“Il sistema del gioco legale è un settore economico che genera benefici come occupazione, redditi per gli occupati, valore aggiunto, gettito fiscale che finanzia la spesa pubblica. Sono esiti positivi, misurabili tramite variabili verificabili, che rappresentano altrettante componenti del valore economico, ciascuna delle quali ha poi rilevanti ricadute sociali. L’evidente robustezza economica del settore è emersa più nettamente nel periodo pandemico, quando la sua penalizzazione ha generato costi sociali elevati per le tante persone che vi traggono il proprio sostentamento. Un settore che conta 300 concessionari autorizzati dallo Stato e 3.200 imprese di gestione che, per conto dei concessionari, si occupano della gestione del gioco pubblico sul territorio e in cui nel complesso operano direttamente o indirettamente circa 150mila addetti. Riguardo ai numeri basic emerge che: – la filiera diretta, che fa riferimento ad un Codice Ateco preciso e che include le attività riguardanti lotterie, scommesse e case da gioco nel 2019 era composta da 8.271 imprese per un totale di oltre 40 mila addetti e un fatturato di 14 miliardi di euro; – i punti vendita, imprese sul territorio in cui sono disponibili le modalità di accesso al gioco, sono circa 80mila, tra bar, tabacchi, altri esercizi che comprendono sale bingo, giochi numerici a totalizzatore, giochi a base ippica, giochi a base sportiva, lotterie ecc. Evidente che ciascun punto vendita può disporre di più tipologie di gioco”. E’ quanto riporta il rapporto Lottomatica-Censis presentato oggi a Roma.
cdn/AGIMEG