Sostegno e accesso al credito per le imprese: “Eccessiva burocrazia ed ostacoli delle banche nell’erogazione dei prestiti”

Diverse le interrogazioni presentate alla Camera volte al sostegno delle imprese colpite dalla crisi dovuta all’emergenza epidemiologica Coronavirus. Tra queste alcuni deputati FdI hanno chiesto al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale se “non
ritenga parziale e iniqua la considerevole misura economica prevista a favore delle organizzazioni non governative, rispetto alla situazione precaria che stanno vivendo gli italiani e le imprese operanti sul territorio a causa della pandemia in atto”. Mentre il deputato Ferri (IV) ha interrogato il Ministro dell’economia e delle finanze per sapere “premesso che: il decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23 (cosiddetto decreto liquidità) è un passo in avanti importante rispetto al decreto-legge « Cura Italia », ma ha il limite di concedere prestiti alle imprese e purtroppo non somme a fondo perduto; tale decreto prevede un procedimento di erogazione del credito che non sta funzionando perfettamente, in quanto gli istituti bancari applicano regole che non consentono celerità nella concessione dei prestiti; occorre snellire le regole burocratiche, in modo tale da consentire alle imprese di accedere in maniera semplice alla liquidità e non essere oppresse dalla crisi economica; con il « decreto liquidità » si è inserita una norma che concede, in favore delle imprese, la garanzia da parte dello Stato al 100 per cento per i prestiti di importo non superiore al 25 per cento del fatturato 2019 fino a un massimo di 25.000 euro, senza alcuna valutazione del merito di credito; allo stato attuale delle cose, risulta però difficile ottenere questo finanziamento; se l’impresa ha già un finanziamento aperto con l’istituto bancario, può chiedere un rifinanziamento, vale a dire un nuovo finanziamento con un importo superiore al precedente almeno del 10 per cento; in tal caso, il precedente finanziamento sarà estinto e la garanzia da parte dello Stato coprirà l’80 per cento del valore del nuovo prestito; la banca avrà così una garanzia diversa, in quanto quella precedente sarà sostituita da quella fornita dallo Stato; per i prestiti di valore superiore ai 25.000 euro, la garanzia fornita dallo Stato sarà invece pari al 90 per cento; in tale ultimo caso, saranno le imprese a dover garantire il restante 10 per cento; le imprese, però, spesso riscontrano difficoltà a garantire la restante parte del valore del prestito; così facendo, si pongono agli imprenditori ostacoli nell’accesso al credito; lo scopo del decreto è quello di finanziare le imprese per favorire la ripartenza da parte del sistema produttivo italiano, non quello di consolidare le garanzie degli istituti bancari per precedenti finanziamenti; imprenditori, artigiani, titolari di esercizi commerciali hanno chiuso la propria attività e devono avere la liquidità necessaria per ripartire; occorre rendere celere e di facile fruibilità l’attività di prestito effettuata dalle banche –: se e quali iniziative il Ministro inter- rogato intenda porre in essere per garantire la risoluzione dei problemi evidenziati ed evitare eccessiva burocrazia e ostacoli da parte delle banche nell’erogazione dei prestiti, in modo tale da consentire un più facile accesso al credito da parte delle imprese”. cdn/AGIMEG