Trento, al lavoro su modifica a legge su prevenzione della dipendenza da gioco. Audizione Sapar in IV Commissione: “Con Distanziometro chiuderebbe l’85% delle imprese con slot”

La Provincia di Trento valuterà, sulla base di un’analisi ad hoc, se modificare o meno la legge del 2015 per la prevenzione e la cura della dipendenza da gioco. Secondo quanto stabilito dalla normativa, entro il mese di agosto di quest’anno le slot dovranno essere rimosse dai pubblici esercizi che distano meno di 300 metri dai cosiddetti luoghi sensibili: scuole di ogni ordine e grado, ospedali, case di riposo, strutture assistenziali, circoli anziani, aree ricreative e sportive rivolte ai giovani e luoghi di culto. Gli apparecchi, invece, dovranno scomparire anche dalle sale gioco entro l’agosto del 2022. Nell’audizione, avvenuta nella Quarta Commissione, l’associazione Sapar ha chiesto di rimuovere proprio il distanziometro. L’associazione si è detta inoltre disponibile a collaborare con le pubbliche istituzioni come la Provincia e le forze dell’ordine nella lotta agli apparecchi da gioco illegali. L’ipotesi di una eventuale revisione della legge, anche sulla base dei dati aggiornati al 2019 che la Provincia metterà a disposizione, è emersa dalle dichiarazioni dell’assessora alla salute e al welfare Stefania Segnana che ha detto: “puntare molto sulle distanze dalle scuole è un deterrente ma non basta, per cui la politica dovrà puntare anche ad altre forme di tutela”. Durante l’audizione la Sapar ha aggiunto che, pur condividendo la necessità di contrastare la ludopatia, deve anche tutelare le imprese che chiuderebbero i battenti se entro agosto dovessero privarsi degli apparecchi da gioco legali. Infatti, l’associazione ha specificato che a causa del distanziometro le imprese dotate di slot e apparecchi leciti e certificati dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, che costituiscono circa l’85% tra sale e pubblici esercizi nel Trentino, sarebbero costrette a chiudere con gravi conseguenze dal punto di vista occupazionale anche per l’indotto. L’esperienza di altre regioni d’Italia come il Piemonte ha dimostrato che l’introduzione del distanziometro ha ridotto il gioco legale ma al tempo stesso ha favorito quello illegale. cdn/AGIMEG