Francia: la crisi non ferma il gioco, tra il 1960 e il 2012 il giro d’affari è passato da 98 milioni a 53 miliardi

La crisi economica non ferma la crescita del gioco in Francia, dove nel 2012 si è raggiunto un fatturato record di 53 miliardi di euro, contro i 98 milioni del 1960. Per spiegare il fenomeno, e capire se la Francia ha delle specificità culturali che lo influenzano, il quotidiano La Tribune ha intervistato Elisabeth Belmas, professore di storia moderna all’università Paris-XIII. Secondo Belmas la crescita del gioco è legata “in primo luogo al miglioramento del tenore di vita della popolazione negli ultimi 50 anni, ma va anche considerato il ruolo che i media hanno avuto nella democratizzazione del gioco”. Quanto alla crescita delle somme giocate in un periodo di forte crisi economica, Belmas ricorda che “come hanno scritto numerosi sociologi, oggi il gioco d’azzardo è visto come il solo modo per arricchirsi; inoltre, per molte persone giocare è un modo per inserirsi in una comunità”.  Per quanto riguarda le specificità legate alla Francia, Belmas sottolinea che “lo Stato ha un controllo molto forte sui giochi, e questo ci differenzia fortemente da altri Paesi. Per esempio, in Italia l’amministrazione ha delegato la gestione del settore alle concessionarie”. Anche in un settore come il gioco on line, che è stato aperto alle società private nel 2010, “dietro l’Arjel c’è lo Stato, che quindi ha il controllo sulla lista degli operatori che possono lavorare in Francia”. Infine, Belmas si dice ottimista sul futuro del gioco in Francia: “non credo che possa entrare in crisi, anzi. I giocatori sono sempre alla ricerca di novità e penso che l’offerta si allargherà ulteriormente”. lp/AGIMEG