Riapertura Lazio, imprenditori sale scommesse: “Felici di ripartire ma nessuno ci ridarà tempo e incassi persi. Vicini ai colleghi delle sale bingo e slot ancora chiuse”

Dopo 102 giorni di lockdown, nel Lazio oggi riaprono ufficialmente le sale scommesse. Il presidente Nicola Zingaretti ha infatti firmato l’ordinanza che permette alla sale scommesse della regione – ma non a sale bingo e sale slot, che invece resteranno chiuse fino al 1° luglio – di raccogliere gioco, in concomitanza con la ripartenza del campionato italiano, seppure con diversi paletti da rispettare. Tra questi il divieto di utilizzare all’interno delle sale apparecchi da intrattenimento (Slot e Vlt), al fine di evitare assembramenti di persone e di assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra i giocatori. Le linee guide definite nell’ordinanza prevedono inoltre la possibilità della rilevazione della temperatura dei clienti e il divieto di assistere alle competizioni sportive all’interno delle sale. I gestori delle sale dovranno mettere a disposizione guanti monouso per l’utilizzo dei totem e delle strumentazioni touch-screen, con l’eliminazione dei cataloghi e del materiale informativo. Obbligo anche di contingentamento e di distanza sociale tra i giocatori all’interno della sala.

GIUSEPPE SPIRITO (PRES. CGSS)

“I clienti stanno tornando, sono felici ma non di giocare, bensì di ritrovare gli amici e la passione condivisa per lo sport. Nei giorni scorsi ci chiamavano per chiederci quando avremmo riaperto, domandandoci perché la regione Lazio attendesse tanto per riaprire, perché vi fosse questo accanimento contro il settore. Abbiamo provato a dare risposte, oggi per fortuna è un giorno di festa, anche se la strada è ancora lunga”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Giuseppe Spirito, presidente della Confederazione Gestori Sale Scommesse, in merito alla riapertura, dalla giornata odierna, delle sale scommesse nel Lazio (mentre bingo e sale slot dovranno attendere il 1 luglio ndr). “Abbiamo due casse aperte, alla porta una persona che smista i giocatori contingentando gli ingressi, che verifica la temperatura e la corretta igienizzazione delle mani. I nostri giocatori si sono presentati in ordine, con mascherina e senso di responsabilità. Hanno fame di sport, oggi tra l’altro è un bel giorno, riparte il campionato italiano, ma si può scommettere anche su Spagna, Germania e Inghilterra. Sembra un sabato di tanti mesi fa, con molti eventi. L’unica cosa è che le direttive sull’accensione dei monitor non sono chiare, per cui nel dubbio, in attesa di indicazioni più precise, preferiamo tenerli spenti, meglio non rischiare visto che la nostra categoria è sempre nell’occhio del ciclone. Purtroppo – afferma Spirito – anche se oggi siamo ripartiti, nessuno ci ridarà indietro il tempo e gli incassi persi in più di tre mesi di lockdown. Inoltre c’è sempre amarezza per i colleghi delle sale bingo e delle sale slot, che hanno lottato con noi per le riaperture, che ancora devono restare chiusi. La nostra battaglia ancora non è finita, dobbiamo far togliere la tassa sulle scommesse ed eliminare il divieto di pubblicità, introdotto con il decreto Dignità. Andiamo avanti compatti, uniti con le altre associazioni come abbiamo fatto per la grande manifestazione di Piazza del Popolo a Roma”.

VINCENZO CERRETO (GIOCO LEGALE UNITI PER ROMA)

“La cosa più bella di questo giorno di riapertura è la voglia di ricominciare da parte dei giocatori, non solo di noi lavoratori del settore. C’è fame di sport, di ritornare alla normalità dopo che il settore è stato trascurato per mesi. Purtroppo nel Lazio ripartiamo con restrizioni che andranno a condizionare l’andamenti delle agenzie nei prossimi 15 giorni, mi riferisco al fatto che non potremo accendere le slot con perdite consistenti sul fatturato”. E’ quanto ha detto ad Agimeg, nel giorno della riapertura delle sale scommesse nel Lazio, Vincenzo Cerreto, imprenditore e fondatore del gruppo Facebook Gioco Legale Uniti per Roma. “Al momento teniamo i monitor spenti, non è infatti chiara l’interpretazione sui virtual, per questo stiamo chiedendo delucidazioni ai concessionari. Di certo, nonostante la riapertura, sarà impossibile compensare il ‘buco’ prodotto da più di tre mesi di lockdown. Credo che non si potrà recuperare il calo di fatturato nei prossimi due anni. Sicuramente il fatto di riaccendere i motori è una cosa positiva – afferma Cerreto – ma stimiamo una perdita di almeno il 35-40%. Con i monitor spenti, perderemo sicuramente qualcosa sul Live, mentre sull’ippica è vero che gli appassionati hanno le idee chiare e si documentano sui giornali specializzati, ma non poter seguire una corsa ippica sullo schermo non è d’aiuto. In ogni caso, girando alcune agenzie questa mattina, ho notato un grande senso di responsabilità da parte dei giocatori, che rispettano le distanze, utilizzano guanti e mascherine, insomma una risposta matura nel rispetto delle regole imposte dall’ordinanza. I nostri clienti fanno del calcio una passione, l’agenzia di scommessa è un luogo di ritrovo dove ci si intrattiene, ma non c’è azzardo”. La battaglia tuttavia non è ancora finita: “Da lunedì sensibilizzeremo la Regione Lazio chiedendo l’immediata riapertura anche per slot e bingo – ha detto ancora Cerreto – che non possono aspettare luglio per riprendere a lavorare. La politica ha fatto della pandemia un pretesto per la lotta al settore. Se si tiene conto della emergenza sanitaria nel Lazio, direi che la regione ha preso una sbandata e sta lasciando a casa una parte importante di lavoratori che ad oggi sono fermi. Ripartire è dura, oggi siamo felici, ma la strada è ancora lunga. Non dobbiamo dimenticare la data del 9 giugno per continuare nella lotta per i diritti del settore, anzi questa data dovrebbe diventare giornata nazionale del gioco legale. Abbiamo portato in piazza a Roma 5 mila persone, ma aver riaperto le sale scommesse non basta: abbiamo vinto una battaglia, ma non una guerra”, conclude.

DANIELE UGHI (LA COMPAGNIA DEI GIOCHI)

“Da questa mattina nelle nostre agenzie già si ricominciano a vedere persone, una cosa molto positiva, ma devo segnalare lo sconcerto dei giocatori sul comportamento della regione Lazio. In molti ci hanno chiesto come mai, mentre il resto d’Italia ha già aperto da diversi giorni le agenzie, nella nostra regione tutto fosse ancora fermo. Ora riparte il campionato italiano, ma in molti dei miei clienti c’era la delusione di non aver potuto puntare sulle gare di Coppa Italia”. E’ quanto racconta ad Agimeg Daniele Ughi, concessionario e titolare del gruppo di agenzie della “Compagnia dei giochi”. “La nostra ripartenza sta rispettando tutte le regole imposte dall’ordinanza. I giocatori si stanno comportando bene, in modo ordinato. All’ingresso delle sale abbiamo delle persone incaricate di contingentare gli ingressi e di verificare che non si creino assembramenti all’interno. Inoltre abbiamo utilizzato separatori di plexiglass sia tra i tavoli sia tra le postazioni touch-screen. Al momento – rivela Ughi – stiamo tenendo spenti i monitor per il divieto di assistere alle competizioni sportive ed avendo dubbi interpretativi per quanto riguarda le scommesse virtuali, preferiamo lasciarli spenti”. Nonostante i buoni segnali di ripartenza, Ughi non crede però che tutto possa ritornare alla normalità pre-covid. “La gente è rimasta ferma per tre mesi, senza poter lavorare, ci sono sicuramente meno soldi. Inoltre, anche se abbiamo riaperto, non potranno più esserci in agenzia decine di persone come accadeva in passato, quando soprattutto la domenica si riunivano per assistere alle partite, non necessariamente per giocare. La politica a volte dimentica che le sale scommesse non sono un luogo di vizio, ma di aggregazione, di ritrovo, uniscono persone con la stessa passione. Finché i clienti non potranno sentirsi liberi, nulla sarà più come prima. Nonostante le riaperture, penso che un terzo della rete potrebbe non farcela ad arrivare a fine anno”, conclude.

cr/AGIMEG