Prefetto Rizzi (Polizia di Stato): “Il crimine non va in lockdown, allerta massima per rischio di infiltrazioni nell’economia legale. In crescita i reati attraverso l’online”

“In questo momento storico, sicuramente l’allerta deve essere massima”. Lo ha detto il Prefetto Vittorio Rizzi, Vice capo della Polizia di Stato e Direttore della Direzione centrale della Polizia criminale, in un’intervista pubblicata sul magazine online di Eurispes. “Stiamo vivendo un momento storico del tutto eccezionale, che ha avuto varie fasi: una prima fase che ha colto di sorpresa tutti, sia la società civile sia la criminalità – la quale è stata colta di sorpresa dalla veloce diffusione di questa pandemia. Poi abbiamo vissuto la fase del lockdown, quindi una serie di misure contenitive che hanno portato a un calo generalizzato di tutti i reati anche per un’ovvia ragione di impossibilità negli spostamenti e, quindi, di commettere azioni delittuose come il narcotraffico, o qualunque altra tipologia di reato che non avvenisse, per esempio, online (queste sono state le uniche fenomenologie di reato che hanno avuto un incremento anche nel periodo del lockdown). L’ultima fase che stiamo vivendo è questa nella quale siamo di nuovo in un momento diciamo critico, perché la pandemia sta nuovamente prendendo piede e da qui anche una serie di misure contenitive degli spostamenti. Quindi una situazione generale Paese, e non solo “Paese”, direi “mondo”, nella quale c’è una crisi economica piuttosto diffusa, una sofferenza e anche un sentimento di stanchezza nella gente, che comincia ad avvertire fortemente il peso di queste misure restrittive. A fronte di una situazione di questo genere, i profili di criticità per l’ordine e la sicurezza pubblica sono di tutta evidenza; lo sono sotto il profilo della criminalità, in quanto gli spazi che il mercato offre in questo momento sono spazi importanti per la criminalità che dispone di ingenti somme di denaro e che può investire e trasformare le proprie risorse – che sono provento di reato – in economia legale, può trasformare e riciclare il proprio denaro rilevando imprese e attività economiche in sofferenza”.

Il Prefetto analizza a che livello è il contrasto alle grandi mafie che, con un tozzo di pane, rilevano le imprese in difficoltà. “Il fenomeno è continuamente monitorato dalla Magistratura e dalle Forze di Polizia. Il Ministero dell’Interno, il Ministro e il Capo della Polizia hanno fortemente voluto la realizzazione, sin da subito, dagli inizi di quest’anno, di un Osservatorio per tenere sotto controllo tutti quei parametri che potessero fornirci degli indicatori utili di rischio potenziale di infiltrazione della criminalità nell’economia legale. Noi abbiamo fatto qualcosa in più, in quanto ci siamo proposti, a livello internazionale, per confrontarci con altri paesi del mondo e costituire dei gruppi a livello internazionale. Europol, per l’Europa, ha affidato a noi il governo di un gruppo di lavoro con alcuni paesi – una decina – con i quali condividere l’esperienza italiana e cercare di cogliere in anticipo i segnali di potenziale rischio di infiltrazione. L’Osservatorio nazionale si è mosso con tutte le Forze di Polizia, con la Magistratura, con le Procure italiane più importanti e anche con le associazioni di categoria – penso a Confindustria, a Confcommercio, all’Unione Petrolifera Italiana – per monitorare, nei vari settori, al di là di quello che veniva denunciato o appreso dalle Forze di Polizia, anche quello che era nella “pancia” delle associazioni di categoria, non ancora trasformato in una denuncia, per cercare di cogliere questi segnali premonitori. Devo dire che probabilmente è ancora presto, perché il rischio potenziale ha soltanto pochissime concrete evidenze di tipo investigativo-processuale – questo lo dico anche sulla base di un confronto diretto che abbiamo avuto con la distrettuale di Napoli, di Roma, di Palermo, di Reggio Calabria, con i quali abbiamo, come Osservatorio, un contatto piuttosto frequente e con le stesse Forze di Polizia che ci aggiornano su quelli che sono i rischi attuali. La chiave di lettura potrebbe essere nel fatto che questi sono processi lunghi. Attualmente, anche le misure che sono state adottate, di sostegno alle imprese, le misure di welfare, la possibilità di accedere alla cassa integrazione, pongono queste situazioni in una condizione di stallo per cui lo dovremo vedere in futuro se le aziende potranno accedere a questo Recovery Fund, alle liquidità messe a disposizione dallo Stato. Il percorso è ancora di tipo potenziale: c’è un rischio potenziale e non c’è un’attualità se non pochi segnali che in questo momento teniamo sotto controllo; però io credo che l’aspetto positivo di quello che le sto dicendo è che non ci stiamo facendo sorprendere da qualcosa di imprevisto o imprevedibile; abbiamo sin da subito realizzato un meccanismo di condivisione delle informazioni perché, come nella ricerca scientifica cogliere prematuramente i sintomi di un malessere, di una malattia, aiuta a realizzare al meglio la cura, altrettanto avviene nel contrasto alla criminalità dove arrivare tardivamente può essere fatale per la tenuta del sistema”, ha concluso Rizzi. lp/AGIMEG