Rapporto Annuale UIF: “Segnalazioni in aumento del 21% da prestatori di servizi di gioco”

“Quello trascorso si è rivelato un anno di ulteriore, forte impegno della UIF nell’attività di prevenzione e contrasto al riciclaggio e alla criminalità economica e finanziaria. Nel 2022 si è raggiunto un altro massimo storico delle segnalazioni di operazioni sospette ricevute dall’Unità (155.426, con un aumento dell’11,4%). Un’ampia maggioranza di segnalazioni proviene come di consueto dal sistema bancario e finanziario, con un accresciuto contributo dei prestatori di servizi di gioco e degli operatori non finanziari. Restano trascurabili le comunicazioni inviate dalle Pubbliche amministrazioni, nonostante l’attuale momento storico in cui il massiccio intervento pubblico nell’economia rafforza l’esigenza di presidi per la tutela della legalità”.

E’ quanto si legge nel Rapporto Annuale 2022 dell’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia.

“Nel 2022 è proseguito il trend positivo del flusso segnaletico riferito ai prestatori di servizi di gioco (+21,0%, da 7.659 a 9.266 SOS). In generale, l’andamento del comparto potrebbe essere connesso con la ripresa dell’attività dovuta all’allentamento delle misure restrittive adottate durante l’emergenza sanitaria. Nei primi quattro mesi del 2023 il numero di segnalazioni di operazioni sospette ricevute si è attestato a 51.956 unità, con un incremento dell’8,2% rispetto allo stesso periodo del 2022. L’aumento delle SOS inviate agli OO.II. è stato del 10,8%. La crescita delle segnalazioni nel 2022 si è accompagnata all’ampliamento del numero dei segnalanti, grazie a 497 nuovi iscritti al portale Infostat-UIF (353 nel 2021). In linea con quanto registrato nell’ultimo triennio, le nuove iscrizioni hanno principalmente riguardato il mondo dei professionisti (270) nel cui ambito una quota rilevante è rappresentata dai dottori commercialisti (168, pari al 33,8% del totale delle nuove iscrizioni). L’aumento degli operatori in valute virtuali (19), tutti exchangers, è stato favorito dal citato avvio del censimento dei VASP attivi in Italia. Il 27,4% dei nuovi iscritti (28,3% nel 2021) ha inviato almeno una segnalazione, per un totale di 848 SOS, in netto aumento rispetto allo scorso anno (373 SOS). Il dato è sostanzialmente riferibile agli operatori in valuta virtuale (276 SOS) e a società assicurative comunitarie operanti in Italia in libera prestazione di servizi (317 SOS). Fra le nuove iscrizioni, 20 provengono da soggetti con sede legale in altri Stati europei, di cui uno non facente parte della UE: sei operatori in valuta virtuale, otto intermediari finanziari in libera prestazioni di servizi, tre operatori di gioco che offrono servizi online, un professionista, una società di gestione del risparmio (SGR) e una società di intermediazione mobiliare (SIM). In Italia, in linea con il trend osservato negli ultimi anni, la regione con maggior numero di nuovi iscritti si conferma la Lombardia (161), seguita da Veneto ed Emilia-Romagna (47 per regione) e Lazio (40)”, aggiunge.

“Le segnalazioni di operazioni sospette ricevute nel 2022, in linea con gli anni precedenti, sono per la quasi totalità riconducibili a ipotesi di riciclaggio (99,8% del totale), a fronte di un numero limitato di quelle relative al finanziamento del terrorismo, in flessione del 41,0% rispetto al 2021 (cfr. il capitolo 4: Il contrasto al finanziamento del terrorismo). Rimane residuale il numero delle SOS riconducibili al finanziamento dei programmi di proliferazione di armi di distruzione di massa, passate da 8 unità nel 2021 a 16 nel 2022. La distribuzione territoriale delle segnalazioni non registra elementi di sostanziale novità, confermando il primato della Lombardia per valore assoluto, con un’incidenza del 17,8% sul totale, seguita dal Lazio (12,4%) e dalla Campania (11,8%; Tavola 1.4). In rapporto alla popolazione residente, invece, il maggior contributo in termini di collaborazione attiva proviene, nell’ordine, da Lazio, Campania e Lombardia. In generale, si registrano incrementi per le SOS riferite a operazioni effettuate in tutte le regioni ad eccezione dell’Emilia-Romagna (-1,0%) e della Sicilia (-3,7%). Fra le principali regioni per numero di SOS ricevute, quelle che hanno registrato i maggiori incrementi sono la Campania (+16,4%), il Lazio (+11,7%) e il Veneto (+11,5%). Per quanto su livelli più modesti, si rilevano aumenti degni di nota anche in Valle d’Aosta (+33,5%), Sardegna (+19,1%) e Abruzzo (+17,3%). Milano, Prato, Roma e Napoli si confermano le principali province di localizzazione delle SOS in rapporto alla popolazione (Figura 1.1), con flussi segnaletici compresi tra 378 e 469 unità per 100.000 abitanti, mentre alla provincia del Sud Sardegna sono riferite meno di 100 segnalazioni. Nell’anno in rassegna, peraltro, si registra anche un aumento significativo (+50,0%) delle segnalazioni che non recano un luogo fisico di esecuzione in quanto effettuate “online”, a conferma che ormai tale prassi operativa si è consolidata. Le principali categorie di segnalanti che hanno rilevato tale ultima operatività sono rappresentate dagli IMEL (44,8%, con 3.360 SOS) e operatori di gioco (41,1%, con 3.085 SOS). Più che raddoppiate le segnalazioni riferite a operatività estera (+116,4% da 1.412 e a 3.056)”, continua.

“Risultano in aumento le SOS inviate alla UIF nella fascia temporale 1-30 giorni da intermediari e altri operatori finanziari (dal 34,7% al 43,6%) e, in misura inferiore, i professionisti (dal 74,0% al 76,9%) e gli operatori non finanziari (dal 44,0% al 47,7%). Banche e Poste invece mostrano un leggero aumento dei tempi di inoltro rispetto al 2021 (dal 47,5% al 45,1%). In netto allungamento le tempistiche delle segnalazioni per i prestatori dei servizi di gioco (dal 46,1% al 22,7%). Analogo andamento ha riguardato le comunicazioni trasmesse dalla Pubblica amministrazione, con tempi di inoltro raddoppiati in tutte le fasce temporali fino a 90 giorni”, sottolinea.

“Per il 2022, in base ai dati disponibili a metà marzo 2023, le SOS di tipo A – ovvero quelle prive di sufficienti scenari di rischio – hanno rappresentato circa il 9% del totale; la percentuale sale a oltre il 10% per la categoria banche e Poste e a circa il 12% per i prestatori di servizi di gioco. Le SOS di tipo B – connotate da deboli elementi, anche investigativi, a supporto del sospetto – hanno costituito poco meno del 20% del totale; anche in questo caso per alcune categorie di segnalanti le percentuali sono più elevate, come per i professionisti (circa 23%) e i prestatori di servizi di gioco (oltre 31%). Tra le restanti segnalazioni, una su quattro è stata considerata ad alto rischio, ossia centrata su riconosciuti scenari di rischio elevato di riciclaggio e finanziamento del terrorismo, con coerenti riscontri di interesse in sede di analisi finanziaria e/o investigativa. La quota di segnalazioni di questo tipo è diversa tra le varie categorie di segnalanti: meno rilevante per gli operatori non finanziari e per i prestatori di servizi di gioco rispetto a banche e Poste. In attesa di migliorare le schede di feedback qualitativo, è stata svolta una riflessione sui tempi di inoltro, da parte dei segnalanti, delle informazioni integrative richieste dalla UIF in sede di analisi delle segnalazioni, sul loro grado di completezza e sulla esaustività delle risposte fornite. Posto che questa interlocuzione con i segnalanti è funzionale, in linea di massima, all’approfondimento delle segnalazioni di operazioni sospette, si è rilevato che circa il 55% delle indagini riferite a SOS del 2022 e chiuse entro gennaio 2023 ha avuto conclusione entro 15 giorni, mentre oltre il 14% ha superato i 30 giorni. Si notano differenze per categoria di segnalante. Si riscontra una maggior rapidità di risposta per banche e Poste e per gli altri intermediari finanziari, nonostante si rilevino comunque 111 segnalanti (su 344) con oltre un terzo di indagini protratte oltre i 30 giorni. Particolarmente lunghe nella loro conclusione anche le indagini rivolte ai prestatori di servizi di gioco, agli uffici della Pubblica amministrazione e agli organismi di autoregolamentazione degli ordini professionali per i quali, rispettivamente, circa il 57%, il 43% e il 38% hanno superato il termine di 30 giorni”, prosegue.

“La crescente pressione operativa ha reso necessaria la ricerca di nuovi approcci e la sperimentazione di nuove soluzioni di processo, tecnologiche e organizzative con l’obiettivo, da un lato, di gestire il flusso crescente delle SOS in entrata e, dall’altro, di migliorare la qualità dell’analisi, favorendo l’omogeneizzazione delle prassi operative e velocizzando i processi di classificazione e selezione delle fattispecie a maggior rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo. Sono quindi stati messi a punto due sistemi paralleli. Il primo (c.d. CLAUT – Classificazione Automatica delle SOS), basato sull’integrazione di algoritmi rule based, indicatori di rischio e indicatori di trattamento mutuati dalle prassi operative condivise, è orientato alla classificazione delle segnalazioni che si prestano a un processo valutativo uniforme (in prima battuta, quelle che coinvolgono esclusivamente soggetti indagati o che riguardano operatività prevalentemente in contanti); il secondo sistema di selezione (c.d. LASER – Lettura Assistita di SOS per la Elaborazione del Rischio) è stato sviluppato con riferimento alle segnalazioni dei settori speciali (carte, giochi, rimesse e valute virtuali), connotate spesso da un numero elevato di soggetti e di controparti: attraverso un sistema di scoring delle informazioni, esso fornisce una valutazione guidata della rischiosità del contesto sotto i profili finanziario e investigativo nonché una classificazione sulla base di molti dei fenomeni disponibili nel sistema RADAR. L’algoritmo valuta sia gli elementi che caratterizzano l’operatività segnalata, sia quelli desumibili da tutti i raccordi con il patrimonio informativo dell’Unità, attraverso indicatori che, sulla base di punteggi predefiniti tarati grazie all’esperienza di analisi consolidata negli anni, selezionano i raccordi e le informazioni più rilevanti della segnalazione”, aggiunge.

“Il processo di analisi delle segnalazioni di operazioni sospette prevede per alcune tipologie di segnalazioni (attualmente quelle dei money transfer, delle carte e dei giochi) un terzo livello di valutazione di tipo aggregato. Questa procedura consente di considerare unitariamente insiemi di segnalazioni altrimenti scarsamente significative, caratterizzate spesso da molteplicità di operazioni di ridotto importo, dalla numerosità dei soggetti interessati e dalla dispersione geografica. Il selettore LASER favorisce l’emersione di connessioni e scenari significativi anche dove le operazioni, prese singolarmente, appaiano poco rilevanti”, si legge.

“Nel 2022 si è consolidato il ricorso alle analisi di “terzo livello”, con cui le segnalazioni rientranti in un delimitato perimetro temporale e/o settoriale vengono lavorate massivamente e aggregate sulla base di criteri differenziati. Un primo approccio prevede la costruzione di specifici indicatori di rischio sulla base delle caratteristiche dell’operatività riscontrata, successivamente aggregati in un indicatore sintetico. Questa metodologia è stata applicata, ad esempio, al settore dei money transfer e delle videolottery (VLT). Un secondo criterio (c.d. di pattern matching) prende in esame le segnalazioni riconducibili a specifici fenomeni, in cui possono individuarsi tratti comuni e ricorrenze operative, con l’obiettivo di inquadrare possibili schemi di condotta anomala per la futura individuazione di contesti aventi le stesse caratteristiche. Infine, l’impiego di metriche di rete basate sulla social network analysis e di strumenti di visualizzazione dei dati attraverso grafi consente di circoscrivere gruppi di segnalazioni caratterizzate da oggettivi indicatori statistici di interrelazione. Il processo di selezione delle reti potenzialmente rilevanti segue un approccio riskbased, avvalendosi di una metodologia appositamente sviluppata per ricostruire clusters di segnalazioni collegate, individuati tenendo conto sia del numero di soggetti in comune che della relativa rilevanza finanziaria, misurata attraverso quantità e importo delle operazioni. Successivamente le reti più rischiose, e in quanto tali meritevoli di approfondimento, sono determinate associando a ciascun cluster una serie di indicatori di rischio strutturali, finanziari e investigativi”, continua.

“Il Bonus Cultura è un contributo di 500 euro introdotto dalla L. 208/2015 destinato ai neo-maggiorenni residenti in Italia e spendibile presso esercenti convenzionati solo per specifici prodotti e attività culturali. Non è monetizzabile né scambiabile e la relativa erogazione viene gestita attraverso la piattaforma informatica “18 app” previa registrazione degli aventi diritto e degli esercenti. Le segnalazioni afferenti a tale misura hanno preso le mosse dalla rilevazione di anomalie nei movimenti registrati sui rapporti bancari di alcune imprese esercenti tra loro collegate, dalla cui disamina è emersa un’operatività apparentemente concertata, funzionale alla distrazione dei rimborsi del contributo indebitamente percepiti. Detti rimborsi, disposti dall’organismo pubblico gestore dei fondi, sono stati in buona parte prelevati in contanti, anche attraverso ricariche di numerose carte prepagate di recente attivazione intestate a persone fisiche, spesso controparti comuni degli esercenti medesimi. La provvista residuale è stata bonificata a soggetti indagati, società di gioco e imprese riconducibili a nominativi contigui a esponenti della criminalità organizzata”, aggiunge.

“Con riguardo agli appalti connessi all’attuazione del PNRR, appaiono rilevanti le misure di semplificazione nonché le procedure di acquisizione e disponibilità della certificazione antimafia previste dalla legislazione vigente (DL 13/2023 convertito dalla L. 41/2023). (…) Gli esiti degli approfondimenti finanziari hanno inoltre confermato l’interesse delle consorterie mafiose nel settore dei giochi e delle scommesse (con un peso di tali segnalazioni pari all’8,5% di quelle riconducibili all’area di rischio in esame), non solo tramite il relativo utilizzo quale canale diretto e immediato per il riciclaggio di fondi di provenienza illecita ma anche mediante la costituzione all’estero di intermediari finanziari grazie a risorse provenienti da società del comparto. Relativamente a tale ultimo punto, ad esempio, l’attivazione del canale della cooperazione internazionale ha consentito di individuare la titolarità effettiva di un IMEL comunitario in capo a soggetti italiani collegati a un clan camorristico, già dominus di un gruppo estero attivo nei servizi di pianificazione fiscale off-shore e di apertura di conti correnti anonimi che indirizzerebbe all’IMEL i suoi clienti”, continua.

“Ulteriori segnalazioni hanno riguardato attività distrattive, più o meno palesi, riscontrate nell’ambito delle diverse iniziative di raccolta fondi promosse a beneficio della popolazione ucraina in risposta alla crisi umanitaria indotta dal conflitto. Emblematico è il caso di un ministro di culto il quale, sfruttando la delega a operare sui rapporti bancari intestati a enti caritatevoli e religiosi, ha sottratto gran parte dei fondi ivi giacenti – generati dalle numerose donazioni disposte da privati – destinandoli all’alimentazione di conti gioco gestiti da concessionari tramite piattaforme online. L’appropriazione indebita delle somme si è perfezionata tramite plurimi bonifici di importi a cifra tonda variamente giustificati, previo transito sui rapporti personali del segnalato”, aggiunge.

“Il comparto dei giochi e delle scommesse continua a mostrare zone d’ombra suscettibili di favorire fenomeni di riciclaggio. Nel corso del 2022, diverse segnalazioni inoltrate da altrettanti concessionari di gioco online hanno portato all’attenzione dell’Unità presumibili meccanismi di chip dumping intercettati dalle piattaforme di gioco nell’ambito delle procedure interne antifrode. La fattispecie prevede la canalizzazione, resa apparentemente legittima dal ricorso al chip dumping, di fondi aventi origine illecita verso conti di gioco, successivamente incassati in contanti tramite voucher presso punti vendita ricorrenti e concentrati nella medesima area geografica. La comune zona di insediamento dei giocatori e l’esecuzione delle operazioni in date contigue induce a ipotizzare una più ampia rete di soggetti coinvolti, direttamente o in qualità di meri prestanome, in condotte collusive finalizzate al riciclaggio di somme illecite derivanti da frodi informatiche, clonazioni di carte di pagamento e truffe di vario genere. Una caratteristica peculiare oggetto di segnalazione attiene alla rilevazione di numerosi soggetti che, in sede di adeguata verifica, forniscono informazioni anagrafiche dal contenuto similare, illogico o incoerente (luoghi di nascita e di residenza diversi e/o geograficamente distanti, indirizzi inesistenti, CAP errati, ecc.), facendo presumere che le operazioni poste in essere siano riconducibili a un’unica persona fisica che agisce sotto diverse false identità. Tale ipotesi è suffragata dall’utilizzo delle stesse risposte alle “domande segrete” previste per il recupero delle password di accesso ai conti di gioco. Inoltre, gli approfondimenti condotti sull’operatività registrata presso gli esercenti maggiormente coinvolti non hanno portato a escludere la complicità degli esercenti, che potrebbero consentire la riscossione dei voucher da parte di soggetti diversi dai richiedenti. Da ultimo, si sono riscontrate condotte di taluni Punti Vendita Ricarica (PVR) che promuovono – all’insaputa del concessionario – giochi tramite siti web non autorizzati dall’ADM (presenti nell’elenco dei siti soggetti a inibizione) con modalità non consentite (come la raccolta di scommesse per eventi non inseriti nel palinsesto reso disponibile dall’ADM stessa o la presenza di apparecchi videoterminali non conformi alle disposizioni di cui ai commi 6 e 7 dell’art. 110 TULPS). Tali circostanze delineano un esercizio abusivo dell’attività di giuoco o di scommessa e favoriscono fenomeni di riciclaggio attraverso operazioni non tracciate e fuori dal controllo sia del concessionario sia delle Autorità preposte”, sottolinea.

“Alla fine del 2022, sulla base di specifici approfondimenti condotti nel comparto delle valute virtuali, è stata avviata una verifica presso un VASP38, in coordinamento con l’OAM e il NSPV. Accertamenti ispettivi sono stati avviati anche su operatori attivi nei comparti dell’intestazione fiduciaria, dei giochi e scommesse online (in quest’ultimo caso anche in relazione a un’attività di analisi nel mercato dei giochi condotta dall’ADM), nonché del settore del leasing immobiliare al fine di verificare gli impatti della crisi finanziaria sull’obbligo segnaletico”, aggiunge.

“I nuovi indicatori di anomalia, oggetto di ampio confronto con la Guardia di Finanza, le autorità di vigilanza, gli organismi di autoregolamentazione e gli altri principali stakeholders in materia AML/CFT, sono stati elaborati nell’ottica di contemperare le esigenze di aggiornamento delle operatività rilevanti con quelle di semplificazione e sistematizzazione delle molteplici fattispecie individuate nel corso del tempo. Il Provvedimento elaborato dalla UIF si rivolge a tutti i soggetti obbligati per rispondere a esigenze di organicità della materia, nonché di omogeneità e correttezza nell’adempimento degli obblighi di segnalazione delle operazioni sospette, nella prospettiva di accrescere il livello qualitativo del flusso segnaletico. Nell’applicazione dei nuovi indicatori è richiesto di valutare in maniera appropriata le operatività venute in rilievo nell’ambito dell’attività professionale dei soggetti obbligati, evitando indiscriminate assimilazioni tra anomalie e sospetti, nonché valorizzando le correlazioni tra aspetti soggettivi e oggettivi dell’operatività. Sono stati formulati 34 indicatori, ciascuno dei quali articolato in sub-indici, che costituiscono esemplificazioni dell’indicatore di riferimento. Alcuni indicatori, con i relativi sub-indici, attengono al comportamento o alle caratteristiche qualificanti il soggetto cui è riferita l’operatività (sezione A); altri riguardano le caratteristiche e la configurazione dell’operatività, anche in relazione a specifici settori di attività (sezione B); infine sono previsti riferimenti a operatività che potrebbero essere connesse al finanziamento del terrorismo e a programmi di proliferazione di armi di distruzione di massa (sezione C). Ciascun soggetto obbligato è tenuto ad applicare gli indicatori selezionati alla luce della concreta attività svolta; per ciascun indicatore individuato, i destinatari selezionano altresì i relativi sub-indici rilevanti nell’ambito della medesima attività, fermo restando che le circostanze descritte negli indicatori e nei relativi sub-indici rilevano ai fini del sospetto se non sono giustificate da specifiche esigenze rappresentate dal soggetto cui è riferita l’operatività o da altri ragionevoli motivi. L’elencazione degli indicatori e dei relativi subindici non è esaustiva né vincolante; è infatti possibile che ulteriori comportamenti, sebbene non descritti, possano generare in concreto profili di sospetto. Sono stati introdotti nuovi indicatori relativi al coinvolgimento di persone politicamente esposte, nazionali o estere, nonché di enti di natura pubblica o con finalità pubbliche. Viene attribuita autonoma rilevanza a elementi di anomalia connessi con l’utilizzo di crypto-assets; con la cessione o l’acquisto di crediti o con la cessione di asset nell’ambito di procedure concorsuali o a garanzia di crediti, nonché con il ricorso al conto corrente di corrispondenza e rapporti assimilabili. Specifici sub-indici riguardano inoltre gli schemi di finanziamento collettivo (c.d. crowdfunding) o di prestito tra privati (c.d. peer-to-peer lending). In settori già oggetto di pregressi indicatori o schemi di anomalia (ad es. money transfer, trust, comparto dei giochi) sono state valorizzate le esperienze maturate dalla UIF nell’ambito delle analisi finanziarie e ispettive, nonché i contributi e le interlocuzioni intercorse con autorità e associazioni dei diversi comparti. È stata inoltre pubblicata una tavola di confronto tra precedenti e nuovi indicatori, per agevolare i soggetti obbligati nell’individuazione degli aspetti di effettiva novità”, prosegue.

“Nel corso del 2022 è stato realizzato un sistema di calcolo e consultazione di un vasto insieme di indicatori che, a partire dai dati contenuti nelle segnalazioni di operazioni sospette e nelle altre fonti dati in uso nell’Unità, forniscono indicazioni sintetiche relativamente alla possibile classificazione e alla modalità di trattamento delle segnalazioni stesse. Inoltre, con riferimento alle segnalazioni dei settori speciali (carte, giochi, rimesse e valute virtuali), è stato sviluppato uno specifico sistema di selezione che fornisce una valutazione guidata del grado di rischiosità delle SOS”, ultima. cdn/AGIMEG