“Ho letto con stupore la sua dichiarazione con cui ha avanzato la proposta di chiudere per sei mesi le sale da gioco come soluzione per salvaguardare la salute degli over 70. Presiedo un’associazione di categoria che rappresenta proprio quelle imprese, per le quali lei propone implicitamente la morte economica. Questo è quanto conseguirebbe infatti alla chiusura per sei mesi da lei auspicata, la quale andrebbe ad incidere su un settore economico già fiaccato dal lungo periodo di inattività cui è stato costretto durante il primo lockdown. L’attuale nuova chiusura imposta alle nostre imprese con gli ultimi provvedimenti del Governo non lascia presagire nulla di buono per la ripresa delle nostre attività”. E’ quanto afferma Massimiliano Pucci, Presidente di Astro, rispondendo alla proposta del Segretario Generale di Unimpresa, Raffaele Lauro, di chiudere per 6 mesi le sale gioco, come soluzione per salvaguardare la salute degli over settantenni.
“Le rammento che si tratta di imprese che operano nella piena legalità e le cui attività sono svolte per conto e sotto l’egida dello Stato, che è l’effettivo titolare del gioco legale. Lo stupore che ho provato leggendo le sue dichiarazioni – prosegue Pucci – deriva dal fatto che sia stato un mio collega, nel senso di un presidente di un’associazione imprenditoriale, ad auspicare la chiusura di un intero comparto economico, peraltro in prevalenza composto da piccole e medie imprese. Credo che il nostro ruolo richieda una certa sensibilità nei confronti dell’intero mondo dell’imprenditoria e del lavoro, non limitata al più ristretto ambito delle imprese che si rappresentano. Soprattutto in un momento come quello attuale in cui l’intero tessuto imprenditoriale nazionale sta vivendo un momento drammatico. Con le sue dichiarazioni, lei ha invece mostrato di disinteressarsi del fatto che dietro alle sale giochi e all’intero comparto del gioco legale ci sono centinaia di migliaia di persone: imprenditori, lavoratori, famiglie”.
“Per ciò che riguarda il merito della sua proposta, a mio sommesso avviso gli over 70 sono persone nel pieno delle loro capacità di discernimento, spesso più di quanto lo siano le giovani generazioni (e lo hanno dimostrato attraverso il forte senso di responabilità praticato nel corso di questa emergenza). Reputo offensivo nei loro confronti che vengano considerati come dei bambini a cui, se del caso, bisogna nascondere il barattolo della marmellata. Le sue riflessioni si inseriscono o, quantomeno così le ha fatte sembrare, nel recinto del dibattito riguardante il problema dell’emergenza epidemiologica. Ebbene se questo è il tema ritengo fuorviante addebitare alle sale giochi i rischi per la salute degli anziani”.
“L’esperienza – ha detto ancora Pucci – ci ha purtroppo insegnato che la forte incidenza del contagio sulla salute e la sopravvivenza della popolazione più anziana sia dipesa dalle forti carenze organizzative del sistema sanitario, dalla inadempienze riscontrate nelle RSA a cui si è aggiunta una certa leggerezza dei più giovani nel rispettare le necessarie precauzioni. Per quanto riguarda le sale giochi, la informo che le stesse sono state sottoposte a rigidissimi protocolli di sicurezza, per i quali i titolari hanno affrontato, come avvenuto in tutti i settori imprenditoriali e commerciali, costi ingenti per adeguare le proprie attività a tali protocolli e subìto il decremento dei ricavi connesso al rispetto delle necessarie restrizioni. Nessuna delle imprese appartenenti all’associazione che rappresento è stata sanzionata per il mancato rispetto dei protocolli di sicurezza. Le sembrerà strano ma non risulta neanche l’esistenza di alcun focolaio che abbia avuto origine all’interno delle sale giochi (e qui mi riferisco all’intero settore e non solo alle imprese che direttamente rappresento). Se poi lei ha a disposizione dei dati differenti, le chiediamo cortesemente di fornirceli: dovrebbero essere i dati a guidare tutti noi, ciascuno nei rispettivi ruoli. Non la fantasia. Ma in realtà temo che le sue dichiarazioni non abbiano nulla a che vedere con le strategie per affrontare l’emergenza epidemiologica. Ha probabilmente solo colto il pretesto dell’emergenza Covid per esprimere la sua personale opinione sulla stessa ragione di esistere di un gioco legale. L’argomento è sicuramente delicato perché coinvolge il più ampio tema del rapporto tra le convinzioni etiche e le scelte politiche. L’importante – sottolinea il presidente di Astro – è che venga affrontato per quello che è, senza tentare di nascondersi dietro al pretesto della grave emergenza sanitaria che ci sta coinvolgendo tutti. Nel caso in cui lei ritenga (legittimamente), per sue personali convinzioni etiche, che non debba esistere un gioco legale e regolamentato e quindi che questo settore debba essere interamente relegato nelle sacche dell’illegalità, la invito a farsi promotore di una proposta di legge che preveda l’abrogazione di tutte le norme che, a partire dai primi anni 2000, hanno tracciato e consolidato l’esistenza del gioco pubblico legale nel nostro Paese”, conclude Pucci. cr/AGIMEG