Slot, in GU questione legittimità costituzionale sollevata dal Tar Piemonte su Regolamento Santhià

E’ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale l’ordinanza del 24 aprile scorso con cui il Tar Piemonte ha sollevato la questione di legittimità costituzionale sul Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali. Il Testo, secondo il Tribunale Amministrativo, determina “una situazione di assenza di principi normativi a contrasto della patologia ormai riconosciuta della “ludopatia” ed escludono la competenza dei Comuni ad adottare atti normativi e provvedimentali volti a limitare l’uso degli apparecchi da gioco”. IL ricorso originario ruota attorno al regolamento con cui il comune di Santhià (Vercelli)  per vietare l’istallazione di slot all’interno del centro storico. Il Tar nell’ordinanza ha scritto che “soltanto attraverso una declaratoria di incostituzionalità” della disciplina sull’istallazione delle slot, “e in particolare, riconoscendo una specifica funzione di contrasto del fenomeno patologico agli Enti locali, in applicazione dei principi di prossimità con la collettività locale e di sussidiarietà tra Amministrazioni pubbliche, si doterebbe, infatti, l’ordinamento giuridico vigente di strumenti di esercizio di una azione amministrativa funzionale a porre un argine alla disponibilità illimitata delle offerta di gioco”. Per il Collegio, infatti, i Comuni sono maggiormente vicini alle esigenze dei propri cittadini, e pertanto sono  i soggetti più idonei a adottare disposizioni che “non incidono direttamente sulla individuazione ed installazione dei giochi leciti, ma su fattori (quali la prossimità a determinati luoghi e la pubblicità) che potrebbero, da un canto, indurre al gioco un pubblico costituito da soggetti psicologicamente più vulnerabili od immaturi e, quindi, maggiormente esposti alla capacità suggestiva dell’illusione di conseguire, tramite il gioco, vincite e facili guadagni; dall’altro, influire sulla viabilità e sull’inquinamento acustico delle aree interessate”. Il Tar ha quindi caldeggiato alcune soluzioni, come l’ipotesi di stabilire “dei periodi della giornata in cui si manifestano con più evidenza i fenomeni di devianza ed emarginazione sociale di soggetti appartenenti ai ceti più deboli”; o ancora quella di “garantire che la diffusione dei locali nei quali si pratica il gioco lecito rispetti i limiti di sostenibilità con l’ambiente circostante, oltre al corretto rapporto con l’utenza, la tutela dei minori e delle fasce più a rischio ed incentivi un accesso responsabile al gioco che non porti a fenomeni di dipendenza”. rg/AGIMEG