Racket delle slot, duro colpo al clan Cesarano: condanne per 18 anni complessivi

Duro colpo ai vertici della cosca con base a Castellammare e Pompei, in provincia di Napoli, che aveva in mano il racket delle slot: gli esponenti del clan Cesarano sono stati condannati a 18 anni di carcere complessivi. La pena più pesante è stata inflitta a Raffaele Belviso, ritenuto l’ultimo capoclan della cosca specializzata in droga ed estorsioni. L’uomo, che avrebbe raccolto lo scettro del comando dopo l’arresto del boss Luigi Di Martino, alias Gigino ‘o profeta, ha incassato 7 anni e due mesi di carcere (il pm aveva chiesto 8 anni e 8 mesi). Condannato a 5 anni e 1 mese di reclusione, invece, Gerardo Di Martino, figlio di ‘o profeta. Per l’uomo della dinastia criminale attiva tra Castellammare e Pompei la Dda aveva chiesto 6 anni di reclusione. Stangata anche per Aniello Falanga l’imprenditore che avrebbe raccolto i soldi del pizzo imposto ai commercianti delle macchinette. Per lui la condanna è di 6 anni e 7 mesi a fronte degli 8 anni proposti dall’Antimafia. I 3 imputati, giudicati con il rito abbreviato, sono tutti accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso. A loro si aggiunge la figura del boss Luigi Di Martino che ha deciso di ricorrere al rito ordinario e il suo processo verrà celebrato a Torre Annunziata. Per gli inquirenti i 4 imputati avrebbero imposto la legge del pizzo con richieste sempre più esose ad un imprenditore specializzato nell’installazione delle slot. fm/AGIMEG