Match-fixing, Baranca: “Caso Ucraina comune a moltissimi Paesi dell’est, centinaia di partite truccate ogni anno”

“E’ stata un’operazione condotta con grande abilità, abbiamo collaborato ad alto livello per sei mesi, con contatti giornalieri con polizia, e grazie al Presidente della Federcalcio ucraina, Andriy Pavelko, che ha reso possibile la cosa, e a Luciano Luci, capo della commissione arbitri che ha collaborato a stretto contatto con noi, abbiamo dimostrato come il match-fixing, se si affronta nel modo giusto, possa essere sconfitto”. E’ quanto dichiara ad Agimeg Francesco Baranca, Presidente della Commissione Etica della Federcalcio ucraina, a seguito dell’operazione della polizia ucraina che ha svolto oltre cinquanta perquisizioni in nove città diverse in un’operazione relativa al calcioscommesse. In particolare, sono state colpite dal blitz delle forze dell’ordine cinque diverse organizzazioni criminali che gestivano il business illegale delle scommesse sportive, nel quale erano coinvolti allenatori, calciatori professionisti, presidenti di società e arbitri. “Purtroppo ci siamo trovati di fronte a una situazione molto comune a tantissimi Paesi dell’est Europa – ha detto ancora Baranca – e non solo. Il problema è che gli altri Paesi non fanno nulla per cambiare lo stato delle cose, pur essendo a conoscenza della diffusione del fenomeno. Nel caso dell’Ucraina la situazione era fortemente compromessa, il match-fixing interessava le giovanili e le leghe inferiori, che incredibilmente non sono monitorate dall’UEFA. Stiamo parlando di un giro di scommesse illegali che riguarda un centinaio di partite in un solo anno, un numero che rientra nella media di ogni campionato”, ha concluso. cr/AGIMEG