Giochi, Neri (sindaco Pergine Valdarno): “Portare in approvazione Regolamenti Comunali per mappare luoghi sensibili di ognuno dei nostri territori”

“Arezzo, Montevarchi, Sansepolcro e San Giovanni Valdarno sono solo alcuni dei Comuni che nel 2016 hanno addirittura superato la spesa media provinciale sul comparto delle slot”. Sono le parole del sindaco di Pergine Valdarno, nella provincia di Arezzo, Simona Neri, Responsabile Progetto Ludopatie Anci Toscana. “A seguito dell’accordo raggiunto in Conferenza Unificata tra Stato, Regioni ed Enti Locali – prosegue il sindaco – il numero di AWP verrà sensibilmente ridotto nei prossimi mesi. Il controllo del fenomeno della dipendenza patologica da gioco passa anche da questa misura, insieme agli interventi che tutti gli attori del contrasto alla ludopatia metteranno in campo: i regolamenti dei Comuni con distanziometro e mappatura dei luoghi sensibili, le ordinanze dei Sindaci per la regolazione delle fasce orarie di apertura, maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine e soprattutto le iniziative sanitarie degli operatori sanitari dei SerD che, specialmente sul nostro territorio, hanno costruito una rete di sostegno forte ed in continuo aggiornamento che in accordo con il terzo settore e le Istituzioni sta creando moltissime occasioni di sensibilizzazione.  La dipendenza da gioco è un fenomeno in netta crescita che riguarda gli amministratori e gli uffici delle Politiche Sociali molto da vicino. Nell’attesa dei decreti attuativi del MEF sull’accordo in C.U., che ridurranno il numero di AWP da 24.000 a 16.000 in Toscana e che autorizzeranno, senza più fraintendimenti, i Sindaci a regolamentare le fasce orarie sensibili di interruzione del gioco, il mio appello è quello di portare in approvazione i Regolamenti Comunali per mappare i luoghi sensibili di ognuno dei nostri territori. La parola d’ordine rimane però “formazione”: i bambini devono conoscere già dalla tenera età i rischi connessi alla compulsività del gioco ma soprattutto del gioco on-line. Ancora troppa pubblicità insiste sulle fasce orarie non protette ed ancora troppi riferimenti culturali o mediatici si prestano come testimonial del mondo dell’azzardo. Il gioco è bello quando è sociale”, conclude. cdn/AGIMEG