Reggio Emilia, dipendenti sale slot Admiral: “La pandemia ci permette di riaprire, ma il distanziometro ci obbliga alla chiusura”

“Ci ritroviamo senza lavoro da un giorno all’altro, siamo disperati, non sappiamo cosa fare”. Sono le parole di sette dipendenti delle sale slot della Admiral, che sono state chiuse in
città tra l’inizio del 2020 e la scorsa settimana. “La chiusura è stata disposta dal Comune sulla scorta della legge che prevede che la sala non si trovi vicino a luoghi sensibili come le scuole. Ma noi ora ci ritroviamo, con altre quattro persone, senza lavoro. E abbiamo famiglie da mantenere, progetti, sogni andati in fumo in un istante”, aggiungono – come riporta la Gazzetta di Reggio. “Dopo un anno e mezzo in cui non abbiamo lavorato mai, neanche un giorno, eravamo contenti di aver finalmente riaperto. Ma – hanno detto – dopo tre giorni sono arrivati gli agenti della polizia locale e hanno messo i sigilli anche alla sala di via Daniele da Torricella” (dopo quelle di via Gigli e viale Piave ndr.). “Capiamo che il gioco d’azzardo sia visto di cattivo occhio ma se si vuole togliere alle persone la possibilità di giocare allora vietiamo tutto: le macchinette nei bar, dove possono entrare anche i minorenni, i gratta e vinci, le lotterie. Nelle nostre sale il gioco è sotto controllo e noi veniamo formati per intervenire quando i clienti dimostrano di essere in difficoltà”, continuano. “Ma se ci chiudono le sale perché vicine a luoghi sensibili almeno diano la possibilità alla nostra azienda di ricollocare le sale in luoghi idonei: invece ogni proposta è sempre stata rifiutata o non presa in considerazione. Abbiamo scritto più volte al sindaco ma non ci ha mai risposto. Abbiamo chiamato più volte in Comune, e stiamo ancora aspettando di essere richiamati. Anche noi siamo cittadini come gli altri, anche il nostro lavoro va tutelato”, concludono. cdn/AGIMEG