Dal prossimo 1° giugno diverse regioni potranno tornare finalmente in zona bianca: Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Molise hanno già i numeri giusti, ma dovranno confermarli nel monitoraggio di venerdì prossimo. A seguire Veneto, Liguria, Umbria e Abruzzo, che potranno tornare in bianco dal 7 giugno, a patto che i numeri rimangono quelli attuali: per il il passaggio da zona gialla a bianca bisogna infatti registrare per tre settimane consecutive il valore d’incidenza sotto i 50 positivi ogni 100 mila abitanti. Nei prossimi giorni è previsto un incontro tra i Governatori delle regioni che per prime diventeranno zona bianca, per trovare un protocollo condiviso sulle riaperture. In questo caso si spera che le misure condivide non vadano ad intaccare quanto previsto sulle riapertura delle attività come le sale giochi.
Ma quale è stata in passato la posizione di queste sette regioni nei confronti del gioco? Agimeg ha analizzato le dichiarazioni rilasciate nei mesi scorsi dai Governatori regionali in tema di gioco e ne è emerso un quadro incoraggiante in vista della riapertura di sale giochi, sale scommesse e sale bingo.
Tra le prime regioni a poter riaprire ci sarà il Friuli Venezia Giulia. Il suo Governatore, Massimiliano Fedriga (Lega), oggi presidente anche della Conferenza delle Regioni, ha nei giorni scorsi auspicato che “si possa andare verso nuove riaperture il prima possibile”. “Sono uno di quelli che si sta battendo affinché ci siano più riaperture e perché molte attività oggi ancora chiuse possano riprendere”. Il Friuli tra l’altro fu tra le regioni che, dopo il primo lockdown, consentì la riapertura delle attività del gioco pubblico già a metà giugno. C’è però anche da evidenziare come, nelle scorse ore, Fedriga abbia dichiarato che: “Siamo al lavoro su misure condivise per la zona bianca. Di regole sulla zona bianca non ce ne sono moltissime. Ci stiamo confrontando con i governatori le cui Regioni dovrebbero passare per prime in zona bianca, cioè Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna, e quelli i cui territori passeranno la settimana successiva, per capire se mettere in campo misure condivise. Quindi fra qualche giorno raggiungeremo un’ipotesi di lavoro sulla quale mi auguro poter partire la prossima settimana, perché anche questa settimana ho l’auspicio che i dati da zona bianca vengano confermati”. Una dichiarazione che si potrebbe interpretare come possibili cambiamenti tra quanto previsto in zona bianca e la speranza e che non si intervenga sulle sale giochi.
Ecco invece la posizione del Molise sulle riaperture del comparto giochi. Il Governatore Donato Toma (Forza Italia) già a metà mese affermava ad Agimeg che “se fossi stato nei panni del Ministro Speranza avrei già messo da una settimana il Molise in zona bianca”. Sulle attività di gioco ha specificato: “Valutiamo il rischio cosiddetto ragionato, come dice il Premier Draghi. Non è detto che non riaprano subito, anche perché sale bingo e sale scommesse sono attività come tutte le altre. Va considerato che se mantengono le distanze e seguono tutte le regole in maniera scrupolosa potrebbero anche riaprire” purché rispettino “pedissequamente le regole e le linee guida per tutelare la zona bianca”.
Del resto il Governatore del Molise è stato da sempre scettico sulle chiusure forzate per quelle attività che rispettano il distanziamento e tutte le misure sanitarie. Già lo scorso mese di ottobre, quando il Governo Conte impose il secondo lockdown (ancora in corso per le attività di gioco), Toma affermò: “Sono fortemente contrario ad alcune norme contenute nel nuovo decreto firmato dal presidente Conte. Perché chiudere attività che rispettano il distanziamento? Perché accanirsi? Meglio sarebbe stato applicare controlli più serrati e punire chi usciva fuori dal perimetro normativo. Con il giusto distanziamento che motivo c’è di chiudere? Fatico a comprendere la logica dei provvedimenti. Il Paese è arrivato a questa seconda ondata stanco, se non si dà una prospettiva di uscita sarà difficile contenere il disagio sociale”.
Più incerto invece il destino della Sardegna. Prima regione italiana ad avere numeri da zona bianca già a metà marzo, nella ordinanza sulle riaperture firmata dal presidente Christian Solinas (Partito Sardo d’Azione) non vi fu alcuna menzione riguardo le attività di gioco. Una decisione, quella di far proseguire la chiusura delle sale da gioco, che provocò la dura reazione dei lavoratori del settore. Recentemente il Governatore ha affermato che “con la conferma dell’andamento dei numeri riapriremo palestre e progressivamente le altre attività”, non citando neanche in questa occasione sale giochi, sale scommesse e bingo, che dunque non sembrano essere tra le priorità del presidente della regione Sardegna.
Dal 7 giugno si preparano invece alla riapertura Veneto, Liguria, Umbria ed Abruzzo. Il Governatore del Veneto, Luca Zaia (Lega), è sempre stato ‘aperturista’, compatibilmente con i numeri dei contagi, anche per quanto riguarda le sale giochi, scommesse e bingo. Già dopo il primo lockdown il settore del gioco pubblico (comprendente anche il Casinò di Venezia) riaprì poco dopo metà giugno. Tra l’altro lo stesso Zaia non mancò di evidenziare, una volta scattato il secondo lockdown generalizzato, la mancanza di ristori “per i settori più colpiti, come l’intrattenimento”, ponendo l’attenzione sul fatto che “si rischia una guerra tra poveri, tra cittadini di serie A e serie B”. Recentemente, il governatore del Veneto ha reso noto di essere al lavoro affinché, al momento in cui la regione sarà in zona bianca, possa subito riaprire il Casinò di Venezia.
Ipotesi, quest’ultima, condivisa con il governatore della Liguria, Giovanni Toti (Cambiamo). “La nostra regione sarà tra le prime in Italia senza coprifuoco. La Liguria dovrebbe infatti tornare in zona bianca già dal 7 giugno, un momento che festeggeremo con una grande celebrazione perché è frutto di tanti sacrifici e di un grande lavoro”, ha affermato recentemente Toti. “Si poteva osare di più? Io credo di sì visti i dati, ma è comunque un importante passo nella giusta direzione”. Il presidente della Liguria non ha mai nascosto la propria vicinanza ai lavoratori del settore del gioco pubblico. In un suo intervento nel programma di Rai1 ‘Porta a Porta’ dello scorso gennaio, Toti ha affermato: “Ho incontrato i lavoratori del gioco legale fuori a Palazzo Chigi. Sono delle lavoratrici e dei lavoratori ed hanno i loro luoghi di lavoro chiusi da molti mesi. Bisogna dare delle risposte serie”.
Meno vicina al settore del gioco la governatrice dell’Umbria, Donatella Tesei (Lega). Prima del secondo lockdown di fine ottobre imposto dal Governo, la presidentessa firmò una ordinanza con la quale imponeva lo stop per sale giochi, scommesse e bingo fino al 14 novembre. Il provvedimento arrivava dopo l’ultimo DPCM emanato il 18 ottobre e prevedeva una stretta alle attività economiche ancora più dure di quelle previste dal Governo.
Decisamente più ‘aperturista’ infine il Governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio (Fratelli d’Italia). Un’indagine di Agimeg ha evidenziato come la regione, una volta entrata di zona bianca (probabilmente il 7 giugno), sia pronta a far riaprire tutte le attività, come previsto dalla legge, comprese le sale giochi, sale scommesse e sale bingo. “Entreremo in zona bianca e non faremo la fine della Sardegna, anche perché quando l’isola è retrocessa dal bianco al rosso non c’era la campagna vaccinale che c’è ora. Siamo anche alle porte dell’estate, lo scorso anno in questo periodo azzerammo i contagi quotidiani”. Già lo scorso mese di ottobre, quando furono imposte le chiusure a livello nazionale, Marsilio espresse il proprio disappunto, in particolare per quanto riguardava le chiusure anche per le attività che si erano messe in regola con i protocolli anticovid: “Sul Dpcm condivido la posizione espressa unitariamente dalle Regioni: non mi trova d’accordo lo stop alle ore 18 per bar e ristoranti. Così come la chiusura delle attività che in questi mesi si erano adeguate alle normative anti-covid”. cr/AGIMEG