Scommesse: analisi della trasformazione in corso nel betting italiano online ed offline (di Giovanni Carboni)

“Lo sportbook italiano nel biennio 2015 – 2016 è radicalmente cambiato. Le informazioni di cui disponiamo, soprattutto per il segmento del gioco online legale, ci permettono di comprendere come e perché – esordisce così Giovanni Carboni, Managing Partners di Carboni&Partners-EGLA, in una nota rilasciata ad Agimeg –

La spesa del betting online legale è cresciuta YoY del 25% nel 2015 e del 31% nel 2016. La spesa del segmento offline è invece calata del -13% nel 2015 ed è cresciuta del 14% nel 2016.

Il segmento offline nel 2016 ha ancora una quota del 62%. Era pari al 73% nel 2014.

Il margine nel 2016 è pari a 8,6% nel segmento online e a 16,8%, quasi il doppio, nell’offline. Si è ridotto di 5 punti rispetto al 2014, in entrambi i segmenti.

La riduzione del margine è compensata nel 2016 per circa 1 punto da minori imposte, sia per il segmento offline sia per quello online, grazie al passaggio alla tassazione sul margine.

Riguardo al segmento online inoltre:

La raccolta del gioco in-play era 48% del totale nel 2014, è passata a 66% nel 2015 ed è rimasta pressoché costante nel 2016.

La quota del gioco mobile era 15% nel 2013, 26,5% nel 2014, 30% nel 2015. È oltre 50% nel 2016.

Come si vede la dinamica nei due anni è profondamente diversa. I determinanti del trend sono perciò altrettanto diversi. Vanno cercati nell’evoluzione dell’offerta:

A fine 2014 è entrato nel mercato dot.it bet365, portando con sé una grossa dote di giocatori dal dot.com.

Alcuni operatori di CTD regolarizzati sono entrati nel mercato legale offline, in particolare Goldbet fin dalla prima metà del 2016 e PlanetWin a fine 2016.

Gli stessi operatori di CTD sono entrati nel mercato dot.it, in particolare Goldbet a fine 2015 e Betaland a fine 2016.

Nel 2016 alcuni operatori online di livello internazionale hanno diversificato l’offerta sulle scommesse, in particolare 888 e PokerStars.

Aggiungo un’altra circostanza che considero omogenea alle precedenti:

I grandi operatori italiani terrestri hanno sviluppato, soprattutto nel 2016, una strategia multicanale, cioè hanno riconosciuto la rilevanza del canale online e compreso la sua sinergia con il canale offline.

Veniamo ora all’analisi di questi fatti.

La spesa del betting in totale nel 2016 è solo 16% in più rispetto al 2014, anni entrambi che hanno ospitato un grande avvenimento calcistico – sottolinea Carboni – L’intera crescita è ampiamente riconducibile all’ingresso nel mercato legale di operatori già presenti in Italia tramite siti dot.com e/o CTD.

Perciò non c’è crescita di volumi di gioco e l’ingresso di giocatori realmente nuovi è limitato. L’evoluzione del mercato è essenzialmente costituita da:

trasferimento dal mercato illegale,

migrazione dall’offline all’online,

spostamento di quote tra operatori.

Riguardo all’online la crescita è riconducibile in modo preponderante:

Nel 2015 all’ingresso di bet365. Nel 2015 raggiunge rapidamente una quota pari a circa 20%. Poi nel 2016 crescono i suoi volumi a scapito dei concorrenti diretti, ma non cresce la sua quota di mercato.

Nel 2015 e soprattutto nel 2016 alla migrazione pilotata di volumi di gioco dall’offline, da parte di Eurobet, Snai, Sisal, che guadagnano quote di mercato. Questi operatori non subiscono l’evoluzione verso l’online ma la usano, consapevoli del fattore strategico costituito dal proprio controllo territoriale, tenuto conto che una quota crescente di giocatori progressivamente usa il canale online ma rimane legato e frequenta betshop e luoghi fisici e considera l’attività di gioco parte della vita sociale nei luoghi di aggregazione.

Nel 2016 all’ingresso nel mercato dot.it degli operatori di CTD. Essi adottano il modello basato su acquisizione, mantenimento e prestazione di servizi di pagamento del giocatore in punti fisici, avendo trasformato i propri CTD in PVR: punti di vendita e di ricarica e prelievo.

Riguardo all’offline il mantenimento dei volumi nonostante la migrazione controllata verso l’online è essenzialmente riconducibile all’ingresso degli operatori regolarizzati. La loro quota di mercato è in crescita. A fine 2016 è circa pari al 15% del mercato legale offline. Potrebbe raggiungere il 25% con l’ingresso di Stanleybet nel mercato regolare – ha concluso Carboni –

Lo sviluppo del canale mobile è un determinante della trasformazione. Ma oggi nel betting sostanzialmente sposta volumi, non crea nuovo mercato.

Resta complesso da capire e spiegare perché in Italia a fronte di un numero di utenti Internet pari a 38 milioni e di 20 milioni di utenti attivi sui social, il numero dei giocatori che hanno aperto un conto di gioco è poco più di 3 milioni e il numero dei giocanti unici nel mese è circa pari a 750.000: i giocatori attivi sono meno del 2% degli utenti Internet”. lp/AGIMEG