“Quanto accaduto al settore delle scommesse è una perversione, in un momento in cui il comparto è fermo e già sarebbe tanto ripartire, addirittura lo si tassa con nuove imposizioni: qualcosa non sta funzionando. Questo è un attacco a tutto il sistema del gioco pubblico”. E’ quanto ha dichiarato Massimiliano Pucci, Presidente Astro, nella diretta Facebook con il direttore di Agimeg, Fabio Felici. “E per il settore del gioco ci sono anche tante altre problematiche. Ad esempio i 400 miliardi di immissione di liquidità sono garanzie per prestiti bancari e sapete come sta andando a finire con le banche che non erogano finanziamenti alle imprese di gioco. Il direttore di Adm Minenna ha parlato di decurtazione dei ricavi del 50% nei prossimi mesi per il settore, una percentuale elevatissima che dà l’idea che anche riaprendo non saranno subito rose e fiori. Noi come gestori slot abbiamo avuto un aggiornamento a dicembre sulle macchine, entriamo nella fase 2 con una tassazione aumentata. Se ci faranno riaprire sarà solo per prendere 1 miliardo di euro al mese di entrate erariali, ma per noi riaprire costa. Se lo Stato non crea un ombrello a protezione delle aziende del gioco, la riapertura potrebbe essere un suicidio. I 3 mesi di chiusura non può recuperarli nessuno ed inoltre i vincoli saranno tanti, la clientela sarà rallentata. Insomma tante problematiche molto serie e per questo va fatta una riflessione con tutte le associazioni per stabilire le condizioni fondamentali per riaprire. Alcuni Paesi come Grecia, Spagna e Germania hanno riaperto, noi invece neanche ne stiamo discutendo. Oggi bisogna capire che siamo a un punto di rottura. Serve aprire fase costituente e capire se il gioco è un monolite e se tutti gli interessi coincidono. Fino ad oggi il bene di uno era il male di un altro. La logica dell’io va bene se il prodotto non è sensibile, ma occupandoci di gioco serve ragionare come un settore unito, domani mattina potremmo spegnere tutto e far perdere soldi allo Stato. La gente ha preso il lavoro in un momento in cui era lecito, ha aperto il mutuo e ora i dipendenti sono lasciati indietro. In questi mesi di lockdown a mio giudizio abbiamo lavorate bene come associazioni e con i protocolli siamo pronti: il grande dubbio è se c’è volontà di far ripartire il settore. Fino ad oggi ci siamo occupati noi, come settore, di sostenere i nostri dipendenti ancora in attesa della cassa integrazione. Stiamo facendo il massimo per non far morire il settore e con esso migliaia di lavoratori. Spero che la politica non continui su questa strada della cannibalizzazione e che acquisisca la consapevolezza che sta massacrando imprese e lavoratori seri, onesti e da sostenere come tutti gli altri”. cr/AGIMEG