“Il gioco, ed il gioco pubblico, rappresenta un elemento cruciale dello sviluppo delle società, ma occorre sia gestito con attenzione per consentire che i diversi attori coinvolti ne traggano i benefici attesi”. E’ quanto ha affermato Francesco Polese, Professore Associato di Economia e Gestione delle Imprese dell’Università degli studi di Salerno, intervenendo al convegno “Dimmi come giochi” organizzato dall’Osservatorio Internazionale sul Gioco che è in corso di svolgimento a Salerno. E’ la natura stessa del gioco a farne “un utile strumento per fortificare le capacità degli individui nel loro ruolo di sviluppo della società, sia nella loro educazione civile e democratica. In questa prospettiva il gioco promuove la creazione di funzioni esecutive, necessarie ai processi di pianificazione, creazione strategica, problem solving, così fruttifere nell’ambito dell’esercizio manageriale degli individui nella società e nelle imprese. Dunque i profili manageriali del gioco, ludopatie a parte, sono indubbi ed auspicabili, e giustificano, al pari degli enormi interessi economici dello stato, e dei protagonisti privati operanti nel gioco pubblico, l’attenzione degli studiosi di management”. Secondo il docente dell’Università di Salerno, “affinchè i diversi attori supportino la co-creazione di valore, a beneficio primario del consumatore (giocatore) occorre che ciascuno svolga il proprio ruolo con diligenza e nell’ambito di un perimetro normativo e di governo ben definito. Nessuno, contesto sociale compreso, si può sottrarre dal ruolo da esercitare per mitigare fenomeni di ludopatia e derive negative del gioco pubblico, poiché solo mantenendo alto il livello di attenzione e di coinvolgimento dei diversi sovrasistemi si riesce a garantire una sana gestione del gioco pubblico, favorendo il benessere del giocatore e massimizzando i benefici per lo stesso. Lo Stato, su tutti, non può sottrarsi ad un ruolo di indirizzo, regolamentazione e monitoraggio del giuoco pubblico. Solo passando da una responsabilizzazione diffusa degli attori, mediante un ruolo proattivo di ciascun soggetto pubblico e privato coinvolto, partendo dal ‘giocatore stesso’ è possibile concepire un contesto ludico ‘sano’ in cui vi è co-creazione di valore a beneficio del consumatore, capace al contempo di generare vantaggi economici per gli attori, diventando una attività sostenibile e non altra fonte di aggravamento disagi sociali ed economici delle fasce deboli”. dar/AGIMEG