio (in negativo), le conoscenze finanziarie (in positivo). Grazie ai dati Istat e ADM è stata fatta un’analisi longitudinale prendendo in considerazione la presa ricreativa pro-capite e la spesa per il gioco. La conclusione cui si è giunti è che il gioco è un bene normale: minore è la vincita attesa, minore è la raccolta/ spesa. E’ parte integrante delle abitudini di spesa. I risultati non sono omogenei per area geografica: la pandemia ha ridotto la spesa per il gioco ma meno nelle regioni meridionali. Per giochi quali Lotto e Superenalotto, rispetto a AWP e Slot, la spesa è rimasta pressoché invariata”. cr/AGIMEG