Giochi, Commissione Antimafia: “Interesse nel settore è altissimo. Mafie investono non solo nell’illegale, ma anche nel legale”

La Commissione Parlamentare Antimafia – nella Relazione sull’attività svolta nel corso della Legislatura – ricorda poi di aver dedicato “una lunga istruttoria, condotta dal X Comitato” per approfondire il fenomeno delle infiltrazioni nel settore  del gioco e delle scommesse, della gestione delle slot machine,  e delle scommesse sportive on-line, e per studiare  il fenomeno del match fixing. Il Comitato ha quindi svolto  sedici audizioni e un sopralluogo presso la sede operativa dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Adesso, nella relazione, la Commissione sottolinea “l’altissimo interesse della criminalità mafiosa, che attraverso la gestione diretta o indiretta delle società inserite a vario titolo nel settore, ricavano ingenti introiti anche attraverso il riciclaggio ed il reinvestimento di capitali provenienti dalle tradizionali attività delittuose, riducendo al minimo il rischio di incorrere nell’attività repressiva delle forze di polizia”.

In quest’ambito, le organizzazioni criminali fanno “un diffuso ricorso ad attività illegali: attivazione di apparecchi clandestini, manipolazione delle macchinette per ridurre la tassazione sui ricavi, alterazione del sistema di gioco e delle probabilità di vincita del giocatore, etc”. Ma non disegnano gli investimenti nel settore legale: “Anche qui, la criminalità mafiosa ha operato enormi investimenti, acquisendo e intestando a prestanome sale deputate al gioco, ma anche inserendosi nell’organigramma delle società di gestione degli esercizi deputati al gioco. Si tratta di interferenze mafiose che talvolta lambiscono anche le stesse società concessionarie”. In questi casi “l’accertamento delle condotte illegali è alquanto complesso e le conseguenze giudiziarie piuttosto contenute in ragione di un sistema sanzionatorio, quale quello vigente, che a causa di pene edittali non elevate, per il reato di gioco illecito, non permette l’utilizzo di più efficaci sistemi d’indagine ed è presto destinato alla prescrizione”.

La Commissione ha quindi formulato una serie di proposte per  “rafforzare ulteriormente le barriere all’ingresso nel sistema pubblico dei giochi in modo da chiudere possibili varchi alla criminalità organizzata e ai loro prestanome. Un primo gruppo di proposte riguarda la revisione del sistema delle concessioni e licenze ed in particolare: l’ampliamento dei reati che pregiudicano la possibilità di ottenere concessioni e licenze (ad esempio l’autoriciclaggio, lo scambio elettorale politico-mafioso, l’indebita percezione di erogazioni pubbliche, la concussione per induzione, etc), includendovi anche i delitti commessi all’estero e i casi in cui siano state irrogate sanzioni interdittive o di divieto di contrarre con la pubblica amministrazione; l’estensione dei requisiti previsti dalla normativa antimafia ai concessionari delle reti on line di raccolta di gioco a distanza, ai gestori e terzi incaricati degli apparecchi e ai proprietari, produttori e importatori degli apparecchi; la previsione dell’obbligo di concessione o autorizzazione di polizia (con l’assoggettamento ai medesimi controlli) anche per gli operatori di società aventi sede all’estero. Una seconda serie di interventi concerne invece l’aumento delle pene per i reati connessi allo svolgimento di attività illecita nel settore del gioco e delle scommesse, anche al fine di consentire l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche ed ampliare i termini della prescrizione. Un terzo gruppo di proposte riguarda le sanzioni amministrative: dalla decadenza in caso di condotte illecite (la relazione ipotizza una sorta di Daspo del questore per le sale scommesse e sale bingo) alla confisca obbligatoria degli apparecchi utilizzati per commettere il reato, alle sanzioni pecuniarie per chi commercializza macchinette non conformi alle prescrizioni di legge etc”. Ma la Commissione chiede anche di porre attenzione “sulle responsabilità dei concessionari nei confronti dei gestori dei punti gioco che commettano violazioni della normativa vigente. Un ulteriore gruppo di interventi punta a rafforzare le misure antiriciclaggio, anche attraverso una più estesa identificazione di coloro che giocano (per esempio tramite un’apposita card) e delle operazioni sospette (anche con riferimento al gioco on line), in linea con le indicazioni a livello comunitario (vedi da ultimo la “quarta direttiva antiriciclaggio” 2015/849). La relazione sottolinea inoltre la necessità di innalzare la qualità dei controlli di legalità, attraverso un coordinamento delle verifiche amministrative e tributarie svolte dai diversi apparati dello Stato, un maggiore scambio di informazioni sensibili con la magistratura e l’impiego di più evoluti strumenti informatici”.

Infine la Commissione ribadisce l’urgenza “di interventi volti alla prevenzione della ludopatia e la necessità di garantire un’attiva partecipazione degli enti locali nell’elaborazione delle strategie utili a contrastare queste forme di dipendenza ed a valutare l’impatto sociale del gioco d’azzardo nelle singole realtà territoriali. E a questo fine si sottolinea l’utilità di favorire i controlli nel settore attraverso una riduzione dell’offerta complessiva (in particolare nelle aree più “a rischio”) ed anche dell’attuale “polverizzazione” degli esercizi in cui si può praticare il gioco d’azzardo, da perseguire parallelamente ad una maggiore “qualificazione” degli esercizi medesimi”. rg/AGIMEG