Slot, protesta dei gestori davanti al Consiglio regionale del Piemonte: “Il proibizionismo non è la soluzione”

Protesta degli operatori del comparto slot di fronte al Consiglio regionale del Piemonte, dove alcune delle associazioni dei gestori sono scese in piazza con striscioni e slogan contro la legge regionale n.9 del 2016, entrata in vigore il 20 novembre, che prevede la disattivazione di circa 20 mila slot in tutta la Regione e norme più stringenti. «Le nostre aziende e i nostri dipendenti non sono un gioco» e «Il proibizionismo non è la soluzione alla ludopatia» sono alcuni degli striscioni esposti dai gestori che manifestano contro l’inasprimento della norma. «Bisogna trovare una mediazione tra le due normative – commenta Alessia Milesi, presidente di Sapar Piemonte – sia per preservare i nostri investimenti che per proteggere le persone affette da ludopatia». “L’espulsione del gioco a moneta dal territorio non impedisce ai giocatori problematici di giocare, anzi, lascia campo libero al gioco illegale, sovente gestito dalla criminalità e non più controllabile dallo Stato. La legge piemontese, ben lungi dal combattere le dipendenze dal gioco, combatte solo gli apparecchi comunemente chiamati Slot, che hanno un costo partita di 1 un euro divisibile anche in partite da 20 centesimi e con una vincita massima di 100 euro con un orario di funzionamento limitato a poche ore al giorno”, conclude la Milesi. Il presidente del Consiglio Regionale, Mauro Laus, ha incontrato una delegazione di manifestanti, ma nonostante le proteste dei gestori e l’intervento del Governo per sospendere il provvedimento, per ora la Regione ha deciso di non ‘congelare’ la legge. In Piemonte ci sono circa 300 imprese, con 3mila dipendenti, che gestiscono e producono apparecchi: gli esercizi che hanno installati al loro interno apparecchi sono circa 6.300, con 18 mila lavoratori. lp/AGIMEG