Slot, Fedeli (Vicepres. Naz. Sapar): “Il proibizionismo non risolve il problema delle patologie legate al gioco”

“Il proibizionismo nei confronti delle sole slot nei bar non risolve il problema delle patologie legate al gioco”. E’ quanto dichiara Barbara Fedeli, presidente della delegazione Lombardia e vice presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Sapar commentando l’articolo “Gioco d’azzardo: da Monza a e Brianza 73 milioni in un anno di tasse volontarie”. “Legalità, occupazione, responsabilità: sono questi i principi su cui si fonda l’impegno e l’identità di SAPAR, l’Associazione Nazionale Servizi per le Pubbliche Attrazioni Ricreative, che rappresenta migliaia di aziende e lavoratori. Da tempo ormai il comparto degli apparecchi da intrattenimento sta subendo in maniera sconsiderata, aumenti della tassazione sulle sole AWP o slot, regolamenti regionali e comunali in materia di giochi emanati senza studi scientifici e senza numeri certi, la realizzazione di una o più piattaforme che evidenziano solo una parte dei dati, erroneamente elaborati sulla raccolta (la vera spesa del cittadino è data dal giocato meno le vincite) ma che di fatto fornisce uno spaccato parziale del settore, alimentando un fenomeno mediatico condotto in maniera strumentale per distruggere una sola parte della filiera”.
Il vicepresidente nazionale ricorda che “il proibizionismo nei confronti delle sole slot non risolverà il problema delle patologie legato al gioco, anzi, non farà altro che spostare il giocatore verso altre offerte, ricordiamo la  situazione Regione Piemonte eliminate le sole slot i giocatori si sono spostati su altri giochi, ed è aumentato il gioco irregolare. Che non siano le slot il gioco preferito dagli italiani lo dimostrano ad esempio numerosi studi scientifici. Se il gioco fa male, se dobbiamo tutelare i giocatori potenzialmente patologici, allora è necessaria una riforma equilibrata di tutto il settore, che non colpisca in maniera strumentale il solo settore delle slot o AWP, ma che riparta da un ragionamento che tuteli anche le aziende e l’occupazione, che si basi su un approccio culturale del gioco, per salvaguardare giocatori, gestori ed esercenti”. “Forse è più facile colpire l’imprenditore, l’esercente e le famiglie di questo settore – conclude il vice presidente Fedeli – per evitare che i regolamenti  possano essere impugnati, come l’ultimo caso del Comune di Brescia, dopo la bocciatura del TAR il Sindaco ha ritirato l’ordinanza sugli orari : credo che sarebbe opportuno ragionare in maniera costruttiva, instaurando un tavolo di confronto con gli operatori del settore, gli esercenti e le loro associazioni, che potrebbero essere un valido aiuto nella redazione di norme eque ed equilibrate, che vadano nella direzione della reale tutela del giocatore e non solo della distruzione strumentale di un intero settore. Piuttosto che considerarci dei delinquenti, le amministrazioni e i media potrebbero essere molto più lungimiranti ed usare la nostra esperienza per fini socialmente utili”. cr/AGIMEG