Cassazione: se ADM dispone chiusura di una sala per gioco minorile, la giurisdizione spetta al giudice ordinario e non al Tar

Spetta al giudice ordinario e non al Tar la giurisdizione sulla sanzione della chiusura disposta dai Monopoli contro nei confronti delle sale da gioco e delle agenzie di scommesse che hanno consentito l’accesso a un minore. Lo stabiliscono le Sezioni Unite della Corte di Cassazione decidendo sul conflitto di giurisdizione sollevato dal Tribunale di Catania. La vicenda ruota attorno a una sala che aveva consentito a un minore di entrare nei locali di gioco. La Questura aveva comminato una multa di oltre 6.600 euro e disposto la sospensione della licenza per 3 giorni, e la sala aveva immediatamente rispettato entrambe le sanzioni. A distanza di un mese circa, l’Ufficio locale dell’ADM aveva comminato una seconda sanzione, intimando la chiusura per altri 10 giorni. La sala a quel punto aveva fatto ricorso al giudice ordinario, ma per l’Amministrazione il provvedimento doveva essere impugnato di fronte al Tar. La Cassazione ha accolto alla fine la posizione della sala, facendo leva sul fatto che in questo caso l’ADM non esercita un potere discrezionale: “la sanzione oggetto del presente ricorso ha natura esclusivamente afflittiva ed il potere dell’autorità irrogante è interamente vincolato dalla norma che definisce dettagliatamente il fatto che integra la violazione, stabilisce l’obbligo di applicare la sanzione determinandone in via esclusiva (e non alternativa) il contenuto anche in relazione alla durata, con la prescrizione inderogabile del minimo e del massimo irrogabili”. Inoltre, la Suprema Corte sottolinea che l’ADM quando applica la sanzione risponde “ad un obbligo di legge, derivante dalla commissione del fatto illecito” che oltretutto viene accertato “dall’autorità di polizia”, e non è “il risultato di autonoma attività di vigilanza e controllo dell’autorità amministrativa irrogante”. lp/AGIMEG