Doveva scadere il 20 gennaio, lunedì prossimo, il termine ultimo per l’iscrizione nel registro unico degli operatori dei giochi, ma ancora non è arrivato il decreto Mef che lo istituisce, di conseguenza non è possibile mandare in pensione l’albo Ries. Il Registro Unico è stato istituito con il Decreto Fiscale convertito a dicembre. In sostanza l’idea è iscrivere in un unico elenco tutti gli operatori dei giochi, dal ricevitore al concessionario, sia online sia a terra. Si tratta di estendere a tutto il settore del gioco quello che già avveniva per gli operatori delle slot e delle vlt con l’albo Ries (e il Ries a questo punto doveva essere abrogato). L’iscrizione del RUOG ha un costo che va dai 200 ai 10mila euro, a seconda del livello a cui si opera, e complessivamente dovrebbe fruttare 28 milioni di euro l’anno.
A oggi, tuttavia, manca il decreto con cui il Ministero dell’Economia – secondo quanto prevede lo stesso Decreto Fiscale – dovrebbe dettare “le disposizioni applicative relative alla tenuta del Registro, all’iscrizione (ovvero alla cancellazione dallo stesso), ai tempi e alle modalità di effettuazione del versamento”. L’ADM, nei giorni scorsi, ha pubblicato una nota per chiarire che l’iscrizione al nuovo registro “sarà obbligatoria (…) solo a seguito dell’emanazione del citato Decreto Ministeriale”. Di conseguenza, non si applicheranno le sanzioni previste in caso di mancata iscrizione, ovvero una multa di 10mila euro, e soprattutto il divieto di iscriversi per i successivi 5 anni. Inoltre, in assenza del RUOG, gli operatori delle slot e delle vlt devono ripetere l’iscrizione al vecchio albo, versando la vecchia quota di 150 euro. Secondo la relazione tecnica del Decreto Fiscale, nel RIES sono iscritti circa 60mila operatori. A conti fatti, questo Albo garantisce ogni anno entrate per 9 milioni di euro, 19 in meno rispetto a quanti ne dovrebbe portare il Registro Unico. gr/AGIMEG