Ughi (Obiettivo 2016) ad Agimeg: “Una volta passata l’emergenza, la rete delle agenzie sarà fondamentale per il Governo per recuperare le risorse finanziarie messe in campo in questi giorni”

“Adesso è impossibile spendere soldi, ci auguriamo che tornino tutti in massa quando potremo riaprire le agenzie”. Maurizio Ughi, di Obiettivo 2016, non perde il buon umore nonostante lo stop a tutte le attività commerciali non indispensabili – e le agenzie di scommesse, insieme alle sale bingo, in realtà erano già state chiuse con il decreto dell’8 marzo. Ma a Agimeg spiega che non appena si potrà tornare a lavorare, “Sarà necessario un periodo di ri-avviamento. Nel tempo abbiamo evitato di chiudere per le ferie, perché al momento della riapertura era necessario un periodo di 10-15 giorni in cui la clientela aveva bisogno di riabituarsi. Magari in una grande città, ci sono più punti vendita, e il cliente si abituava a frequentarne un altro”. In questo momento, in cui tutte le agenzie sono chiuse, la concorrenza è con l’online: “E’ chiaro che in questo momento una parte di clienti si orienterà su questa offerta. Ma il nostro tipo di clientela ha bisogno della piazza, e l’agenzia è un piccolo borgo in cui ci si incontra per parlare di sport e di scommesse. E’ la stessa cosa che avviene con il tifo, è più divertente se si tifa insieme. Online ci sono i forum e i social, ma quelli veramente social siamo noi, online il social è solo una somma di individualità”. Per fronteggiare il crollo degli incassi, Ughi confida in un intervento del Governo: “Sono certo che quando varerà gli aiuti agli imprese non penserà minimamente a fare distinzioni tra un negozio di abbigliamento o un ristorante, e un’agenzia di scommesse”. Le agenzie sul territorio devono oltretutto pensare ai dipendenti, ma come tutte le piccole imprese non possono contare sui normali ammortizzatori sociali. “Non hanno liquidità, non possono sfruttate un credito presso le banche per fronteggiare il periodo di chiusura. Serve la cassa integrazione straordinaria, affinché lo Stato si sostituisca direttamente all’impresa per pagare i dipendenti. Altrimenti il 3 aprile, lo Stato non potrà contare sulla stessa rete”. Ma quando si potrà, tornare a lavorare, Ughi sottolinea anche che le imprese dei giochi “saranno determinanti per recuperare le risorse finanziarie che il Governo sta mettendo in campo in questi giorni. Mi auguro che tutte le strumentalizzazioni che abbiamo visto finora cessino e che ci sia un dovuto riconoscimento nei confronti di chi – per conto dello Stato – raccoglie quella forma di tassazione cui volontariamente si sottopone il giocatore. E anche quelle risorse che il Governo ha messo a bilancio con le gare per le concessioni di bingo e scommesse potranno arrivare solamente quando verrà risolto il conflitto con le Regioni e i Comuni sulla distribuzione delle sale”. Insomma, “Ci auguriamo che questo periodo passi il prima possibile, ovviamente prima di tutto per una questione di salute”. Ma Ughi spera anche che questo periodo di tempo serva anche a capire che “le distanze sono necessarie in questo momento per contrastare un virus. Ma che quando vengono imposte alle imprese sono una misura abnorme. Nonché completamente inutile, perché le misure per assicurare la salute dei giocatori come abbiamo visto sono altre”. gr/AGIMEG