Manifestazione ‘rosa’, Cardia (Acadi-Confcommercio): “Si può far convivere l’apertura del comparto giochi con l’emergenza sanitaria perché il settore ha protocolli di sicurezza rigidi e sicuri”

“Acadi è un’associazione dei concessionari di gioco pubblico che aderisce a Confcommercio. La manifestazione ‘rosa’ è un’iniziativa notevole e noi abbiamo già appoggiato e aderito alla prima manifestazione che hanno fatto nel pieno rispetto delle regole. Il punto è questo: si chiede una riapertura del comparto giochi potendo garantire la piena sicurezza degli utenti e dei lavoratori”. E’ quanto afferma il presidente di Acadi-Confcommercio, Geronimo Cardia, durante la manifestazione ‘rosa’ in piazza Monte Citorio. “Guardando la situazione nel complesso la soluzione è quella di convivere con il virus. La chiusura non può essere percorribile, anche perché tantissimi altri comparti hanno potuto riaprire garantendo la sicurezza. Credo che il gioco pubblico possa fare esattamente la stessa cosa. Dunque, chiediamo semplicemente di non ricevere un atteggiamento discriminatorio rispetto a quello riservato ad altri. Non si può reagire al virus con la chiusura ma riaprire in sicurezza”. Alla domanda del direttore di Agimeg, Fabio Felici, sui protocolli molto rigidi siglati dal settore dei giochi, Cardia ha replicato: “I nostri protocolli di sicurezza sono stati redatti dai nostri tecnici e valutati da esperti indipendenti e hanno affermato che sono delle norme attendibili. Poi la distribuzione dei nostri prodotti garantisce la sicurezza in modo strutturale. Innanzitutto è possibile contingentare la presenza all’interno dei locali, poi i prodotti sono lavabili facilmente con un panno a differenza di altre attività che sono ancora aperte. Il comparto – prosegue Cardia – chiede di venir messa davanti la sicurezza tecnica del comparto che è l’unico discrimine che può essere messo in campo per la riapertura o la chiusura. Va messa da parte qualsiasi forma di ideologia o morale nel giudicare l’essenzialità del servizio che si presta. Inoltre, a mio avviso è essenziale assicurare la presenza sul territorio di un’offerta pubblica di gioco che contrasta l’illegalità. Poi, ognuna di queste persone è qualificata dall’ordinamento giuridico come incaricato di pubblico servizio che significa che ha le stesse responsabilità di un pubblico ufficiale, quindi forse è essenziale il servizio che presto. Ma il criterio dell’essenzialità cade quando si vedono le attività che sono aperte, non c’è un bollino di essenzialità. Ciò che è essenziale è presidiare, arginare l’illegalità e tutelare decine di migliaia di imprese, 150.000 lavoratori e 11 miliardi di euro di gettito fiscale”.

lp/AGIMEG