“Si chiede di sapere al Governo quali siano i costi totali di tutti i servizi che la pubblica amministrazione, a livello centrale e a livello periferico, eroga per consentire lo svolgimento dei campionati di calcio nazionali e delle partite internazionali”. Lo chiedono in un’interrogazione al Premier Renzi, gli onorevoli Rampelli e Abrignani (FdI) in merito alle erogazioni per i campionati di calcio italiani. “Stando al budget del CONI per il 2014 il contributo dello Stato a tale organismo per l’anno in corso è pari a poco più di 415 milioni di euro – scrivono – che risultano dalla somma del contributo ordinario assegnato dallo Stato — pari a 407.685.000 di euro, e la quota di ricavi del prelievo erariale unificato riferito all’incremento del gettito derivante dai giochi pubblici con vincita in denaro, pari a 7.464.000 di euro; per lo stesso anno 2014 il CONI ha erogato un finanziamento alla Federazione italiana giuoco calcio pari a 68.608.956, di gran lunga il più cospicuo se si considera che al secondo posto si attesta la Federazione italiana nuoto con appena dieci milioni”. Secondo i deputati infatti, “le spese per gli straordinari del personale di polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza, vigili del fuoco per garantire la sicurezza negli stadi durante le competizioni sportive costano ogni anno decine di milioni di euro, senza considerare il fatto che questa forte concentrazione sguarnisce inevitabilmente le attività di presidio e prevenzione sul territorio, costi cui si devono sommare quelli relativi alla giustizia per i continui processi che derivano dagli incidenti scaturiti in diversi stadi, quartieri, treni, stazioni, autostrade; a questi costi si aggiungono anche gli oneri a carico dei comuni per quanto riguarda nettezza urbana, polizia municipale, trasporto pubblico locale, decoro urbano e quelli a carico delle regioni per il servizio 118 e l’assistenza sanitaria ordinaria e straordinaria”, aggiungono. “E ancora: “intorno al circuito del calcio orbitano interessi miliardari, composti da diritti televisivi, sponsorizzazioni, vendita biglietti e gadget, attività immobiliari, scommesse, valori azionari per le società quotate in borsa che obbligano le istituzioni a un’attività di vigilanza, controllo e prevenzione, affinché non siano utilizzati i fondi dei cittadini per alimentare ingiustizie sportive causate tanto da errori umani quanto da quelle illegalità, rilevate in passato, tese a condizionare irregolarmente la competizione sportiva; a fronte di ciò, è auspicabile che gli enti nazionali preposti a garantire il regolare e corretto svolgimento delle competizioni utilizzino ogni strumento utile a tali fini, anche implementando le tecnologie sinora utilizzate o promuovendo l’adozione di nuove; tutto ciò rappresenta un chiaro diritto di tutti quei cittadini che pur non seguendo il calcio contribuiscono a sostenerne le spese prima ancora che dei tifosi”. im/AGIMEG