Tar Veneto: Confermata sospensione licenza a sala giochi. “Necessaria per impedire il protrarsi di una situazione di pericolosità sociale”

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto ha respinto il ricorso del titolare di una sala giochi, contro il Ministero dell’Interno e la Questura di Padova, per l’annullamento “previa sospensione dell’efficacia, del decreto sospensione licenze di esercizio raccolta di scommesse adottato in data 8 aprile 2015”.  Il titolare ha impugnato il decreto con il quale il Questore di Padova ha sospeso, per un periodo di quindici giorni, le licenze rilasciate in favore dello stesso rispettivamente per la raccolta dellescommesse e per l’esercizio della raccolta del gioco da effettuarsi mediante l’utilizzo di apparecchi videoterminali (VLT). Secondo il Collegio però, “il ricorso è infondato e va respinto. Parte ricorrente sostiene che il provvedimento di sospensione sarebbe stato emanato in considerazione di un episodio (arresto di una persona in prossimità dell’agenzia di scommesse di cui risulta titolare il ricorrente), in relazione al quale titolare afferma di risultare del tutto estraneo. L’esame del provvedimento impugnato consente di evincere come quest’ultimo – si legge nella sentenza – sia stato emanato avendo come presupposto la valutazione di una pluralità di circostanze e, ciò, contrariamente a quanto affermato dal ricorrente. E’ lo stesso provvedimento a ricordare che il locale era stato già sottoposto al provvedimento “in quanto considerato luogo di smercio di sostanza stupefacente ed abituale ritrovo di pregiudicati ed extracomunitari in posizione di soggiorno irregolare”, spiegano i giudici. “Lo stesso provvedimento ha cura di evidenziare l’esistenza di un orientamento consolidato diretto a sancire che la sospensione della licenza di un esercizio ha la finalità, non di sanzionare la soggettiva condotta del gestore del pubblico esercizio per il verificarsi di condizioni potenzialmente pericolose per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini, bensì di impedire – attraverso la temporanea chiusura del locale- il protrarsi di una situazione di pericolosità sociale”, si legge ancora. rg/AGIMEG