Decreto Dignità, Gelmini (FI), “Governo demonizza il gioco, ma continua a far cassa con le slot”

Sulla copertura finanziaria del decreto Dignità “si rileva una contraddizione alquanto evidente”. Lo hanno sostenuto l’on. Mariastella Gelmini e altri deputati di Forza Italia – nella pregiudiziale al decreto respinta ieri a Montecitorio – in cui chiedevano alla Camera di non esaminare il provvedimento. “Mentre il gioco d’azzardo viene demonizzato, e l’impegno nel contrasto alla ludopatia trova grande spazio nel testo, sullo stesso gioco si continua a contare per fare cassa” spiega la Gelmini. “Dall’aumento del Preu, il prelievo erariale unico su slot machine e videolotterie, si creerebbe infatti un maggior gettito di oltre 200 milioni di euro l’anno. Nello specifico 195,5 per il 2019 e 234 per il 2020, come specificato dalla relazione tecnica, che spiega come le maggiori entrate in questione coprirebbero gli oneri derivanti dall’introduzione del divieto di pubblicità. Nel testo si evince infatti come dallo stop alla pubblicità dei giochi ci sarebbe dal 2019 una perdita di gettito di 200 milioni”.

E la Gelmini conclude “è evidente che ci troviamo dinnanzi ad un provvedimento contraddittorio e confuso, dove non si riesce a scorgere, nemmeno sommariamente, una visione di medio-lungo periodo della struttura produttiva e occupazionale del Paese: garantire « la dignità dei lavoratori e delle imprese » e ridurre il lavoro precario non significa irrigidire il mercato, mettere un freno a mano alla crescita e attaccare chi fa impresa, ma significa incentivare le nuove assunzioni e ridurne i costi, implementare politiche industriali capaci di sviluppare nuove iniziative imprenditoriali e, soprattutto, fare in modo che nuovi soggetti di caratura internazionale guardino o tornino a guardare al nostro Paese”. lp/AGIMEG