Novomatic Italia ottiene il rinnovo del Rating di Legalità


Novomatic Italia ha ottenuto il rinnovo da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) del Rating di Legalità: indicatore sintetico del rispetto di elevati standard di legalità destinato alle imprese italiane, indicativo del grado di attenzione riposto nella corretta gestione del proprio business. Il Rating, in attuazione della legge 18 maggio 2012, n. 62 integrato dalla Delibera del 15 maggio 2018, n. 27165, è attribuito dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ed è uno strumento di riconoscimento delle best practises adottate dalle aziende operanti sul territorio nazionale con fatturato superiore a 2 milioni di euro. È motivo di particolare orgoglio per NOVOMATIC che, rispetto al primo conseguimento, ci sia stato anche un ulteriore upgrade.
Il Gruppo infatti ha migliorato la propria posizione nell’ambito di questo riconoscimento, passando dalle 2 “stellette” ottenute nel 2017 al “Plus” aggiuntivo conseguito nel 2019.
Centrali nel conseguimento del punteggio l’upgrade dei sistemi organizzativi in ambito compliance ed il framework delle Corporate Social Responsibility (CSR) oltre al recepimento delle linee guida del Global Reporting Initiative (GRI) e i principi dell’United Nations Global Compact (UNGC) nel CR report mondiale del Gruppo di cui NOVOMATIC Italia è un paese guida, oltre alla certificazione ISO 14001 e al riconoscimento dello standard ISO 26000 applicato al modello di condotta del capogruppo nel business italiano.
Per l’AGCM infatti è fondamentale la volontà delle imprese di essere consapevoli e migliorare l’impatto della propria presenza responsabile sia nel contesto sociale, sia dal punto di vista ambientale: per l’attribuzione del punteggio sono stati analizzati aspetti quali il rispetto dei contenuti dei protocolli di legalità per il contrasto delle infiltrazioni della criminalità organizzata, sottoscritti dal Ministero dell’Interno; l’adozione di un modello di organizzazione, gestione e controllo conforme al decreto legislativo 231; passando per il controllo serrato dei fornitori circa le infiltrazioni mafiose, l’utilizzo dei sistemi di tracciabilità dei flussi finanziari volti al contrasto del riciclaggio, e i modelli organizzativi orientati alla prevenzione e al contrasto della corruzione. lp/AGIMEG