Cassazione, per Global Starnet i concessionari dei giochi non sono agenti contabili. E chiede il rinvio alla Corte di Giustizia

Global Starnet impugna di fronte alla Cassazione la sentenza con cui la Corte dei Conti – in appello – la condannò per la mancata presentazione del rendiconto giudiziale sulla gestione del gioco delle slot. La concessionaria non interessata tanto a far annullare la sanzione (che ammonta a poche migliaia di euro), quanto a contestare la qualifica di agente contabile, qualifica che aggrava fortemente gli adempimenti burocratici. I dati della gestione del gioco, oltretutto, verrebbero trasmessi in tempo reale attraverso la rete di controllo della Sogei, e sarebbero quindi già in possesso dell’Amministrazione.
‎Il giudizio di fronte alla Corte dei Conti risale al 2009, e coinvolse tutte le concessionarie delle slot. Le compagnie vennero ritenute agenti contabili, ed erano quindi tenute a presentare il conto della gestione. Il giudice di primo grado però non erogò alcuna sanzione, visto che il quadro normativo non era chiaro. In secondo grado, nel 2014, la Corte d’appello confermò l’impostazione, addossando alle concessionarie anche delle lievi sanzioni. La Global e’ stata poi l’unica a intentare il ricorso per la Cassazione. La Suprema Corte a febbraio scorso ha chiesto approfondimenti all’Ufficio del Massimario per capire cosa si intenda per agente contabile, ‎e se le concessionarie dei giochi ricadano nella definizione. Nell’udienza di oggi la‎ Global ha nuovamente contestato che le concessionarie possano essere qualificate agenti contabili. “‎La richiesta al Massimario e’ sintomo del dubbio” ha detto l’avv. Andrea Scuderi. “E il dubbio o viene risolto nel senso che il concessionario non è agente contabile, o si rimette la questione alla Corte di Giustizia”. In sostanza per la difesa, la qualifica di agente contabile infatti rappresenta una restrizione illegittima e non proporzionale – visti i numerosi controlli sul gioco – alla libertà di impresa. Per l’avv. Lino Barreca, invece, “Non esiste una norma che imponga al concessionario di rendere il conto giudiziale. E’ un obbligo che si ricava dall’interpretazione di un principio generale. Vi sono invece dei segnali normativi che vanno nella direzione opposta”. E Barreca ha citato diversi esempi, a iniziare dal Preu, la tassa che le concessionarie versano sulle giocate che raccolgono. “E’ innegabile che sia un tributo e che il concessionario sia pertanto un soggetto passivo di imposta. Se fosse anche agente contabile, sarebbe il controllore di se stesso”. Inoltre, il concessionario ha la possibilità di aumentare il payout: “Se maneggiasse denaro pubblico, non potrebbe avere una simile discrezionalità‎”. La Procura ha però contestato le tesi della compagnia, sostanzialmente chiedendo che venga confermato l’impianto della Corte dei Conti. La decisione della Cassazione arriverà presumibilmente nell’arco di alcuni mesi. gr/AGIMEG