“Penso che chi ha investito in queste attività, i lavoratori che operano i questo settore, abbiano bisogno di maggiori certezze. Purtroppo facciamo i conti con il fatto che sono state fissate le date di riapertura di tutte le attività tranne che di quelle legate al gioco. E’ un tema del quale occuparsi e sul quale bisogna fare un lavoro nei prossimi giorni con il Governo per comprendere in che modo e in che condizioni di sicurezza queste attività possono ripartire. Obiettivamente non è possibile che fino a questo momento non sia stato trovato un modo, nel rispetto delle condizioni di sicurezza, per consentire a queste attività di riprendere ad operare, come chiedono i lavoratori che sono occupati in questo comparto”. E’ quanto ha dichiarato l’onorevole Michele Bordo (PD), nel corso della diretta facebook con il direttore di Agimeg, Fabio Felici, sullo stato del settore del gioco con le imprese ancora chiuse a causa del lockdown.
La riforma del settore
“Oltre alle esigenze contingenti, c’è un tema molto più generale, che riguarda questo mondo, che non può più essere rinviato. Sto parlando della questione di una riforma complessiva del settore, credo che sia una questione non più rinviabile, servono regole certe e trasparenti che consentano di giocare nel rispetto della legalità e che non determinino dipendenza da parte dei giocatori. Superato questo momento di emergenza, subito dopo l’estate, la politica dovrà affrontare questo tema. In passato era stato tracciato il percorso, si tratta di accelerare per dare risposte senza pregiudizi ideologici che questo mondo attende da tempo e non possono essere più rinviate”.
“Non ci sono ragioni per tenere chiuse le sale”
“La politica deve avere un approccio su questo mondo senza pregiudizi, si possono avere opinioni diverse, ma il confronto non può partire sulla base di approcci ideologici assolutamente sbagliati. Quando parliamo del mondo del gioco, non partiamo dal presupposto che è da combattere. Fino a qualche anno fa in Italia il comparto del gioco non esisteva, poi lo abbiamo reso possibile e legale. Penso che se il sistema legale esiste, in questo momento lo Stato si deve preoccupare di dare risposte e dire che nel rispetto dei protocolli di sicurezza non ci sono ragioni per continuare a tenere chiuse le sale. E’ giusto che questo mondo e questi lavoratori abbiano una risposta, dobbiamo farci carico di questo tema. Farò un’ iniziativa sul Governo per capire quando si ha intenzione di ripartire, è giusto dare delle certezze. Poi c’è un tema di carattere più generale, che riguarda la riforma complessiva del settore: io parto dal presupposto che il gioco debba essere innanzitutto un divertimento, quando si va oltre purtroppo si trasforma in una dramma per alcune persone. Per questo serve lavorare su un sistema di riforme: in questo settore – afferma Bordo – fare proibizionismo non è il modo più giusto, visto che non funziona come è stato dimostrato tante volte, anzi potrebbe essere il modo per contribuire alla diffusione di un sistema di illegalità. Si deve arrivare ad una riforma che tenga conto di alcuni paletti fondamentali: il divieto assoluto di gioco per i minori, lotta dura all’illegalità, trasparenza del sistema di gioco e poi ragionare sull’ introduzione di un limite massimo di giocata per ogni persona. In ogni caso, la politica finora non ha fornito risposta di merito sul tema”.
La data per la riapertura delle attività
Bordo ha poi risposto a Salvatore Barbieri, presidente di Ascob, che chiedeva certezze sulla data di ripartenza del settore del gioco e del bingo in particolare, ma soprattutto di avere chiarimenti sulla proroga delle concessioni e sul canone di concessione da 7.500 euro per sala: “Penso e spero che si possa arrivare all’individuazione di una data certa per la riapertura delle attività. Rispetto agli emendamenti su proroga e canone non so se ci sono già colleghi che su questo stanno lavorando, ma posso dire in questo momento c’è piena disponibilità a fare un approfondimento, penso che il tema non è tanto presentare l’emendamento, ma comprendere se ci sono le condizioni affinché venga approvato. Partirei dal presupposto che nella maggioranza di governo ci sono posizioni molto differenti, dobbiamo costruire il consenso necessario, altrimenti rischiamo di discutere di una cosa che altrimenti non siamo in grado di realizzare. E’ già importante che oggi noi rimettiamo al centro della nostra discussione un tema che fino a ieri sembrava solo ed esclusivamente appannaggio del M5S, con impostazioni di pregiudizio e chiusura. Noi abbiamo detto che non è questo il nostro approccio, non ci convince, il proibizionismo alimenta le organizzazioni criminali: serve mettere di nuovo al centro la discussione, il Dl Rilancio può essere lo strumento. Se ciò si tradurrà in un emendamento specifico su proroga e canone non lo so, ma nel dl rilancio non credo ci siano le condizioni per realizzare le misure a breve. Tuttavia nell’ambito della riforma complessiva del gioco nel nostro Paese, dentro quel ragionamento si deve anche considerare ciò che è emerso oggi: dobbiamo definire il futuro del settore in fase ordinaria e non emergenziale, altrimenti si rischia solo di creare confusione e non arrivare a nessuna conclusione. Per questo dire chiaramente che serve innanzitutto una data certa per la riapertura, di mettere all’ordine di giorno una riforma del settore, che il futuro va costruita con gli operatori, non imposta dall’alto, e infine tenere conto anche dell’esigenza di sapere cosa si fa sulle concessioni e sui canoni”.
Tavolo condiviso tra Governo e lavoratori del settore
Infine, rispondendo ad Antonia Campanella (Emi Rebus), che chiedeva una maggiore presenza degli operatori del settore ai tavoli governativi, Bordo ha detto: “I temi sollevati devono far parte della riforma complessiva del sistema, le nuove regole devono essere scritte in un tavolo in cui ci siano anche gli operatori. Le riforme fatte senza coinvolgimento dei soggetti che operano nel settore sono sbagliate e rischiano di non incontrarci con la realtà. Siccome voi rappresentate un settore legale, in quanto siete destinatari di una concessione dello Stato, è giusto che chi opera in questo mondo sia messo nelle condizioni di sapere come operare, entro quanto tempo e attraverso quale prospettiva. Non si possono infatti fare investimenti vivendo nel timore di quanto potrà accadere tra un mese o tra un anno. Per quanto ci riguarda non ci sono pregiudizi, ma sappiamo che siamo in un governo di coalizione, non abbiamo i numeri, serve costruire il consenso. Serve un tavolo condiviso al Ministero dell’Economia per dare al settore una prospettiva chiara e certezze sul futuro. Dobbiamo incentivare il gioco legale stando attenti affinché il gioco sia sempre divertimento. Dobbiamo lavorare per arrivare quanto prima a una riforma del settore che è stata abbozzata ma poi lasciata, invece va assolutamente ripresa”, ha concluso. cr/AGIMEG